“Raccontiamo l’Italia” con i film. Una rassegna a Tavernerio

Tre film, tre grandi registi per raccontare un po’ della Storia d’Italia
La Commissione Cultura del Comune di Tavernerio presenta la rassegna cinematografica 2024 che si terrà presso l’Auditorium alle ore 21.00 in via Provinciale, nei giorni 26 settembre, 10 ottobre e 24 ottobre. Tre sere ad ingresso libero e gratutito per tre film che raccontano un pezzo della Storia e della società italiana presentati e commentati dal critico cinematografico Fabrizio Fogliato in collaborazione con MPLC ITALIA srl
Scrive Fogliato:“Chi siamo noi italiani? Come siamo in realtà? E perché siamo a quel modo? Nel corso del tempo siamo cambiati noi o è cambiato il mondo? Esistono veramente “due Italie”?: quella della civiltà immortale e quella delle sciagure nazionali; quella della cultura e quella dell’ignoranza e dell’analfabetismo funzionale; quella della famiglia e quella del rifiuto della famiglia; quella gattopardesca e quella che vuole cambiare il mondo; l’Italia che amano i turisti e quella degli italiani che odiano l’Italia.
Domande impossibili? Forse, ma a cui il cinema ha provato – se non a dare risposte – ad indagare dietro le apparenze e a porre in maniera critica questioni come il lavoro, il benessere, la famiglia”
Ecco dunque il primo film, giovedì 26 settembre, “A ciascuno il suo” di Elio Petri con Gian Maria Volontè di cui ricorrono i 30anni dalla morte. Il film, datato 1967, è tratto dall’amonimo libro di Leonardo Sciascia, non è però solo un film di mafia, perché adotta una prospettiva che abbandona le secche della sociologia spiccia e si addentra nei territori di un esistenzialismo cupo e funereo. Così, l’indagine condotta dal professore liceale Paolo Laurana serve non solo a svelare conflitti atavici e connivenze equivoche di una terra martoriata dal malaffare ma anche a mostrare la crisi di un intellettuale incapace di fare i conti con la realtà.
Una curiosità: alla sua uscita nelle sale cinematografiche il film fu bloccato e subì un ritardo nella programmazione per l’immediato sequestro del suo manifesto che venne cambiato in corsa. Petri, indignato, commentò ai giornalisti l’accaduto con queste parole: “Una scena normalissima, i due giovani sdraiati su un prato, lui le tiene un braccio sotto la nuca e tenta di baciarla e lei, vestitissima, si sottrae; nel movimento, si vedono un pochino le gambe. Tutto qui. Eppure sono stati rapidi come razzi in questa nostra Italia dove per far qualsiasi cosa ci vogliono secoli. È perlomeno sospetto”.
Il 10 ottobre si racconta un episodio risalente alla prima guerra mondiale in “Uomini contro” per la regia di Francesco Rosi. Anche questo è un film tratto da un romanzo, “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu. L’opera, di impronta pacifista e antiautoritaria, mette in luce la follia della guerra e descrive impietosamente l’impreparazione e l’arroganza dei comandanti militari italiani. Francesco Rosi ha ricordato a proposito del suo film del 1970: “Per Uomini contro venni denunciato per vilipendio dell’esercito, ma sono stato assolto in istruttoria. Il film venne boicottato, per ammissione esplicita di chi lo fece: fu tolto dai cinema in cui passava con la scusa che arrivavano telefonate minatorie. Ebbe l’onore di essere oggetto dei comizi del generale De Lorenzo, abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana, che a quell’epoca non si fece certo scrupolo di fare pubblicità a un film in questo modo”. Anche in “Uomini contro” Gian Maria Volontè fu grande protagonista

La rassegna Raccontiamo l’Italia racconta il fascismo attraverso il film di Bernardo Bertolucci “Il conformista” il 24 ottobre. Tra le decine di film che trattano l’argomento, il curatore Fogliato ha scelto questo tratto da un famoso romanzo di Alberto Moravia. Il protagonista Marcello Clerici, agente della polizia segreta fascista, si reca a Parigi in viaggio di nozze alle soglie della seconda guerra mondiale. La luna di miele nella capitale francese è però una copertura: all’insaputa della moglie, l’uomo deve eliminare un suo vecchio professore ora dissidente.
Il critico Morando Morandini scrive a proposito del film: “Il sesso e il fascismo sono i due poli del Conformista. O, se si preferisce, la polpa e la buccia. Il conformista Marcello ha sete di normalità per coprire la propria inconfessata e temuta anormalità sessuale. È fascista perché vede nel fascismo il mito collettivo cui immolare, nel miraggio dell’ordine, il proprio disordine, quel che lo fa diverso dagli altri. In nome del fascismo uccide, nell’illusione di riscattare un delitto precedente con un’azione criminosa, ma legalizzata. Risulta piuttosto chiaro che in Marcello il fascismo è l’accidente, il conformismo è la sostanza: questo conformismo è fascista, ma potrebbe essere altro in diverse circostanze storiche. Sarebbe comodo ridurreIl conformista a un film ‘sul’ fascista, cioè in costume, trascurandone la carica critica di una classe e di una generazione”.