Brutta vicenda

Locate Varesino, anni di abusi e violenze: obbligo di dimora ad coppia di coniugi

L'ordinanza del G.I.P. prevede che i coniugi stiano ad almeno 500 metri dalla persona offesa e dai suoi figli e non possano uscire dal comune di residenza

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Nella mattinata dello scorso 4 ottobre, gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Como hanno messo in atto, nei confronti di due coniugi residenti a Locate Varesino, un’ordinanza del G.I.P. presso il tribunale di Milano, che prevede l’obbligo di dimora nello stesso Comune e il divieto di avvicinamento nei confronti di una ragazza, sulla quale la coppia ha ripetutamente usato violenza, subito dopo il compimento della maggiore età.

La giovane, infatti, ospitata presso i coniugi e la loro abitazione, è stata vittima di ripetute violenze sessuali, spesso conclusesi con l’infibulazione, e di gravi condotte vessatorie, sfociate in rapimenti e sequestri di persona, che non si sono concluse nemmeno quando la stessa è riuscita a fuggire in un’altra regione, venendo lì rintracciata e sottoposta nuovamente a tali atti.

Le misure sono il frutto di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ed eseguita dalla Squadra Mobile di Como, che ha consentito di assumere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, che comunque andranno confermati in sede processuale, in ordine al reato di riduzione in schiavitù e violenza sessuale di gruppo, perpetrati nei confronti della persona offesa dal 1999 al 2015.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, infatti, le violenze si sarebbero verificate anche nel corso di riti aventi le caratteristiche tipiche delle messe sataniche, con la recita di litanie da parte degli indagati incappucciati ed al cospetto di crocifissi capovolti.

Durante la perquisizione eseguita dai poliziotti della Squadra Mobile in occasione dell’esecuzione dell’ordinanza, è stata riscontrata la presenza delle intercapedini in cui la persona offesa ha riferito di essere stata segregata durante la sua permanenza presso la casa degli indagati e ulteriori elementi, al momento al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.

Per quanto sopra, dunque, i coniugi dovranno stare ad almeno 500 metri dalla persona offesa e dai suoi figli e non potranno uscire dal comune di residenza.

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