Il Lago di Como come anima narrativa nell’universo letterario di Andrea Vitali. Sabato un incontro ad Albese con Cassano

Il mondo narrativo di Vitali, le ispirazioni del romanziere bellanese nell’incontro di sabato 3 maggio ore 17.30
Se esiste un luogo in cui la letteratura contemporanea italiana trova una naturale alleanza tra paesaggio e narrazione, questo è senz’altro il Lago di Como. E se c’è uno scrittore che ha saputo trasformare il Lario in un palcoscenico narrativo vivo, pulsante, riconoscibile oltre ogni stereotipo turistico, quel narratore è Andrea Vitali.
Vitali sarà ad Albese con Cassano, sabato 3 maggio alle ore 17.30, presso il Centro Civico Fabio Casartelli (Via Roma, 21), non per presentare un libro (il suo ultimo “La profezia del povero Erasmo” (Rizzoli 288 p.) è uscito da pochi giorni), ma per un bell’incontro dal titolo “Il lago, la gente, le storie”, i tre pilastri della sua narrativa che presto diventerà una serie tivù.
I paesi lacustri che Vitali descrive – veri, ma trasfigurati – sono microcosmi chiusi eppure incredibilmente universali. La vita che si snoda tra i vicoli, le piazze, i moli e le botteghe racconta il tempo di un’Italia ormai sfumata: quella del dopoguerra, della crescita lenta e delle comunità in cui tutti si conoscono, si giudicano e si amano (o si odiano) senza riserve. Il Lago di Como, in questa prospettiva, è molto più di un semplice elemento paesaggistico: è memoria, conservazione e resistenza contro il mutare vorticoso dei tempi. L’acqua immobile o increspata, le montagne che incombono, i cieli mutevoli riflettono umori, paure e desideri dei personaggi vitaliani. Per usare un termine delle sceneggiature, il lago è il personaggio seriale per eccellenza di Andrea Vitali.

Paesaggio e psiche
Vitali usa il lago come uno specchio dell’interiorità. In molte sue storie, il clima, il paesaggio e persino la toponomastica dei luoghi dialogano con l’umore dei protagonisti. Le giornate afose e i temporali improvvisi sembrano seguire le ansie di un appuntamento d’amore, di un segreto da nascondere o di una colpa da espiare. Non a caso, i suoi romanzi sono spesso popolati da personaggi semplici, a volte buffi, altre volte malinconici, ma sempre autentici. Sono uomini e donne che il lago ha forgiato nella resistenza quotidiana, nella capacità di adattarsi e sopravvivere a una vita modesta e piena di contraddizioni.
Nei romanzi di Vitali, il Lago di Como è anche destino. Le acque profonde, le strade tortuose dei borghi, il senso di isolamento – geografico ed emotivo – segnano la traiettoria di molte esistenze. In certi momenti, la bellezza stessa del luogo appare quasi ingombrante: una bellezza che imprigiona, che trattiene i sogni di fuga, che inchioda al dovere, alle tradizioni, alle consuetudini.
Vitali narra con ironia, tenerezza e un tocco di malinconia, creando un equilibrio raro tra l’amore per la propria terra e la lucidità critica. Non idealizza mai il Lago di Como: lo ama, lo conosce e, proprio per questo, lo racconta nella sua realtà più vera, fatta di splendori e miserie, di orgoglio e miseria umana. In definitiva, leggere Andrea Vitali significa immergersi in una geografia dell’anima, dove ogni scorcio del lago è una tessera di un mosaico umano più ampio. È una letteratura che parte da un angolo preciso del mondo per parlare all’universale: delle piccole felicità, delle paure nascoste, delle ambizioni modeste ma brucianti che, da Bellano a qualunque altra latitudine, accomunano gli esseri umani. Nel suo mondo narrativo, il Lago di Como non è solo un luogo fisico, ma una condizione dell’esistenza: una casa che consola e trattiene, un orizzonte che fa sognare e, a volte, imprigionare.

E con il lago scorrono una moltitudine di personaggi: la gente. Un tratto distintivo dell’opera di Andrea Vitali è l’attenzione meticolosa ai personaggi che, solitamente in un romanzo, sono minori. Lungi dall’essere semplici comparse, queste figure secondarie sono spesso dotate di una vivacità e di una profondità che le rendono memorabili. In romanzi come “Il sistema Vivacchia”, si contano decine di personaggi, ciascuno con un proprio ruolo ben definito, contribuendo a creare un affresco corale della comunità.
Questi personaggi, spesso ispirati a figure reali o archetipi della vita di paese, incarnano le sfumature dell’animo umano: dal pettegolo al saggio, dall’ingenuo al furbo. La loro presenza arricchisce la narrazione, offrendo al lettore una panoramica completa della società ritratta, con tutte le sue contraddizioni e peculiarità.
La scrittura di Vitali si distingue per la sua capacità di rendere la quotidianità straordinaria. Attraverso un linguaggio semplice ma incisivo, l’autore riesce a catturare l’essenza della vita di provincia, con le sue gioie, le sue miserie e le sue infinite sfumature. Questa attenzione al dettaglio e alla realtà vissuta conferisce ai suoi romanzi una dimensione popolare, nel senso più nobile del termine: una letteratura che parla al cuore della gente, riflettendo le esperienze comuni e condivise.
La sua formazione come medico di base a Bellano ha sicuramente influenzato questa prospettiva, permettendogli di osservare da vicino le dinamiche umane e sociali del suo paese. Un’ esperienza che si traduce in una narrativa empatica e profondamente umana, capace di toccare corde emotive universali.