L’Orrore non ha voce/4. Al Joshua “Lo sconosciuto” con musica dal vivo

Il film horror del 1927 riproposto con colonna sonora suonata live questa sera a Como
Lo sconosciuto, film muto del 1927 diretto da Tod Browning è un morboso e malsano melodramma sull’ossessione e il desiderio che sfrutta le armi spettacolari – l’orrore, il thriller, il crime-movie – per imbastire una lettura psicanalitica spietata dei personaggi, con una resa per immagini di grande modernità, in grado di travalicare il tempo e lo spazio.
Questa sera alle 21.30, per il quarto appuntamento con la rassegna dedicata ai classici del cinema muto dell’orrore, “L’Orrore non ha voce” all’Arci Joshua Blues Club di Albate, è Lo sconosiuto il film che verrà proiettato con una colonna sonora suonata dal vivo per commentare l’amore segreto del circense senza braccia Alonzo per la bella Nanon, sua partner nello spettacolo.
Tod Browning è un esperto di film maledetti. Il suo interesse verso il lato oscuro dell’umanità e del cinema lo ha spesso spinto a mostrare ciò che non si poteva (come in Freaks) o ciò che non si doveva, come il caso di Lo sconosciuto (The Unknown), film perduto, ritrovato, mutilato e poi rinato.
Il film parla proprio di mutilazioni e, infatti, racconta la storia “cronenberghiana” di un uomo (Lon Chaney) che lavora in un circo, non ha le braccia e si esibisce solo gambe e piedi. Il protagonista ha in realtà nascosto i suoi arti superiori per rifugiarsi nel circo e sfuggire alla polizia che lo ricerca per vari crimini usando il suo doppio pollice come segno identificativo.

L’amore per Nanon (Joan Crawford), che non sopporta l’abbraccio degli uomini, lo porterà a un gesto estremo, ma fatalmente inutile. Browning, assieme agli sceneggiatori Waldemar Young e Joseph Farnham, compone un melodramma orrifico che racconta come le pulsioni profonde e nascoste della psiche – qui identificata con i sentimenti nella loro versione follemente romantica – conducano il corpo a mutare, la persona a voler distorcere non solo la propria immagine, ma soprattutto la propria forma, a volerla modificare per aderire alle richieste dell’altro. Gli archetipi del circo come luogo maledetto (il protagonista Alonzo si esibisce assieme a un nano, Cojo, che in scena è sempre abbigliato come un diavolo) amati dal regista consentono di caricare l’atmosfera di un’abiezione che si riversa poi sui corpi, soprattutto su quello di Chaney, che recita senza l’ausilio delle braccia, rimodulando la forma del suo torace e la sua postura dentro armature strettissime, il cui impedimento fisico è sovrastato dal suo carisma, dalla sua espressività realmente perversa e diabolica, capace di esprimere con vigore e lucidità il centro tutto intimo del conflitto messo in scena, che arriva nel finale a punte di crudeltà straordinarie.

Contributo artistico
È consigliata la pre-iscrizione tesseramento on-line a questo link: https://portale.arci.it/preadesione/joshua-blues-club/