Ex allievi del setificio

Un corso per lo sviluppo delle Soft Skill

Generico gennaio 2022

 

 L’ASSOCIAZIONE EX ALLIEVI SETIFICIO si è fatta promotrice di un’iniziativa formativa basata su un percorso realizzato, e già ampiamente sperimentato, dalla SUPSI – Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, che va a sviluppare le Soft Skill indispensabili per ottenere risultati concreti in termini di efficacia ed efficienza nel mondo del lavoro così come in quello della ricerca e sviluppo.

Dal 21 gennaio al 10 giugno, con lezioni online e due moduli in presenza al Museo della Seta di Como, parte un corso di 120 ore per superare le difficoltà attuali verso un futuro più tecnologico e sfidante con il contributo e sostegno di Fondazione Setificio, Museo della Seta, Istituro Setificio Paolo Carcano, ENFAPI Como.

Abbiamo chiesto al Presidente dell’Associazione Ex Allievi del Setificio,  Alessandro Ventimiglia,  quale è stata l’idea ispiratrice dell’iniziativa. “Durante la prima fase della pandemia ci siamo resi conto che il mondo del lavoro stava richiedendo degli immediati aggiornamenti, proprio in relazione all’accelerazione dei cambiamenti di vita che la stessa pandemia stava sviluppando.
Lo spunto poi per procedere a un corso di formazione ci è arrivato dalla scuola stessa, guardando agli studenti dopo il diploma, e poi il tutto si è concretizzato grazie agli incontri che abbiamo avuto con Elia Contoz – la docente che in SUPSI ha già realizzato tre edizioni di questo percorso formativo ottenendo riscontri molto positivi.
Ci siamo resi conto, in sintesi, che un’operazione di questo genere avrebbe rappresentato un’opportunità di crescita della cultura professionale anche nel territorio comasco, con proficue ricadute sui partecipanti e sulle aziende nelle quali operano. Parliamo del contesto imprenditoriale comasco in genere, in quanto la proposta è indirizzata a qualsiasi settore di attività e non riguarda solo il settore tessile.
L’obiettivo è quello di fornire e rinforzare le competenze che servono per affrontare uno scenario caratterizzato da imprevedibilità, criticità, velocità, complessità che nascono della combinazione tra ambiente socio/culturale e tecnologia.
Questo scenario rende continuamente obsolete le modalità che utilizziamo, competenze che vanno oltre quelle specificatamente tecniche e, senza le quali, si corre il rischio di risultare del tutto inadeguati nell’affrontare molto aspetti del vivere e del lavorare”.

Anche Graziano Brenna, Presidente di Fondazione Setificio, ribadisce l’utilità di un corso di questo livello: “In questo momento così delicato per la nostra economia e la nostra società è importante fornire dei sostegni che abbiano valore nell’immediato ma anche nel tempo. Le nostre aziende stanno reagendo con vigore alle difficoltà contingenti e ai continui mutamenti di scenario e avere collaboratori in grado di dialogare a livello internazionale con maggior autorevolezza e maggior efficienza è un punto di forza notevole che può fare la differenza. Inoltre questo percorso formativo va incontro alle esigenze anche dei più giovani, usciti da poco dalle scuole superiori o altro, e che hanno l’opportunità di rafforzare la propria preparazione per sapere meglio esprimere e affermare le proprie capacità. Penso pertanto anche a chi esce dal Setificio, che può unire una formazione tecnica molto specifica e di qualità a competenze relazionali trasversali spendibili in vari contesti, molto utili anche in fase di ricerca del lavoro”.

 
Quali sono le caratteristiche e i contenuti dell’iniziativa? Ne parliamo con la docente Elia Contoz: Ci sono numerose motivazioni per aderire a questa tipologia di corso. Oltre a quanto sintetizzato da Alessandro Ventimiglia e Graziano Brenna, aggiungerei alcuni altri fattori che rendono ineluttabile il passaggio da comportamenti abituali a comportamenti da apprendere:

1) l’incidenza della digitalizzazione, es. iper-connessione, smart working; 2) la sempre maggiore interdisciplinarietà, ossia la capacità di dialogare con esperti di differenti mansioni e discipline o, addirittura, di svolgere più ruoli; 3) il tempo a disposizione sempre più compresso; 4) la necessità di apprendere e applicare metodologie nuove, es. Project Management, Agile, Prince, Togaf, ecc.; 5) la difficoltà relazionale – accentuatasi negli ultimi anni – indotta dalle differenze di linguaggio e di impronta socio/culturale tra le diverse generazioni che si trovano a operare nello stesso ambiente.

