
Sabato 17 novembre in via Clerici 21 a Camnago Volta è stata inaugurata la Casa Scout dedicata a Carlo Verga, Aquila randagia. La casa, gestita dalla Comunità Masci di Como in partenariato con la Fondazione Mons. Andrea Ghetti – Baden, è ospitata nei locali ristrutturati dello storico Asilo Franchi ed offre opportunità di incontro, accoglienza, educazione ed animazione. Dopo un iniziale investimento di lavoro, di entusiasmo e di energie, la base scout è, ora, pronta a ospitare e ad accogliere progetti, attività e incontri.

La dedicazione a Carlo Verga è particolarmente significativa. Verga, classe 1916 per gli amici “Carletto”, aveva fatto parte delle Aquile Randagie, quel piccolo ma coraggioso gruppo di giovani, guidato da personalità di grande carisma, primo fra tutti Kelly (Giulio Cesare Uccellini), che aveva rifiutato di dar seguito allo scioglimento delle associazioni scout nel nostro paese voluto dal regime fascista con regio decreto dell’aprile del 1928. Le Aquile Randagie milanesi, di cui Carletto era parte, vissero clandestinamente la loro esperienza nei territori delle provincie di Milano, Monza, Como e Sondrio per quasi 17 anni, testimoniando la possibilità dello scautismo di condividere idealità alte e di sostenere chi si pone alla ricerca di una personalità libera e indipendente.
I luoghi delle uscite delle Aquile Randagie furono le brughiere della Brianza, i monti e le colline intorno a Como e Lecco, la Val Codera, luogo entrato nella leggenda dello scautismo non solo lombardo che si trova all’imboccatura della val Chiavenna, all’estremità nord del lago di Como.
Milanese di nascita, Verga non interruppe mai il suo rapporto con Laglio, luogo d’origine della nonna, della mamma e poi della sposa. Di Laglio e Brienno Carletto fu il primo Sindaco dopo la liberazione e poi commissario straordinario alla nascita della Repubblica. Laureato in lettere, autore di testi di geografia, nel ’39 iniziò l’attività docente insegnando per un anno presso il Collegio Gallio di Como. Rientrato con la famiglia a Milano sul finire degli anni ’40, vi svolse dapprima l’attività di docente di lettere e poi di Preside.
Negli anni ’50 fu tra i primi a intuire e a sostenere la possibilità dello scautismo di divenire uno strumento capace di accompagnare, per tutto l’arco della vita, il bisogno di ogni persona di continuare a crescere attraverso gli stimoli di una comunità adulta e in ricerca. Aderì quindi con entusiasmo al nascente Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani entrando a far parte della comunità Milano 1, e ricoprendo, poi, l’incarico di Segretario regionale della Lombardia.
Dopo la morte della moglie si trasferì definitivamente a Laglio, sul finire degli anni ’90. Entrato a far parte della comunità Masci di Como, ha partecipato in modo ancora attivo agli incontri, alle uscite e agli eventi dello scautismo adulto comasco fino all’estate del 2012. Nell’ultimo anno le condizioni fisiche non glielo hanno più permesso.
Persona di grande sensibilità umana e spirituale, associava al suo carattere forte uno stile mite e semplice nella relazione. Nei tanti incontri di questi ultimi anni con giovani scout, divenuti più numerosi dopo la pubblicazione del libro sulle Aquile randagie, affermava con decisione di considerare la sua esperienza giovanile, nella pratica clandestina dello scautismo, non più impegnativa di quella dei giovani d’oggi chiamati a costruire la propria personalità e a maturare ideali grandi in una società complessa e povera di riferimenti e testimonianze davvero significative.