Le api dell'invisibile

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Dal mare al porto per scoprire l’humanitas: la raccolta d’esordio di Riccardo Magni

Le poesie di Massimo Del Prete

api dell'invisibile

La scrittura crea viaggi su mari infiniti, senza meta, dove l’unica gioia e la principale sofferenza è l’eterna consapevolezza del proprio girovagare. Gioia e sofferenza sono in maniera alterna protagoniste di Humanitas (Prometheus Editrice, Collana di Poesia Contemporanea Eos, maggio 2020) raccolta d’esordio di Riccardo Magni, anno 1998, in uscita tra pochi giorni e presentata in anteprima qui, su “Le Api dell’Invisibile”. Il mare che Riccardo evoca coi propri versi è antico, ancestrale, abbraccia l’alba della cultura occidentale e si inerpica nelle grotte da cui l’uomo ha iniziato a sognare il mondo.

L’arte poetica è dapprima sogno di un sogno, imitazione di un mondo e suo svelamento. Ma al poeta esploratore questo non può bastare: fuori da quella grotta buia c’è una realtà in attesa del suo sguardo. Tra l’azzurro indistinguibile di cielo e mare, la penna di Riccardo tratteggia un universo dal sapore mediterraneo, accarezzato da venti che profumano di agrumi e scandito da un tempo invisibile che lascia la sua impronta su ogni cosa. In questo mondo di bellezza, il poeta scopre l’altro e si scopre altro rispetto a lui, immerso in una collettività di uomini come lui alla ricerca di qualcosa.

le api dell'invisibile

Ma le rispettive ricerche si intersecano e intralciano generando sofferenze e fughe. Esodi da patrie lacerate da guerre e stermini, ma anche fughe da sé stessi, dimentichi di una comune umanità, gettata alle spalle. L’unico modo per salvarsi dall’oblio, per non perdersi e causare così la distruzione dell’altro, diviene la riscoperta di sé. Dal mondo si torna all’uomo e dal mare al lido, cercando nell’interiorità un senso di responsabilità che tinge la poesia di un tono civico e impegnato. Humanitas è un’opera che fa l’occhiolino ai tempi antichi, richiamandoli nelle parole e nelle ambientazioni. Eppure, l’obiettivo del poeta non è solo erudito, ma anzi si mostra propositivo di un messaggio capace di parlare soprattutto all’uomo contemporaneo. Un messaggio universale, quello appunto che richiama l’humanitas come impegno di cura e rispetto dell’uomo che è altro da sé e al contempo sé stesso. Si torna al porto, ma, si spera, solo per ripartire, augurandosi che questo grande viaggio nella scrittura di Riccardo sia solo il prologo di future peripezie poetiche.

Questa è una rubrica dedicata a tutti coloro che scrivono, in particolare poesie. Se  volete venire a raccontarmi il vostro progetto, la vostra scrittura e le vostre parole, scrivete a martinatoppi43@gmail.com: “Le api dell’invisibile” vi aspettano!

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«…il nostro compito è quello di compenetrarci così profondamente, così dolorosamente e appassionatamente con questa terra provvisoria e precaria, che la sua essenza rinasca invisibilmente in noi. Noi siamo le api dell’invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d’oro dell’Invisibile.»  R. M. Rilke

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A cura di Martina Toppi
podcast api dell'invisibile

 

IL PROFILO DELL’OMBRA

Il mio amore deve andare lontano,

correrà sui cavalli al di là del deserto,

sfiorerà le onde al mutare del mondo.

Chissà se mai rivedrò i suoi occhi di bambino,

se mai sfiorerò ancora quelle mani

che un tempo s’intrecciavano alle mie.

E nella notte che precede il viaggio,

vigilia di desiderio che alimenta

i sogni del cuore,

alla luce tremante d’una lanterna,

osservo la sua ombra riposare

sulla parete del talamo.

Con la terra nelle mani traccio il suo profilo.

Va’, amore, ché ora ti ho sulla pietra;

e quando quest’anima proverà nostalgia,

saprò che un pezzo di te l’ho tolto

dalle grinfie dei giorni,

dai denti degli anni,

dal fiume del tempo.

DE AMICITIA

A te, te che seduta sull’erba mi parlavi

delle tue speranze e delle tue fantasie;

te che sei stata la prima parola d’amore

che mi sia stata sussurrata nella luce del mattino;

a te e ai nostri dialoghi usati come ponte

per attraversare le distanze del mare;

ci siamo stretti a lungo su questa terra

trovando il significato nell’istante di un respiro.

Abbiamo passato troppo tempo

a perdere tempo, abbiamo passato

troppo tempo a cercare il tempo

ed ora che ci troviamo un po’ più lontani,

è come se il cuore ti avesse ancora più vicina,

è come se in quella nostra foto incorniciata

nella lignea cornice colorata

ancora potessi toccare e ancora potessi parlare

alla verità del nostro sorriso.

 

 

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