Ex tintostamperia val mulini

Gener-azioni 24, la nuova stagione parte con Renato Sarti

Sabato 20 gennaio la Cooperativa AttivaMente ospiterà il primo spettacolo dal titolo "I Me clamava per nome" di Renato Sarti

I me clamava per nome Renato Sarti ex Tintostamperia Val Mulini

Nel fine settimana, alla Ex Tintostamperia Val Mulini di Como, si aprirà ufficialmente la stagione di Gener-azioni 2024, con il primo spettacolo di una rassegna teatrale che, per 8 appuntamenti, avrà per protagonisti alcuni grandi artisti italiani, come Renato Sarti e Laura Curino. «Per noi – ha spiegato Bruno Rampoldi, amministratore delegato del Consorzio Abitare, artefice e animatore di Gener-Azioniil teatro è passione. Contribuire ad offrire alla città una serie di spettacoli di questo livello è un orgoglio. Ma il teatro è anche, a suo modo, uno strumento di lavoro e di azione per la rigenerazione delle aree intorno alla Tintostamperia della Val Mulini. In questi anni abbiamo allestito palchi e scene effimeri in un’area che era dismessa, contribuendo a costruire un futuro possibile, basato su arte e cultura».

Importante sarà anche la collaborazione con la Cooperativa AttivaMente, che ospiterà gli spettacoli nel suo Salone nell’ex Pastificio Castelli, di fianco alla ex Tintostamperia Val Mulini. «Non è solo una vicinanza fisica – ha raccontato il suo presidente Jacopo Boschinisosteniamo e collaboriamo con Gener-Azioni perché è uno straordinario contenitore di idee e di occasioni di inclusione. Per questo gli spettacoli che presentiamo in questa prima metà del 2024 sono significative testimonianze di quello che possiamo definire teatro civile».

Sarà infatti lo spazio di via Pastrengo 15 ad accogliere, sabato 20 gennaio, alle ore 19.30, la piéce teatrale dal titolo I ME CIAMAVA PER NOME: 44.787 – Risiera di San Sabba, con il testo e la regia Renato Sarti, tratto da testimonianze di ex deportati raccolte da Marco Coslovich e Silva Bon per l’Irsrec FVG , con Valentina Picello e Renato Sarti, i brani musicali di Alfredo Lacosegliaz e Moni Ovadia, foto e video di Miran Hrovatin, Alessio Zerial, Videoest e Irsrec FVG.

I me clamava per nome Renato Sarti ex Tintostamperia Val Mulini

Lo spettacolo, segnalato speciale e premio produzione Riccione per il Teatro 1995, che gode del sostegno di ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati) e ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), racconta un luogo drammatico ed emblematico come la Risiera di San Sabba, l’unico lager nazista in Italia, che provocò la morte di migliaia di donne, uomini e bambini. Renato Sarti e Valentina Picello narrano le testimonianze di ex deportati.

«Pochi sanno cosa sia stata, in tutto il suo orrore, la Risiera di San Sabba a Trieste, unico lager nazista in Italia munito di forno crematorio (da tremila a cinquemila le vittime) – ha scritto Renato Sarti nella presentazione dello spettacoloUn colpevole oblio ha soffocato fin dall’immediato dopoguerra le voci, a volte ha inquinato le prove, di quanto accadde poco più di settantacinque anni fa. Quando gli storici triestini Marco Coslovich e Silva Bon dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia mi misero a disposizione le testimonianze dei sopravvissuti e le deposizioni dei carnefici (criminali nazisti responsabili fra l’altro dell’Aktion Reinhard, l’eliminazione di circa due milioni di ebrei in Polonia), mi sono immediatamente reso conto di avere fra le mani un patrimonio storico, sociale, politico e umano straordinario. Un patrimonio che, a differenza di quanto successo in precedenza, non andava dilapidato bensì valorizzato. Una visione “dal basso” e “dal di dentro” di quei terribili avvenimenti, espressa con un linguaggio del tutto particolare. “Credo che ogni persona dovrebbe sapere e non dimenticare” afferma uno dei sopravvissuti. Questa frase l’abbiamo fatta nostra nella speranza che, in nome dei valori che ispirarono la Resistenza e la lotta di Liberazione, la memoria storica di quel passato possa fare da argine, oggi, a nuovi e pericolosissimi fenomeni nazionalistici, razzisti, fascisti e xenofobi».

Ingresso libero con prenotazione obbligatoria

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