30 anni fa a Barcellona, quel sorriso indimenticabile di Fabio: campione olimpico!

2 agosto 2022 | 15:49
Share0

Il ciclista comasco trionfa a Barcellona dopo una prova perfetta. Rivediamo le immagini ed il trionfo. Tre anni dopo il dolore.

Sono passati esattamente 30 anni. Era il 2 agosto 1992, circuito di Barcellona. Lì, davanti a tanti amici e simpatizzanti arrivati dalla sua Albese, Fabio Casartelli regala una gioia strepitosa all’Italia del ciclismo conquistando, di forza, il titolo olimpico nella prova in linea dei dilettanti.

E’ Gualdi a lanciare la fuga decisiva insieme ad altri 8 corridori, Casartelli inizialmente resta in gruppo e poi segue lo scatto del lettone Ozols e i due ci impiegano quasi un giro di circuito per rientrare sulla fuga. Con due italiani nel gruppo di testa gli altri non tirano e provano a scattare: l’azione decisiva è dell’olandese Dekker. A quel punto Casartelli si aggancia, con lui Ozols, restano in tre a giocarsi la vittoria. La volata finale è fatta di attesa, i tre si studiano, Fabio è bravo a restare dietro quel tanto che basta a scattare e lasciare lì i compagni di fuga, azione di classe di chi sa come si impostano gli sprint. Dekker alza addirittura le braccia in alto prima di Fabio, esultando per l’argento.

Sono arrivati in tanti da Albese con Cassano che già una medaglia olimpica l’aveva vinta con Paolo Pedretti nell’inseguimento a Los Angeles nel 1932. In testa il papà di Fabio, Sergio, a guidare la festa. La voce di De Zan, nel momento dello scatto finale di Casartelli, è quella gioiosa di chi sta raccontando un’impresa spensierata e storica al tempo stesso, un’esultanza quasi fanciullesca, potere del ciclismo. C’è il sorriso di Fabio dopo l’arrivo, sul podio, con quelle foto indelebili che restano nella memoria. Un sorriso che è un marchio di fabbrica, un modo di esistere, di stare al mondo. Lo dicono e testimoniano tutti quelli che lo hanno conosciuto. Che resta impresso ancora di più a 30 anni di distanza. Un’impresa che va ricordata, che è storia. Un oro che poteva essere solo l’inizio, se non ci fosse stato quel maledetto 18 luglio 1995, quella caduta fatale nella discesa del Colle di Portet d’Aspet. Ma 30 anni dopo quell’oro continua a brillare, su quella maglia così celeste, con quel sorriso che nessuno ha mai dimenticato. Tre anni dopo il trionfo per Fabio il tragico incidente al Tour de France: una caduta e la morte.

Oggi ad Albese tanti suoi amici – che erano allora sul circuito olimpico – lo hanno ricordato quel giorno del 1992: in alcuni bar di Albese campeggia ancora (foto che ci ha inviato l’alico Cosimo Schirò) la sua bella foto con maglia iridata e il suo autografo.