Teatro Sociale: “Crossroads to Synchronicity” di Carolyn Carlson è poesia che danza




Domani sera, giovedì 7 novembre ore 20,30, anche la Stagione Danza del Teatro Sociale prende il via, saranno 4 gli spettacoli da qui alla dine dell’anno compresi i classici “Lo schiaccianoci” e “Il lago dei cigni”, ma il più atteso è sicuramente questo della premiere, “Crossroads to Synchronicity” una creazione di Carolyn Carlson, più volte definita come un’esteta, la poetessa della danza contemporanea.

Per questa sua ultima coreografia la Carlson rivisita una sua creazione ispirata a Carl Jung del 2012, attualizzandola in modo luminoso e potente con sei dei suoi più fedeli danzatori. È l’espressione della sua percezione sensibile degli eventi che sconvolgono il corso di una vita, esplorando il significato di quelle strane coincidenze che risuonano in se stesse con una particolare nitidezza …un orologio che si ferma quando muore un amato padre, l’arrivo di una persona inaspettata, la fame di amore e di relazioni, svolte decisive ed improvvise, che cambiano il susseguirsi degli eventi, la sincronicità di ciò che accade e l’attuarsi di un destino, nella quotidianità di un gesto, nella grandezza di un sentimento. “Crossroads to Synchronicity”, letteralmente “crocevia della sincronicità” è l’espressione della percezione sensibile e illuminata di Carolyn Carlson per questi eventi che sconvolgono il corso di una vita.
Su una sequenza di immagini video, girate dalla coreografa, il cui tempo è quello della percezione soggettiva ed emotiva, i danzatori si immergono nelle acque profonde del pericolo, della ribellione, dell’amore, dei rapporti umani… I corpi dei sei danzatori attraversano con pathos, poesia ed energia queste corrispondenze simboliche che trasformano il modo di percepire ed osservare il vissuto. Poetico e dinamico, questo spettacolo non smette di sorprendere, commuovere, sconcertare, coinvolgere.

Carolyn Carlson, la cui fama mondiale è indiscussa, firma un’opera dalla delicatezza e dalla profondità rare, esplorando i lati più oscuri e più luminosi dell’animo umano. La coreografa e ballerina americana, da quasi mezzo secolo è considerata un’icona, cui tendere, fonte di ispirazione, per la sperimentazione e l’unicità di un sigillo e un modo di creare che la contraddistinguono nel panorama internazionale. In una recente intervista («Sipario» 2018) ha dichiarato: “Credo sia fondamentale che tutti possano toccare la bellezza della danza a modo loro, nella gioia di muoversi semplicemente nei ritmi del battito del proprio cuore e nel miracolo dell’Essere.”

Carolyn Carlson è l’essenza della danza contemporanea, non solo a livello tecnico, ma altresì per il pathos, il trasporto ed il rapporto di reciprocità che chiede agli spettatori, We are what we leave behind, ed il legame tra poesia e danza è il minimo comune denominatore che lega ogni sua creazione, a tutt’oggi più di un centinaio di pezzi, molti dei quali sono le pagine principali della storia della danza

Nata in California, Carolyn Carlson si definisce nomade. Dalla Baia di San Francisco all’Università dello Utah, dalla compagnia newyorkese di Alwin Nikolais a Anne Béranger in Francia, dall’Opera di Parigi alla Teatrodanza La Fenice di Venezia, dal Théâtre de la Città nel Teatro Comunale di Helsinki, Balletto Cullberg alla Cartoucherie di Parigi, Biennale di Venezia a Roubaix, Carolyn Carlson è una viaggiatrice instancabile, sempre alla ricerca di sviluppare e condividere il suo universo poetico.
TEATRO SOCIALE
giovedì, 7 novembre – ore 20.30
CROSSROADS TO SYNCHRONICITY