A tutto ciò vano aggiunte le conseguenze della pandemia da Covid-19. Conseguenze che riteniamo sia opportuno valutare su due livelli. Il primo è quello di immediata percezione, cioè le difficoltà di gestione dell’isolamento e di relazione, le cui conseguenze future non sono facilmente inquadrabili, ma potrebbero ritenersi non del tutto permanenti. Il secondo, a rischio di sottovalutazione, è già percepibile ed è, forse, ancora più pericoloso: l’addebitare alla pandemia la responsabilità di tutti i cambiamenti in atto e perciò ritenere che si debba solo aspettare che finisca, mentre i 5 fattori critici di esposti di cui abbiamo detto sono precedenti alla pandemia, non ne sono la conseguenza e chi – persona o azienda – non ne tiene conto e non prende iniziative per affrontarli rischierà, tolto lo schermo della pandemia stessa, di trovarsi in seria difficoltà.

Ecco che possiamo dedurre il perché dell’iniziativa formativa: fornire alle persone e, di conseguenza, alle Organizzazioni, le competenze per saper impostare, supportare, consolidare, aggiornare con successo le azioni necessarie, ciascuno con la specificità del contesto nel quale opera”.

Ma veniamo agli aspetti concreti del corso. Cosa intendiamo per competenze trasversali o Soft Skill? In letteratura vengono definite come le abilità inter e intra-personali di tipo socio-emotivo. Si tratta dell’insieme di competenze che interessano l’universo relazionale, in quanto fattore decisivo per la realizzazione di qualsiasi attività. In quanto tali intervengono, perciò, in ogni tipo di mansione e sono, sempre di più, il sostegno indispensabile delle competenze tecniche (Hard Skill). Queste ultime, ovviamente necessarie ma non sufficienti, possiamo definirle come il saper fare, mentre le Soft Skill rappresentano il saper essere.

Le Soft Skill sono la risorsa indispensabile per ottenere risultati concreti in termini di efficacia ed efficienza, consentendo di sfruttare il massimo potenziale delle Hard Skill.

È utile sottolineare due aspetti: 1) come qualsiasi competenza, sono la combinazione tra la conoscenza e la capacità di applicazione pratica; 2) possono essere apprese, approfondite e trasformate in patrimonio personale e, per evidente ricaduta, aziendale. L’esperienza e gli studi delle neuroscienze hanno dimostrato la completa infondatezza della vecchia e diffusa opinione che si tratta di doti naturali immodificabili.

Il percorso proposto comprende una serie di Soft Skill che, pur non rappresentando l’intero universo di quelle che posso essere esplorate, ha la caratteristica di proporre in 11 tappe le più significative per un’attività lavorativa consapevole e, soprattutto, riescono a determinare un effetto sinergico tale per cui la sommatoria dei risultati è superiore alla semplice somma dei singoli moduli.

 

Lo sviluppo delle Soft Skill

Le competenze per un nuovo Project Management 

Una proposta formativa di SUPSI – Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana – promossa da Associazione Ex Allievi del Setificio e Fondazione Setificio

In collaborazione con: Museo della Seta, Enfapi Como, ISIS Paolo Carcano  

Durata del corso: 120 ore – dal 21 Gennaio 2022 al 10 Giugno 2022

Modalità di erogazione: on line + due moduli in presenza, posto le normative vigenti

Frequenza: il venerdì dalle 8.30/13.30 (unico sabato il giorno 29 gennaio 2022)

Iscrizioni: entro il 14 Gennaio 2022 – presso Enfapi Como – info.lurate@enfapicomo.it

Sede in presenza: Museo della Seta, Como, Via Castelnuovo 9

Docente: Elia Contoz – Docente a contratto SUPSI – Dipartimento tecnologie innovative

Info: e.contoz@formed.infoCell.00393356133240

 

 

 

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