Nelle ultime settimane i risparmiatori hanno riscoperto la passione per gli investimenti in borsa: gli indici internazionali, infatti, proprio quando sembravano ormai sull’orlo del baratro – a fine settembre la maggior parte dei benchmark aveva aggiornato i bottom annuali – hanno inanellato una serie di chiusure giornaliere che hanno riportato rapidamente le quotazioni a ridosso di resistenze molto importanti, contribuendo a rinfrancare il sentiment degli operatori. La circostanza, com’era facilmente prevedibile, ha rappresentato il pretesto per spostare l’interesse degli investitori verso i titoli azionari, soprattutto in virtù di un contesto in cui è forte l’esigenza di proteggere i patrimoni personali dalla svalutazione in termini reali provocata da un’inflazione strisciante.
Strategie di investimento sui titoli azionari
La speranza di molti è che il movimento in corso possa addirittura sfociare nel cosiddetto rally di fine anno: questa eventualità raddrizzerebbe una situazione che solo poco mesi fa sembrava definitivamente compromessa, e costituirebbe una grande opportunità per chi fino ad oggi era rimasto in stand by in attesa di tempi migliori.
Naturalmente gli addetti ai lavori i invitano alla cautela, facendo notare come le incertezze di ieri non sono sicuramente venute meno improvvisamente; per questo motivo va bene orientare le scelte di investimento verso il comparto equity, ma sempre all’interno di una pianificazione finanziaria che tenga conto delle caratteristiche del risparmiatore – tolleranza al rischio e orizzonte temporale – e che preveda una corretta diversificazione. Eventualmente i profili più esperti possono proteggere la componente strategica dell’allocazione di portafoglio con operazioni tattiche di breve termine.
Fare cherry picking su azioni con dividendo, per esempio, consente di approcciarsi al mercato in un modo molto efficace: non a caso la selezione di titoli con questa peculiarità risulta estremamente funzionale nel caso in cui si renda necessario generare un flusso di liquidità nel lasso di tempo in cui l’immobilizzazione è in essere. A tal proposito può essere di grande utilità approntare una watch list, costituita da sottostanti che distribuiscono utili.
Azioni: dividendi generosi e buone prospettive di crescita
Exxon Mobil, il colosso del settore petrolifero fondato da John Rockefeller, è un titolo da prendere in considerazione per un eventuale inserimento nel portafoglio di investimento: i dati di bilancio sono eccezionalmente robusti, senza dimenticare che il gruppo può contare su un business redditizio; la compagnia, nella fattispecie, può vantare una produzione annua superiore ai 2 milioni di barili di liquidi, nonché una produzione giornaliera oltre gli 8 piedi cubi di gas. Rimanendo nel comparto energetico riconducibile però alle fonti rinnovabili, merita una citazione NRG Energy, punto di riferimento delle società Green: anche se il dividend yield non è elevatissimo, occorre evidenziare come l’azienda presenti conti in ordine e operi un un segmento con buone prospettive di crescita.
Enbridge è un altro titolo da mettere sotto la lente per il suo ricco dividendo; si tratta di una compagnia strutturata su vari livelli: una divisione che si occupa del trasporto di idrocarburi negli Stati Uniti ed in Canada ed un complesso per lo sfruttamento delle energie rinnovabili incentrato su progetti eolici onshore e offshore. Fra i Big Tech con un importante dividend yield emerge il nome di Intel: il più grande produttore di chip sulla faccia della terra non ha certo bisogno di presentazioni, non è un mistero infatti che i microprocessori dell’azienda alimentano i mercati globali dei personal computer e dei data center.
Nel settore farmaceutico un’azione da monitorare con attenzione è Abbvie, non solo per la distribuzione degli utili, ma soprattutto per la sua forte esposizione nel campo dell’oncologia e dell’immunologia, nicchie che, grazie ai continui progressi, promettono elevati tassi di crescita. Infine in un pool di titoli ben diversificato non può mancare un sempreverde del food and beverage come Mcdonald’s, società che puntualmente viene etichettata come obsoleta, ma che con regolarità si riscatta forte di numeri che in pochi possono vantare.
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