Le api dell'invisibile

Creatività

“E voi state bene?” Greta Joyce Fossati scrivere storie come servizio di solidarietà

Martina Toppi conduce per il terzo anno la rubrica di creatività giovanile "Le api dell'invisibile"

le api dell'invisibile

“Centralino Emergency, sono Greta”, così probabilmente iniziavano le conversazioni quando il telefono di Emergency squillava a Milano nella primavera scorsa. A un capo della famiglie rinchiuse in casa dopo aver contratto il virus, anziani soli impossibilitati nell’uscire per fare anche la più piccola commissione, persone sperdute in cerca di una mano tesa e di una voce amica. Chiamavano per richiedere l’aiuto delle Brigate Volontarie per l’Emergenza, che in quei primissimi mesi di paura, grazie al sostegno di Emergency, di cui Greta è volontaria, consegnavano beni di prima necessità direttamente sulla soglia di casa di chi per i motivi più disparati da lì non poteva uscire. Gli abitanti di una città vasta come Milano appesi al filo di un telefono e all’altro capo volontari come Greta Joyce Fossati, ospite di questa puntata de Le Api dell’Invisibile.

Trovatasi catapultata all’improvviso in un mondo che non sembrava il nostro e cui ancora oggi stiamo imparando ad abituarci, Greta per mesi ha preso appunti su quello che succedeva, cercando di imprimerlo a fuoco nelle parole oltre che nella mente. Erano i primi mesi del 2020, quell’anno strano e complesso che ha segnato una svolta nelle nostre esistenze. Inizia così, con l’arrivo del virus in Italia, il libro di Greta, 24 anni, autrice di un diario, che è anche un reportage di quei giorni difficili passati in una Milano fantasma. Un diario scritto mentre come volontaria portava avanti insieme a più di 300 altri volontari il sogno, per fortuna realizzatosi, di costruire una catena di solidarietà capace di ridare speranza nel momento più buio. E voi state bene? Un diario al tempo del Covid-19. Storie e prospettive delle Brigate di solidarietà. (Edizioni Interno4, 2020) è un libro dal titolo (e dal contenuto) complesso, dalle molteplici sfaccettature che meritano di essere spiegate, eppure nel suo intento è di una semplicità disarmante. «

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E voi state bene? È il titolo del mio libro perché è la domanda che mi è stata posta un giorno da una signora al telefono del centralino di Emergency, mentre collaboravo al progetto Milano Aiuta, durante la prima emergenza Covid. Mi ha stupito perché questa signora si è preoccupata delle condizioni di noi volontari, anche se in quel momento era lei che aveva bisogno di aiuto: ho deciso subito che sarebbe stato il titolo di questo libro che non era nemmeno in bozza, nella mia testa prendeva forma.» In effetti questo libro che ora possiamo stringere tra le mani in principio era proprio un diario personale, come recita il suo sottotitolo, dove Greta appuntava quelle giornate strane e sconvolgenti. Un diario con un destinatario particolare: “caro discendente”, si legge infatti nella primissima pagina, lo stesso a cui Greta dieci anni fa si era abituata a scrivere i suoi pensieri e raccontare le sue giornate. Il desiderio di consegnare al futuro la memoria puntuale di quei momenti quasi distopici è evidente, ma ancor più emerge l’impeto di Greta a raccontare una storia di solidarietà, riprendendo il filo di una narrazione che affonda le sue radici nel passato e nella personalità dell’autrice. La sua è infatti la storia di un’alleanza tra esseri umani che è possibile anche e forse soprattutto nel momento in cui tutto sembra caderci addosso. Il diario di Greta racconta la ricerca di nuove forme per stare vicino all’altro, racconta le mille e una storia che si susseguivano dietro la cornetta di quel telefono e le emozioni che suscitavano in lei: sembra una favola dentro a un incubo, per fortuna invece è la realtà. La storia che Greta ha raccontato poi non si ferma al Covid, perché non è la malattia a prendersi la luce dei riflettori. Greta racconta una storia che è sua e delle tante persone che insieme a lei hanno fatto rivivere una città fantasma, con il coraggio di mettersi a servizio dell’altro. Ecco perché il libro è anche un reportage delle “missioni” delle Brigate di solidarietà, trasformandosi così a sua volta in una missione da passare al lettore, per far rivivere una cultura della cura ora più che mai fondamentale. Non si parla tra queste pagine solo del progetto “Milano Aiuta”, quindi, ma anche di “Nessuno escluso. Neanche chi ora è in difficoltà.” volto al sostegno di famiglie in condizioni di fragilità economica a seguito della pandemia. E in quelle chiamate che Greta racconta non c’è solo la richiesta di aiuto, ma anche la voglia di raccontarsi all’altro, per sentirsi vivi e sentirsi veri. Come la sua presenza nel centralino di Emergency, per Greta anche la scrittura è stata un mettersi a servizio dell’altro fin da subito: i ricavi derivati dalle vendite vanno infatti a sostenere il gruppo “Brigate volontarie per l’emergenza”. E se è vero che con l’avvicendarsi dell’autunno 2020 e della seconda ondata il libro di Greta si chiude, la storia di cui si è fatto testimone prosegue. Tanti e diversi sono i progetti che Emergency e le Brigate volontarie di solidarietà continuano a portare avanti, di alcuni Greta parla proprio in questo podcast e gli altri potete scoprirli cliccando qui. Ciò che emerge con chiarezza spiazzante dalla sua testimonianza e che vorrei conservare nell’alveare delle storie delle Api dell’Invisibile è che la scrittura a volte è una missione. Greta racconta come fin da piccola ha sognato di diventare la scrittrice, ma questa storia, una storia di storie che davvero l’ha resa scrittrice, è stata per lei del tutto inaspettata. Anche la scrittura può diventare un servizio reso all’altro, soprattutto quando, come in questo caso, si fa testimonianza di un’umanità migliore e possibile anche in un momento di buio e confusione. Per scoprire qualche dettaglio in più sul suo libro, acquistabile cliccando qui, non vi resta che cliccare play e ascoltare la nostra chiacchierata.

 

A cura di Martina Toppi

podcast api dell'invisibile

Questa è una rubrica dedicata a tutti coloro che scrivono, in particolare poesie. Se  volete venire a raccontarmi il vostro progetto, la vostra scrittura e le vostre parole, scrivete a martinatoppi43@gmail.com: “Le api dell’invisibile” vi aspettano!

«…il nostro compito è quello di compenetrarci così profondamente, così dolorosamente e appassionatamente con questa terra provvisoria e precaria, che la sua essenza rinasca invisibilmente in noi. Noi siamo le api dell’invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d’oro dell’Invisibile.»  R. M. Rilke

 

 

 

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