Industria Lombarda, bene anche il secondo trimestre. Ma preoccupa il futuro

L’industria lombarda prosegue nella sua crescita, ma più lentamente. L’assessore Guidesi: “cercheremo di ridare fiducia e prospettiva”
La domanda resta positiva, con spazi per crescere che si restringono: la produzione industriale lombarda registra +1,6% rispetto al I° trimestre 2022, riducendo così l’intensità della crescita congiunturale ma restando in territorio positivo. Questo è quanto hanno fatto sapere Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia in merito ai dati congiunturali del secondo trimestre della manifattura lombarda, con la variazione tendenziale sullo stesso trimestre dell’anno scorso pari a un solido +7,4%.
«I dati confermano il momento positivo ma anche una crescita della preoccupazione rispetto al futuro – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – a sistema siamo pronti e cercheremo, attraverso il nostro sostegno ed i nostri strumenti, di ridare fiducia e prospettiva». «Il quadro per la produzione lombarda rimane positivo anche nel secondo trimestre ma si sta progressivamente esaurendo la spinta del forte rimbalzo post crisi – ha commentato il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – Ne risentono le aspettative degli imprenditori per il futuro, che viene visto con preoccupazione sia per la domanda interna che per quella estera, con una incertezza che si riflette anche sull’andamento della seconda parte del 2022».
Le aspettative delle aziende per il prossimo trimestre si fanno quindi più caute, anche se la maggior parte dei settori industriali mantengono significativi incrementi tendenziali dei livelli produttivi. Da segnalare l’ottima performance del sistema moda: abbigliamento (+30,6%), pelli-calzature (+19,4%) e tessile (+14,3%), tutti settori ripartiti tardi e ora in sensibile recupero che riescono così a superare i livelli pre-crisi. Incrementi sopra la media anche per manifatturiere varie e minerali non metalliferi (+13,0%).Tassi di crescita di poco superiori alla media per legno-mobilio (+9,3%) e carta-stampa (+9,6%). Perfettamente in linea con la media il risultato della meccanica (+7,4%). In crescita, ma con intensità minori anche chimica (+5,6%), siderurgia e gomma-plastica (+4,7%). In contrazione tendenziale solo i mezzi di trasporto (-5,8%). Il positivo andamento del comparto moda è confermato anche dalle imprese artigiane. I risultati meno entusiasmanti, ma ancora positivi, si hanno nel comparto artigiano per alimentari (+3,9%) e siderurgia (+0,4%).
I prezzi delle materie prime presentano, però, una dinamica congiunturale in continuo e forte rialzo per tutti i comparti. Per l’industria, dai primi segnali d’incremento di fine 2020 (+2,1%) l’accelerazione è proseguita nel corso del 2021 e si assesta ora a +11,6% congiunturale. L’artigianato mostra una dinamica simile passando dal +2,6% di fine 2020 al +16,0% di questo trimestre. I prezzi dei prodotti finiti seguono ancora da lontano l’incremento delle materie prime registrando un +6,9% per l’industria e un +8,6% per l’artigianato.
Infine, l’occupazione dell’industria dà saldo positivo (+0,5%). Rimane stabile la quota di imprese che ha fatto ricorso alla CIG: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione si attesta al 6,4%, ma le ore di CIG utilizzate aumentano, con un tasso sul monte ore salito al 2,0%. Ciò non vale per l’artigianato che, a fronte di un saldo occupazionale anch’esso di poco sopra lo zero (+0,2%), registra ancora livelli minimi di utilizzo della CIG.