“Ora e sempre accoglienza”, una giornata di riflessione e festa a Valbrona

Sabato 1 luglio l’associazione Donatella “Lella” Moltani organizza l’evento “Ora e sempre accoglienza”: il programma della giornata
Per raccontare la propria esperienza, ma anche quella altrettanto benefica della parrocchia di Rebbio, dell’associazione Como Accoglie e della cooperativa Miledù, l’associazione Donatella “Lella” Molteni Onlus organizza, per sabato 1 luglio, nella sua sede di Valbrona, in via alla Fontana 18, una giornata intitolata Ora e sempre accoglienza.
L’evento si aprirà alle 17, con la tavola rotonda che vedrà confrontarsi don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio, che ha trasformato il suo oratorio in un esempio di accoglienza e condivisione, Duccio Facchini, direttore del periodico Altreconomia e l’avvocata Imma Iglio Rezzonico, che a Lugano si batte per i diritti delle persone migranti. Alle 19 è previsto uno sfizioso aperitivo e, alle 20.30, il concerto di Marioeilprogettoperfetto.
Ingresso gratuito con libera sottoscrizione per aperitivo e concerto.
Gradita prenotazione al numero 3899420541 oppure alla mail lellamoltani.onlus@gmail.com

L’Associazione Donatella “Lella” Moltani Onlus, da sette anni, accoglie donne e bimbi vittime di violenze, della guerra e della fame nella propria casa di 320 mq con ampio giardino a Valbrona, acquistata grazie alla donazione di “Lella”, una donna con sindrome di Down e seri problemi di salute fin dalla nascita, che ha lasciato in eredità i suoi risparmi con il preciso scopo di aiutare donne e bambini in difficoltà.
«In questi sette anni – ha raccontato il presidente dell’associazione Donatella “Lella” Moltani Onlus Edoardo Gusmaroli – la nostra casa ha accolto più di 25 bambini e tante mamme e donne vittime della tratta della prostituzione, di violenze, stupri e torture. Abbiamo imparato a stare insieme – tra etnie, religioni e culture diverse – cercando il bene comune. È un percorso faticoso, perché non è sempre facile sentirsi tutti parte della stessa umanità… d’altra parte, soprattutto osservando le bimbe e i bimbi… se cominciamo a pensare che ciò che è bene per noi deve essere bene anche per gli altri, per tutti, allora la strada si fa più semplice. È un’impresa che impone di fare i conti con emozioni forti: esperienze viste, sentite e vissute che lasciano il segno. È anche, nel racconto di chi la vive, un’impresa molto gratificante. Abbiamo gioito per ogni permesso umanitario ottenuto, per le bimbe e i bimbi che tornano a giocare e vanno a scuola, per le madri che ora hanno una casa e un lavoro e possono realizzare la loro vita e crescere i figli serenamente. Quest’esperienza di accoglienza ha arricchito le nostre vite, ci ha reso donne e uomini migliori; aprendoci la mente e il cuore, ci ha permesso di conoscere e riscoprire l’empatia – prerogrativa umana innata nei bambini ma che spesso noi adulti fatichiamo a coltivare».