A proposito di Pilates. Intervista alla coach Angela Giaccardi

15 gennaio 2020 | 11:10
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di Sabrina Sigon

Oggi incontriamo Angela Giaccardi, Trainer presso il centro About You Pilates di Como e Personal Fitness Coach, «Una nuova figura professionale» racconta Angela, «che sta prendendo piede in questi ultimi tempi – infatti mi sono certificata nel 2019. Una figura professionale che si differenzia dal Personal Trainer classico perché è in grado di seguire il cliente a 360 gradi. Non si limita a dare esercizi personalizzati per allenarlo ma lo segue per conoscerlo a fondo, fare una valutazione più approfondita della sua condizione, stabilire un obiettivo da raggiungere dal punto di vista della salute e del benessere. Il cliente viene aiutato con tecniche di allenamento» continua Angela, «consigli di alimentazione e coaching, a raggiungere questo obiettivo».

«Il metodo Pilates prende spunto dallo yoga, dalle arti marziali e, persino, dalla danza» dice Angela che in questa bella intervista video parla anche di benessere fisico e mentale, alimentazione, della differenza che c’è nel praticare questa disciplina con o senza l’ausilio di attrezzi, di tempi di allenamento, e dei motivi che spingono medici e fisiatri a consigliarla.

pilates

Anche quella di Joseph Pilates – giovane che, agli inizi del novecento, ha studiato e sviluppato questa disciplina sulla scorta delle proprie esperienze personali – è una storia interessante.

Insegnante e imprenditore tedesco naturalizzato statunitense, fu attraverso un accurato studio del corpo umano – corpo che la natura aveva voluto per lui sofferente di rachitismo e patologie respiratorie – che riuscì a mettere a punto un metodo per rinforzarlo attraverso l’esercizio fisico. Pilates fu anche un attento osservatore del movimento degli animali, conoscitore di filosofie orientali e studioso dei metodi di allenamento degli antichi Greci e Romani. Popoli da imitare, in quanto avevano raggiunto un perfetto equilibrio fra corpo e mente. E quindi anche la mente è protagonista di questa disciplina che, inizialmente, Pilates chiamò: Contrology, per indicare il controllo del sistema cognitivo su quello motorio, indispensabile per praticare gli esercizi.

Fu intorno ai quattordici anni che Joseph Pilates cominciò a vedere i frutti dei suoi sforzi, riscoprendo un fisico che non credeva di poter avere; la validità dei risultati che ottenne con il suo allenamento fu così evidente da dargli quella fiducia per pensare che tutto questo potesse servire anche ad altri.

Pilates raggiunse risultati nella boxe e nella ginnastica, acquisì un buon livello come nuotatore, sub e sciatore. Lavorò addirittura nel circo e, intorno al 1914, viaggiò per tutta l’Inghilterra insieme al fratello, esibendosi come acrobata.

Finito in un campo di concentramento perché tedesco, aiutò gli altri internati a mantenere sano e attivo il fisico nonostante la prigionia, ma non solo: con lo sport ne curò anche gli aspetti della mente, cosa che ebbe un ruolo determinante per il benessere individuale e collettivo. A causa delle aree ristrette per praticare queste attività, Pilates cominciò a studiare esercizi che non richiedessero spazi significativi. Successivamente venne trasferito in un altro campo dove lavorò come barelliere e, per aiutare le persone allettate, mise a punto un sistema che prevedeva delle molle sui letti. Con questi primi, rudimentali attrezzi, i pazienti riuscirono così ad allenarsi anche da sdraiati, il loro fisico si irrobustì e passarono indenni da un’epidemia di influenza che funestò l’Inghilterra del 1918.

Dopo la guerra portò la sua esperienza di preparatore ad atleti e ballerini, e il suo metodo cominciò a circolare negli ambienti sportivi ma non solo; si occupò anche di riabilitazione, specialmente per quei reduci di guerra che non riuscivano a riappropriarsi della propria forma fisica. I risultati e i benefici dei suoi allenamenti si diffusero per tutta la Germania dandogli grande notorietà ma quando, all’alba della seconda guerra mondiale, gli venne chiesto di allenare l’esercito tedesco, preferì abbandonare tutto ed espatriare negli Stati Uniti. Terra delle opportunità, qui Joseph Pilates trovò ampio interesse per il suo metodo e poté perfezionare quelle prime, rudimentali macchine che già aveva sperimentato in guerra, quelle che poi furono conosciute come “Cadillac” e “Reformer”.

Return to life through contrology” (Ritorno alla vita attraverso il controllo) fu il testo che pubblicò insieme a William J. Miller e Judd Robbins dove vengono spiegati i fondamentali dei pilates e i suoi 34 esercizi basilari.

Un corpo libero da tensione nervosa e da stanchezza è il rifugio ideale che la natura offre come alloggio a una mente ben equilibrata, pienamente in grado di risolvere con successo tutti i complessi problemi della vita moderna”. Joseph Pilates