Seconda dose del vaccino in vacanza: più no che si, ma si tratta per un accordo tra regioni




Fontana, al momento, è categorico:”Si deve rientrare per la somministrazione”. Si cerca un accordo, ma è complesso.
Niente richiamo del vaccino nei luoghi di villeggiatura italiani. L’ipotesi, circolata con insistenza nei giorni scorsi, stroncata da tutto ad iniziare dal generale Figliuolo. «Per la seconda dose i lombardi dovranno rientrare dalle ferie oppure posticiparle a seconda del richiamo», ha dichiarato il governatore lombardo Attilio Fontana. «Nel nostro piano vaccinale – ha poi spiegato – abbiamo cercato di mettere pochissimi richiami nelle due settimane centrali di agosto. E quando facciamo il vaccino cerchiamo di chiedere se si è presenti e si cerca di accontentare le persone anticipando o posticipando di qualche giorno». La flessibilità c’è: «Se si rientra nei parametri consentiti si cerca di dare questa opportunità. Sia chiaro, non è una garanzia, ma una possibilità che cerchiamo di concedere».

Anche l’assessore al Welfare Letizia Moratti conferma che il richiamo in vacanza «è complesso». E ha ricordato che il commissario per l’emergenza Figliolo ha ammesso «che, per il momento, non è possibile». Il richiamo per i quarantenni, che riceveranno in prevalenza la prima puntura tra il 10 e il 17 giugno, andrà dopo il 15 luglio. E per coloro che si prenotano da adesso in poi (i trentenni da giovedì e dal 2 giugno dai 16 ai 29 anni) il richiamo slitterà via via nella stagione clou delle vacanze: il portale dal quale si effettuano le adesioni fornisce una finestra temporale di quando sarà fissato, ovviamente in base al siero iniettato.
Ora la Lombardia sta lavorando a un protocollo con altre Regioni: il piano, annunciato sabato dai governatori Alberto Cirio e Giovanni Toti, disponibili a immunizzare i turisti che soggiornano almeno una settimana sulle montagne piemontesi e sulla costa ligure, potrebbe valere anche per i lombardi. Ma occorre innanzitutto l’ok di Figliuolo, che al momento non è arrivato.