“Corpo senza organi” mostra fotografica di Marco Frigerio con le opere sonore di Alessandro Perini





Como Contemporary Festival riparte, dopo la pausa estiva, con la mostra “Corpo senza Organi” del fotografo Marco Frigerio e le opere di sound art di Alessandro Perini: i Fossili Sonori. L’ esposizione, inaugurata ieri presso il Museo della Seta di Como, resterà allestita fino al 12 dicembre e si concluderà con il concerto dei finalisti del V Concorso Internazionale di Composizione Appassionato Ensemble alla presenza della Giuria internazionale presieduta da Alessandro Solbiati.
In mostra le opere fotografiche di Frigerio che rappresentano il fondamento della sua ricerca negli ultimi quindici anni, quindi i suoi lavori “informati” dalla filosofia di Gilles Deleuze (1.Corpo senza Organi – Teste Cercanti; Cartografie, Apparati di Cattura), ed i lavori legati a quell’aspetto della sua ricerca tesa a ridefinire specificatamente i limiti del linguaggio fotografico (Etnografie Impensabili) . Nel percorso espositivo trovano spazio anche le Crocefissioni, realizzate da Frigerio con delle Polaroid a grande formato (20x25cm), dove il fotografo indaga quello spazio neutro e vuoto e nudo in cui vita e morte respirano insieme. Infine, per completare il curriculum artistico dell’artista, le stampe a grandi dimensioni della serie Working Class, suo primo lavoro sugli effetti del capitalismo nella società contemporanea.

A “Corpo senza Organi” sono presenti poi le opere dell’artista comasco Alessandro Perini – trasferitosi ormai da anni a Malmo, in Svezia – i cui lavori spaziano dalla musica strumentale a quella elettronica e includono installazioni audiovisuali, sistemi luminosi, net-art, land-art e lavori basati sulle vibrazioni, esplorando la costruzione di dispositivi e macchine. Per Como Contemporary Festival Perini espone tre dei suoi Fossili Sonori, artefatti di argilla la cui forma è derivata da fenomeni sonori/geologici. La fotografia si mescola, dunque, con i suoni di un concerto di musica contemporanea, come è ormai tradizione di questo festival che vuole essere anzitutto un momento d’incontro, di ritrovo, in cui la musica si intreccia e si contamina con altre arti.
Domenica 12 dicembre (ore 17), il finissage della mostra “Corpo senza organi” al Museo della Seta di Como sarà l’occasione per i l Concerto Finale del V Concorso Internazionale di Composizione “Appassionato Ensemble” 2021 che prevede l’esecuzione dei cinque brani che hanno superato la fase eliminatoria del concorso, accedendo a quella finale. La Giuria ha potuto selezionare i brani tra una rosa di 96 partiture pervenute da 31 Paesi di tutto il Mondo.
Giuria: Alessandro Solbiati (Italia, Presidente), Mehdi Khayami (Iran), Umberto Pedraglio (Italia)
Programma:
“Altri spettri” per violino, violoncello, clarinetto e pianoforte, di Stefano Bonilauri (Italia);
“Pale flower IVb” per viola sola, di Zhuosheng Jin (Cina);
“Photochoromosomes: Lines II” per clarinetto basso, violino, viola, violoncello e pianoforte, di Emircan Pehlivan (Turchia);
“Rapsodia Mechanica” per flauto contralto, clarinetto, violoncello e pianoforte, di Sungtae Paek (Corea del Sud);
“Sinuosa… emergiò desde el violeta” per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, di Agustìn Felipe Ignacio Castellòn Molina (Cile).
Ricordiamo anche le menzioni speciali che la Giuria ha voluto assegnare nella fase eliminatoria:
“B.cLoUd.E” per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, di Iakovos Maimaris (Cipro);
“Colorabilia” per clarinetto, violoncello e pianoforte, di Miguel Alejandro Mata Sanchez (Messico).
Al termine del concerto la Giuria si riunirà per determinare la partitura vincitrice. La cerimonia di premiazione si terrà subito dopo il concerto.

Marco Frigerio è un fotografo che non pensa che la fotografia abbia necessariamente un rapporto diretto con la realtà, quello che traspare evidente dalla sua ricerca è che la fotografia abbia invece un rapporto diretto con i concetti, con una realtà tutta mentale per la cui traduzione e costruzione, a volte anche artificiosa, Frigerio si affida all’immagine fotografica, ed allora ci appaiono mondi e visioni che si incuneano tra le pieghe del mondo fisico e sociale e politico, la cosiddetta realtà, come a sgambettarla, come a metterne in evidenza la fondamentale inautenticità nel profondo legame che tutti noi intratteniamo con suoi apparati di cattura, gli spazi striati, identità, organismo… in questo senso le immagini di Frigerio sono vere detonazioni nel quotidiano, spazio liscio, linee di fuga, golfi in metastasi, rizoma, Corpo senza Organi…
Davanti alla fotografia di Frigerio è netta la sensazione che non solo le fondamenta su cui si basa la concezione comune del linguaggio fotografico siano erose e sgambettate, ma che così facendo ci sia anche un attacco diretto a tutto ciò che ciò che chiamiamo vita, mondo, quotidiano… perché la vera vita è assente e noi non siamo al mondo…
“Fossili Sonori” opere di sound art di Alessandro Perini
Le forze che hanno plasmato e continuamente plasmano la terra, il paesaggio, il suolo su cui poggiamo i piedi, possono essere pensate come suono. In effetti, la sismografia stessa suggerisce una certa similarità con la forma d’onda: entrambe sono visualizzazioni di fenomeni vibratori.
Tre “Fossili Sonori”, realizzati grazie ad apposite macchine costruite per l’occasione, sono artefatti d’argilla che connettono le forme emerse dall’attività geologica con un latente aspetto sonoro della loro genesi.
Una sismografia parziale, che rappresenta unicamente il movimento della terra sull’asse Est-Ovest, registrata nel 1887 a Moncalieri, è stata utilizzata per programmare una macchina che ha scosso per giorni una certa quantità di argilla liquida. L’argilla si è nel frattempo essiccata, e in essa è stata dunque incorporata la scossa tellurica del 1887, creando il “Fossile Sonoro I: Piano”.
Per creare il “Fossile Sonoro II: Spirale”, su di un disco di argilla è stato inciso un solco che rappresenta la vibrazione registrata nel terreno (sismografia) mentre quella stessa argilla veniva estratta a mano. L’uomo è dunque considerato come forza modificatrice di paesaggio, alla stessa stregua degli agenti naturali.
Nel “Fossile Sonoro III: Linee”, sedici elettrovalvole rilasciano gocce d’acqua su un piano inclinato di argilla, che viene così lentamente eroso; la loro temporizzazione è legata ai 16 bit che costituiscono la registrazione audio digitale dello scorrere del torrente Banna, che sta tuttora erodendo le terre del Pianalto.

“Corpo senza organi”
1 – 12 dicembre
Museo della Seta, via Castelnuovo 9 – Como
Ingresso: ridotto 7,00 euro, intero 10,00 euro
Per prenotare l’ingresso alla mostra scrivere all’indirizzo: prenota@museosetacomo.com
Finissage 12 dicembre, ore 17.00 – Concerto di musica contemporanea con Appassionato Ensemble (su prenotazione)
Orari: da martedì a domenica dalle ore 14 alle ore 18