Evade dai domiciliari e semina il terrore nella “bassa” comasca: 18enne rumeno fermato dai carabinieri

Pericolosa escalation criminale del ragazzo che era stato messo ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Tanti reati in pochi giorni, qui il dettaglio
Importante operazione dei carabinieri della Stazione di Turate, in collaborazione con i militari lomazzesi: al termine di una serie di accertamenti, hanno rintracciato ed arrestato a casa sua un pericoloso pregiudicato 18enne di origini rumene che doveva essere accompagnato in carcere in seguito ad un provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità Giudiziaria. Il provvedimento, si era reso necessario in seguito all’evasione a metà luglio dal proprio domicilio, accertato nel corso delle notte dai militari lomazzesi, inviati sul posto dalla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Cantu’, poichè il “braccialetto elettronico” aveva segnalato delle anomalie, ed effettivamente il giovane pregiudicato non è stato trovato a casa.
Nei giorni seguenti all’evasione, i militari turatesi sono intervenuti in più occasioni in cui il 18enne si èeso responsabile di numerosi reati, accumulando più denunce. Il dettaglio:
- Il 22 luglio denunciato per tentata rapina aggravata in concorso, poiché in seguito ad una serie di accertamenti svolti con metodo tradizionale e con l’ausilio delle nuove tecnologie di riconoscimento, è stato riconosciuto quale complice del reato commesso due giorni prima.
- Il 23 luglio, nuovamente denunciato poichè nel corso della notte, alle 4 circa del mattino, nel centro di Rovello Porro, è stato intercettato da una pattuglia della Stazione di Turate mentre stava rubando un auto. Ne è nato un pericoloso inseguimento, al termine del quale il 18enne usciva di strada andando a sbattere contro un cartello stradale, abbandonando successivamente l’auto e scappando a piedi.
- Il 27 luglio, nel corso della notte, il 18enne si sarebbe reso responsabile di un furto e di due tentati furti in abitazione, commessi nel Comune di Rovello Porro. L’attività investigativa dei militari ha permesso di ricostruire, attraverso la raccolta delle testimonianze e dalla visione dei sistemi di videosorveglianza, il percorso del giovane pregiudicato, permettendo una dettagliata segnalazione all’Autorità Giudiziaria.