I quadri di Giuliano Collina e le sculture di Canavesi e Guzzini tutti alla galleria “The Art Company”






Giornata di grande arte oggi a Como, The Art Company ha presentato ben tre iniziative di cui due mostre e un premio. Iniziamo dalla nuova edizione del Premio Tenchio, istituito dopo la scomparsa dello scultore lariano Angelo Tenchio, di cui è in corso fino al 3 giugno una mostra presso il Museo Archeologico Paolo Giovio di Como, il premio è destinato a giovani artisti. Fino all’inizio degli anni Duemila il concorso si è tenuto con cadenza annuale per un decennio poi non è più stato assegnato. ‘associazione The Art Company Como riprenderà a organizzare il premio rendendolo a cadenza biennale e riservandone la partecipazione solo a scultori under 30. Le candidature verranno valutate da da due giovani, ma affermati scultori: Claudia Canavesi, una delle ultime vincitrici del Premio, e Lorenzo Guzzini, scultore e architetto lariano.

Gli stessi Canavesi e Guzzini sono i protagonisti di una mostra inauguata alle 18.00 di oggi sempre presso la galleria The Art Company, in via Borgovico 163 a Como. Gli artisti espongono una serie di lavori recenti, raccontando, in dialogo con Roberto Borghi, il loro percorso creativo. In riferimento alla dimensione architettonica, presente nella poetica di entrambi gli artisti, si declina, nella scultura di Claudia Canavesi, in una ricerca delle corrispondenze tra struttura e natura, e nella rievocazione della sacralità laica di alcuni luoghi, invece, nell’opera di Lorenzo Guzzini assume tratti di un’indagine sull’interazione tra luce e ambiente, e sulle potenzialità espressive della materia.
La mostra resterà aperta fino al 17 giugno dal lunedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 18.30.

Sempre oggi e sempre alla galleria The Art Company Como, nell’adiacente spazio Rattiflora riadattato a spazio per esposizione, è stata inaugurata la personale di Giuliano Collina intitolata “Inerti”: opere nelle quali si percepisce una realtà parallela.

L’artista comasco ha spiegato che fuori dal suo studio vi è un muro alto diversi metri, muro che prima o poi sarebbe stato esorcizzato, e proprio da questo nascono le sue opere. La pittura di Collina mira alla purità, per essere quanto più simile alla “pura vita”; il nome “Inerti” è un semplice gioco di parole al fine di indicare che i dipinti abbiano come soggetto la dimensione edilizia come piacere del fare.