La lezione d’orchestra con Settembre Classico a Villa del Grumello

Dopo il concerto di Villa Lario e quello dell’Auditorium di San Fermo della Battaglia, domenica 27 giugno l’ultimo concerto della stagione estiva di Settembre Classico – un altro sold out – nel bellissimo contesto di Villa del Grumello a Como. Per l’occasione il Maestro Stefano Nigro e l’ensemble d’archi “Settembre Classico” hanno dato vita a una prova aperta dedicata alla celebre composizione mozartiana “Eine kleine Nachtmusik”, coinvolgendo il pubblico di adulti e bambini nell’attività.
“Oggi salutiamo questa stagione che è statamoltodura e difficile – ha detto la pianista e Direttore Artistico di Settembre Classico Noemi Teruel Serrano in apertura del concerto a Villa del Grumello – che, però, ci ha insegnato molte cose. Una delle più importanti, ma questa noi la sapevamo già, è che il pubblico è l’unico protagonista di qualsiasi impresa artistica; e che il vostro amore così incondizionato anche durante i mesi di lockdown, è l’unico nostro motore”.
È cominciato con queste parole un pomeriggio interessante e particolare, nel quale Maestro Stefano Nigro non solo ha spiegato al pubblico il ruolo del direttore d’orchestra, ma ha mostrato quali sono le dinamiche che stanno alla base di un’esecuzione, quale lo studio, l’interpretazione, l’anima del brano. E come i musicisti, attraverso la loro esecuzione – ma anche per mezzo di attenzione all’insieme e alle indicazioni del direttore d’orchestra – costruiscano, movimento dopo movimento, il concerto.

“La prima cosa che deve fare il direttore è comunicare il tempo che vuole – spiega – perché, a seconda del tempo che si sceglie, cambia il modo di percepire la musica. Attraverso la scelta del tempo si può mettere in risalto il tema: allungare le note, sostenere la frase, non interrompere il ritmo. Quando una frase è lunga, la difficoltà è continuare a sostenerla utilizzando, per esempio, la lunghezza d’arco dei primi violini, mentre ai secondi violini il compito di non interrompere il flusso che si è creato”.
Attenzione a non correre sul finale della frase
“Poi c’è la dinamica. Dopo un inizio forte abbiamo un piano, e dobbiamo riuscire a creare varietà all’interno del discorso musicale; affinché un discorso sia interessante occorre inserire varietà”.
Il movimento del suono
“Per far emergere il tema, i primi violini lo passano ai secondi, ed è come se il suono si muovesse da una parte all’altra per richiamare la nostra attenzione. Più i musicisti riescono a essere consapevoli di quello che succede all’interno della musica, più permettono al tema di essere percepibile; suonare il “piano” per preparare il “forte” che arriva. La difficoltà del forte è non accelerare. Quando sta per tornare il tema non bisogna fare il crescendo, bisogna lottare un po’ con il proprio strumento per lasciare la sorpresa nell’esplosione finale”.
Un pomeriggio, quello proposto da Settembre Classico, con un duplice obiettivo: da una parte cominciare a curiosare quello che succede durante le prove, quando il direttore lavora con l’orchestra ed esegue la sua concertazione, che consiste nello scavare all’interno della partitura, trovare quello che desidera comunicare al pubblico e provare a ottenerlo dai musicisti. Il lavoro di chi dirige è riuscire a far fare ai suoi musicisti ciò che lui vuole ottenere dalla musica. Dall’altra l’obiettivo è provare a entrare in profondità nella musica e scoprire i dettagli all’interno della composizione stessa.
Obiettivi che, attraverso questa bellissima serenata per archi di Mozart, in un pomeriggio a Villa del Grumello, sono stati perfettamente e piacevolmente raggiunti.
Sabrina Sigon