La cultura non riparte

The show must go on…ma non a Como. Flah mob per la NON riapertura dei teatrisegui la diretta

I lavoratori dello spettacolo di Como invitano tutti alla festa per la non riapertura dei teatri lunedì 15 giugno davanti al Sociale

teatranti uniti como

Nonostante tutto the show must go on, canta Freddie Mercury. E’ la prima regola di chi fa questo mestiere…lo spettacolo deve andare avanti, il cuore mi si sta spezzando dentro, il trucco forse si sta sfaldando, ma il mio sorriso resta..dice la canzone. Questa volta, però. il sorriso dei “Teatranti uniti” di Como è più simile a quello del Joker di Joaquin Phoenix e, se le cose non migliorano velocemente, rischia di diventare quello beffardo di V per Vendetta.

Il flash mob per la NON riapertura dei teatri, organizzato dal sedicente gruppo “Teatranti Uniti Como” per domani, lunedì 15 giugno ore 18.30, davanti al Teatro Sociale, è il segnale di un malessere che non può più essere condiviso solo sui social, ma che è giusto si manifesti con un atto pubblico a cui molti hanno già promesso di partecipare. Un atto di solidarietà con chi da questa crisi sanitaria ed economica si ritrova con “le ossa rotte” e senza aiuti  concreti per far riprendere il settore, ma anche un segnale per chi, in città. avrebbe il compito di supportare, stimolare e, prima di tutto, ascoltare, gli operatori culturali. Invece pezzi di cultura comasca cadono uno dopo l’altro in un assordante silenzio istituzionale. La chiusura del Chiostrino Artificio annunciata nei giorni scorsi è l’ultima debacle di un resa generale cui il Coronavirus ha fatto solo da acceleratore.

Così nel giorno in cui riaprono cinema e teatri, Como resta chiusa. Per i cinema non è roba di oggi, l’Astra viaggia verso il secondo anno di lockdown e il Gloria ha le sue difficoltà croniche. Persino i multisala accusano il colpo, UCI Cinemas riapre con gradualità partendo da quattro multisala in Italia e non c’è quello di Montano Lucino, se ne riparla a metà luglio. Cinelandia, la catena che ha numerose multisale tra cui Camerlata e Arosio, ha deciso di rimandare l’apertura a fine luglio, non per questioni economiche o dovuta alle norme anti-Covid, ma per la mancanza di titoli sul mercato. Insomma, per vedere qualche film sul grande schermo dobbiamo confidare nelle arene estive;  il Circolo Arci Xanadù sta approntando le rassegne sotto le stelle a Como e in altri luoghi, ma non ci sono ancora date certe, mentre qualche comune sta cercando di attrezzarsi alla bisogna. In molti sono pronti a portare le sedie da casa pur di sottrarsi, per un po, alla compulsione di Netflix.

 

Ancor più critica in provincia, la ripresa dei teatri (anche per la stagione non propizia), alle prese con i protocolli previsti per l’emergenza sanitaria che rendono l’attività non economicamente sostenibile . Il San Teodoro di Cantù cerca, disperatamente, di non affogare e il Sociale ha dovuto cancellare il Festival Como Città della Musica e proporrà qualche piccolo spettacolo a spot in altri luoghi.

Una situazione di immobilità culturale che a Como è aggravata da una mancanza di reattività da parte dell’amministrazione comunale. Spiace dirlo, ma non basta aver sposato l’idea di una calendario unico degli eventi a cui sta lavorando la Camera di Commercio, progetto sicuramente necessario, ma che rischia di avere più caselle vuote che piene, infatti gli incentivi per gli organizzatori degli eventi sono poco “incentivanti”,

Insomma, la protesta di domani di tutti i lavoratori dello spettacolo (attori, registi, formatori, tecnici, costumisti, sceneggiatori e una lista di ruoli che si allunga se consideriamo l’indotto), parte da sacrosante ragioni di sopravvivenza. “Con le attuali disposizioni di sicurezza tra sanificazioni, posti in sala drasticamente ridotti e distanziamento su palco diventa molto complesso reggere i costi – dicono gli organizzatori del flash mob – Cosa ancor più grave, non poter tornare tra la gente priva dell’essenza stessa di questo lavoro: l’incontro”. Anche nella, quasi, disperazione, ai teatranti non manca lo spirito per fare una festa: la “Festa di non riapertura dei teatri” 

“Chiediamo ad ogni partecipante –concludono i “Teatranti  Uniti Como”– di portare con sé un oggetto legato al teatro, che sia un costume di scena, o il biglietto di un concerto, e il proprio testo preferito -poesia, canzone, testo teatrale- che sarà interpretato in coro, in occasione della manifestazione, durante la quale -assicurano- verranno rispettati i protocolli di sicurezza”. L’invito è di festeggiare insieme la bellezza del teatro nella giornata della sua non riapertura.

Servirà a smuovere l’imperturbabile classe dirigente che avrebbe gli strumenti per, almeno,  innescare un processo che porti benefici ai lavoratori del settore e, di conseguenza, alla comunità di noi spettatori?

Empty spaces what are we living for
Abandoned places – I guess we know the score
On and on, does anybody know
what we are looking for…  

Se c’è domani potrebbe battere un colpo.

commenta