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Asso, omicidio in caserma: il brigadiere che ha ucciso il comandante va in Comunità, niente condanna

3 luglio 2024 | 19:32
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Asso, omicidio in caserma: il brigadiere che ha ucciso il comandante va in Comunità, niente condanna
Asso, omicidio in caserma: il brigadiere che ha ucciso il comandante va in Comunità, niente condanna
Asso, omicidio in caserma: il brigadiere che ha ucciso il comandante va in Comunità, niente condanna
Asso, omicidio in caserma: il brigadiere che ha ucciso il comandante va in Comunità, niente condanna
Asso, omicidio in caserma: il brigadiere che ha ucciso il comandante va in Comunità, niente condanna
Asso, omicidio in caserma: il brigadiere che ha ucciso il comandante va in Comunità, niente condanna

Niente risarcimento alle parti civili con questa decisione: i familiari di Furceri e del militare ferito per bloccare il brigadiere. La motivazione

Un verdetto che, a primo impatto, lascia davvero perplessi. Ma che è frutto di una perizia psichiatrica che lo ha definito del tutto incapace di intendere e di volere. Di fatto questo significa non punibile in alcun modo. Il Tribunle militare di Verona ha assolto – sentenza arrivata oggi – con formula piena il brigadiere Antonio ilia che nell’ottobre del 2022 ha ucciso il comandante Doriano Furceri in caserma ad Asso e poi si è barricato nei locali dando vita ad un lunghissimo tira e molla prima di venire fermato (al mattino seguente). Milia del tutto incapace quando ha esploso i colpi verso il superiore. Di fatto non è imputabile nè punibile secondo la legge italiana.

rilievi dei ris caserma carabinieri di Asso dopo la sparatoria di ieri sera morto comandante

Per il brigadiere disposta una misura di sicurezza in una comunità di cura per 5 anni. L’accusa aveva chiesto una condanna a 24 anni. Le parti civili si erano associate alla richiesta di condanna e avevano chiesto un risarcimento danni. Con l’assoluzione vengono, di fatto, respinte anche le istanze delle parti civili (familiari di Doriano Furceri e il carabiniere del Gis ferito nel blitz per fermare Milia).

Il Tribunale militare di Verona ha disposto anche la trasmissione degli atti alla Procura per valutare eventuali responsabilità penali degli operatori sanitari che avevano dato il via libera al brigadiere Milia per tornare in servizio dopo un periodo di assenza per una malattia psichiatrica. Milia, infatti, era rientrato da poco quando dopo un litigio con il comandante lo ha ucciso all’ingresso della caserma.

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