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Il Ticino inasprisce le misure per fermare il virus. Ma nessun blocco ai frontalieri

13 marzo 2020 | 17:03
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Il Ticino inasprisce le misure per fermare il virus. Ma nessun blocco ai frontalieri
Il Ticino inasprisce le misure per fermare il virus. Ma nessun blocco ai frontalieri
Il Ticino inasprisce le misure per fermare il virus. Ma nessun blocco ai frontalieri

Limitazioni su manifestazioni ed ingressi. Dall’Italia sono chi lavora, dimoranti e cittadini svizzeri.

Nessuna chiusura delle frontiere ai frontalieri. Il provvedimento restrittivo arriva, ma non così vincolante per chi lavora in Ticino anche se pure qui stanno dilagando i contagi per il Coronavirus. Dall’Italia solo frontalieri, dimoranti e cittadini svizzeri, scuole chiuse fino al 5 aprile, al massimo 50 persone nello stesso momento nei locali pubblici, vietate le manifestazioni con più di 100 persone e 10 miliardi di franchi a sostegno dell’economia. Sono queste le principali novità comunicate oggi dal Consiglio federale.

«La situazione è critica» – «La situazione è critica ma abbiamo la possibilità e i mezzi per affrontarla sul piano medico e finanziario», ha detto la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga come riporta il quotidiano Tio.Ch. In tutta la confederazione i casi accertati oltre 1’000, di cui 215 in Ticino.

Frontalieri, dimoranti e svizzeri – Da subito possono entrare in Svizzera dall’Italia solo i cittadini svizzeri, le persone con un permesso di soggiorno e quelle che devono venire nel nostro Paese per motivi professionali (i frontalieri). Il traffico di transito e il trasporto merci non sono toccati dal provvedimento odierno del Consiglio federale. Potranno in ogni caso continuare a varcare il confine con l’Italia le persone in situazione di assoluta necessità, spiega una nota governativa.

Evitare di sovraccaricare il sistema – «Con questa decisione vogliamo proteggere in primo luogo la popolazione residente nella Confederazione, evitando inoltre un’eccessiva pressione sul sistema sanitario elvetico», ha spiegato la ministra di giustizia e polizia, aggiungendo che tale misura restrittiva nei confronti della Penisola è stata adottata su richiesta del Ticino, dei Grigioni e del Vallese. Si tratta di evitare che cittadini originari di questo Paese considerato a rischio finiscano a carico del sistema sanitario elvetico, col rischio di saturarlo.

QUESTA LA NOSTRA PRESA DIRETTA DI STAMANE DA MASLIANICO

Dunque, dopo una settimana di tensioni e di proteste, di code in frontiera e documenti da firmare, arriva la decisione: nessun vincolo per i frontalieri che vanno a lavorare in Ticino. Il che significa che pure da settimana prossima ci saranno code e rallentamenti per le operazioni di controllo ai valichi,. Tre soli quelli aperti tra Como e il Ticino: Bizzarone, Chiasso strada e Maslianico-Pizzamiglio. Tutti gli altri ora chiusi.

LE PAROLE DI ALFIERI (PD COMMISSIONE SENATO)

Apprendiamo che la Confederazione Elvetica ha finalmente  introdotto misure più restrittive per contrastare il contagio da covid-19 – dichiara il capogruppo PD in commissione esteri al Senato, Alessandro Alfieri – Si raggiungono così, anche se in ritardo, standard più vicini a quelli introdotti da tempo in Italia. Per questo la lezione al nostro Paese, ascoltata durante la presentazione delle misure, risulta quanto mai fuori luogo. Come l’inserimento della sola Italia fra i Paesi a rischio, con tutti i Paesi confinanti con la Svizzera che sono in piena emergenza. Lo riteniamo uno sbaglio enorme. Le autorità elvetiche hanno inoltre confermato che tutti i lavoratori frontalieri potranno varcare il confine per recarsi al lavoro. A questo punto – continua Alfieri – ci aspettiamo una forte presa di posizione delle autorità Ticinesi contro i tentativi di “pernottamento forzato” offerti dai datori di lavoro svizzeri ai frontalieri. Adesso è chiaro che tutti i lavoratori potranno ogni giorno rientrare dalle loro famiglie presso la proprie abitazioni in Italia: nessuna forzatura è più accettabile.