Dal 24 settembre

Il Bello dell’Orrido, una nuova stagione tutta da scoprire

Riparte questo sabato la rassegna "Il Bello dell'Orrido", promossa dal Comune di Bellano e da ArchiViVitali e a cura di Armando Besio

Il bello dell'orrido nuova stagione carmine abate

Torna, anche quest’anno, Il bello dell’Orrido – Spavento, Stupore, Meraviglia, la rassegna culturale, promossa dal Comune di Bellano e dall’Associazione ArchiViVitali, a cura di Armando Besio, nata nel 2019 sulla suggestione data dalla gola profonda, scavata dal fiume Pioverna, che rappresenta a Bellano un’attrazione naturale: l’Orrido è circondato dall’alone di mistero delle rocce ripide e dalla bellezza naturale e selvaggia del luogo, vera “calamita” per il visitatore di ieri e di oggi. Allo stesso modo, scrittori e artisti da sempre sono stati affascinati dalle acque tumultuose del fiume che nel corso dei secoli hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche, complice il cupo rimbombo delle acque e dalle vertiginose pareti di roccia. Il paesaggio naturale di Bellano ben si lega dunque al concetto artistico di “sublime”.

Il primo appuntamento con Il bello dell’Orrido, si terrà sabato 24 settembre, intorno alle 17, presso il Cinema di Bellano, e avrà come protagonista  Carmine Abate. L’incontro, intitolato Il cercatore di luce. Segantini, arte e vita dal Trentino all’Engadina e moderato dal curatore Armando Besio, ha al centro l’ultimo romanzo, corale e visionario, Il cercatore di luce, edito da Mondadori, che intreccia e allarga la storia artistica e sentimentale di Segantini al mondo di oggi, toccando anche luoghi a noi vicini. A Milano, Giovanni Segantini ha trascorso gli anni della giovinezza, mentre la Brianza e le sponde del lago di Pusiano sono quelli della maturità artistica e sentimentale, trascorsi con Luigia Bugatti. Alla costante “ricerca di luce”, il pittore si stabilisce poi a Savognin, in Svizzera, luogo e soggiorno cruciale per la sua evoluzione artistica, come le vette dell’Engadina, dove trascorre i suoi ultimi anni di vita. Molti di questi paesaggi tornano nel testo di Abate, come il Trentino – luogo in cui l’autore vive stabilmente e da anni insegna – mentre la sua terra d’origine, la Calabria, viene evocata nel romanzo attraverso nonna Moma, uno dei personaggi chiave.

In occasione della serata e fino al 2 ottobre, saranno esposti nella sede di ArchiViVitali il dipinto “Sera a Pusiano” del 1882, realizzato prima del trasferimento in Engadina, e due magnifici disegni generosamente concessi da collezionisti privati: “Le due madri”, 1891-92 (Matita grassa e gesso bianco su carta cm. 17,2×23) e “Ragazza che fa la calza”, 1898 (disegno a matita su carta cm. 20,1×27,1), eseguito un anno prima della morte. Grazie alla partecipazione degli autori e al prestito di generosi collezionisti si è potuto dar inizio con questo primo ciclo d’incontri a una nuova tipologia espositiva e di rigenerazione territoriale che unisce arte, territorio e cultura locale in una visione ad ampio raggio sui temi della contemporaneità e della tradizione promossa dal Comune di Bellano in collaborazione con ArchiViVitali a partire dal 2018.

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L’incontro sarà preceduto, venerdì 23 settembre, alle ore 21, dalla proiezione del docu-film Segantini. Ritorno alla natura del Francesco Fei: il regista, presente in sala, farà una’ntroduzione. L’interpretazione di Filippo Timi, che dà voce e volto a Segantini in alcune ricostruzioni storiche realizzate appositamente per questo film, mostra l’intensità delle lettere autografe del pittore. Tra gli interventi d’eccezione, anche quello della nipote Gioconda Segantini e di Annie-Paul Quinsac, massima esperta dell’arte segantiniana.

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