“Anniversaries”, tre concerti nel week end per il festival LacMus in Tremezzina

30 giugno 2018 | 13:45
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“Anniversaries”, tre concerti nel week end per il festival LacMus in Tremezzina
“Anniversaries”, tre concerti nel week end per il festival LacMus in Tremezzina
“Anniversaries”, tre concerti nel week end per il festival LacMus in Tremezzina

Il Santuario della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio ospiterà, sabato 30 giugno alle ore 18, il terzo appuntamento del Festival Internazionale LacMus.

“In Memoriam” è il titolo del concerto ad ingresso libero, che si riallaccia al filo rosso degli anniversari di questo anno 2018, per ricordare ancora una volta Tchaikovskij, in occasione dei 125 anni dalla morte, ma anche il suo connazionale Sergej Rachmaninov, di cui ricorrono invece i 75 anni dalla scomparsa.

Il programma, interamente cameristico, alterna pagine dei due autori e del contemporaneo russo Alexander Rom e coinvolge artisti diversi, dai fondatori del festival Louis Lortie e Paolo Bressan, al soprano Evelina Dobračeva, alle violoncelliste Christine Lee e Astrig Siranossian.

Le musiche vocali di Rachmaninov e di Tchaikovskij occuperanno buona parte del concerto, proiettando gli ascoltatori in una dimensione singolare, in cui si incontreranno due mondi diversi: la cultura europea delle classi elevate e la cultura russa dei contadini. Estraniati dalla Russia ufficiale a causa della loro concezione politica e dalla Russia contadina a causa della loro educazione, gli artisti russi assunsero fra Ottocento e Novecento il compito di creare una comunità nazionale di valori e di idee. Cosa significava essere russi? Dov’era l’autentica Russia? Le opere d’arte (letterarie, musicali, pittoriche) di questo periodo costituiscono quindi una storia degli atteggiamenti tramite cui la Russia cercava di comprendere se stessa.

Le composizioni del contemporaneo russo Alexandr Rom incorniciano la tradizione di Rachmaninov e Tchaikovskij e fungono da legame: Nie poi krasavitsa, basata su una poesia di Puškin, è un omaggio a Rachmaninov; Vokalise rievoca invece lo stile della musica popolare russa. Con il suo Kyrie, un preludio per organo con l’intervento di un soprano,  composto nel 1978 per la Saint Charles Presbyterian Church a New Orleans, Rom abbandona la tradizione russa e scrive un brano di profonda spiritualità.

Tra le pagine strumentali scelte per completare il programma spicca l’Andante dalla Sonata per violoncello e pianoforte op. 19 di Rachmaninov, terminata nel dicembre del 1901. La Sonata precede il celeberrimo Secondo Concerto per pianoforte, con il quale ha in comune alcuni passaggi, e va ad arricchire la letteratura per violoncello con un’opera fatta di suggestioni melodiche e di slanci appassionati. Nel sognante Andante Rachmaninov tocca le punte più alte dell’espressione lirica.

Un altro capolavoro cameristico presentato a Ossuccio sarà l’Andante cantabile dal Quartetto n.1 op. 11 di Tchaikovkij, una delle pagine più celebri del compositore, il cui fervido tema iniziale è ispirato ad un canto popolare ucraino. Il brano è stato oggetto di numerose trascrizioni, tra le quali quella per violoncello e archi ad opera dello stesso autore, dove è prescritta la sordina per tutti gli strumenti, solista incluso. La genesi, rapidissima, di questa composizione è legata a un fatto occasionale: nel febbraio del 1871, lo scrittore Lev Tolstoj si trovava a Mosca e, per rendergli omaggio, il Conservatorio decise di organizzare una serata dedicata ai lavori di Tchaikovskij; non avendo a disposizione un’orchestra a causa degli elevati costi, il compositore pensò di realizzare un Quartetto che avrebbe dovuto rappresentare il momento culminante dell’intera manifestazione. Il lirismo dell’Andante cantabile commosse fino alle lacrime Tolstoj, che vi riconobbe il palpito dell’anima russa.

lacmus 2018

Variegata la provenienza degli artisti impegnati in questo concerto. Per metà tedesca e per metà russa è Evelina Dobračeva, soprano che ha all’attivo esibizioni in teatri e sale importanti quali il Musikverein di Vienna, il Concertgebouw di Amsterdam, la Carnegie Hall, il Teatro Bolshoi e la Deutsche Staatsoper di Berlino. Ad accompagnarla nelle liriche dei tre autori russi sarà il pianista e direttore d’orchestra Paolo Bressan, anima del festival insieme a Louis Lortie. Nato a Varese, fin da bambino Bressan ha frequentato il Lago di Como. Allievo di Lortie, come lui vive tra Berlino e il Lario; come direttore d’orchestra è richiestissimo soprattutto nell’ambito del melodramma. Ha diretto in sale prestigiose come la Konzerthaus di Vienna, il Théatre des Champs Elysées di Parigi, l’Opera di Dallas.

Già impegnati nei primi due giorni di festival, ritroveremo ad Ossuccio anche Louis Lortie e le violoncelliste Christine Lee e Astrig Siranossian, così come i giovani pianisti Georgy Tchaidze e Nathanael Gouin, tutti legati alla prestigiosa scuderia della Cappella Musicale Regina Elisabetta del Belgio.

lacmus 2018

La domenica del Festival LacMus si apre alle 11, per il Matinée:Incontro con il pianista Louis Lortie presso la Biblioteca Comunale di Lenno, ad ingresso libero: un’occasione preziosa ed unica per poter ascoltare gratuitamente e conoscere più da vicino questo fuoriclasse della tastiera, conteso dai festival di tutto il mondo.

La sera alle 21 in Piazza Campidoglio a Campo di Lenno il pubblico potrà ascoltare un gruppo di Giovani Artisti in concerto, una squadra di talenti in residence alla Cappella Musicale Regina Elisabetta del Belgio. Questa istituzione rappresenta un punto di riferimento importantissimo per LacMus, visto che lo stesso Lortie e molti altri protagonisti del festival sono docenti o membri della Cappella. Nata nel 1939, la Cappella è da decenni un centro di eccellenza per il perfezionamento di giovani artisti di provenienza internazionale. Pianoforte, violino, viola, violoncello, musica da camera e canto sono le discipline insegnate da artisti di fama mondiale, che nel tempo si sono susseguiti nel ruolo di  master in residence, in un fecondo incontro tra generazioni diverse di musicisti, tutti di altissima levatura.

Il programma del concerto prosegue l’esplorazione musicale dedicata al russo Tchaikovskij (cui si affianca qui il conterraneo Glinka) e al francese Debussy per i rispettivi 125 e 100 anni dalla morte. A fare da sipario alla serata sarà Dumka,composta da Tchaikovskij nel 1886 ma eseguita solo dopo la sua morte. Pezzo da concerto più che da salotto, Dumka è una rapsodia ucraina che si nutre del pianismo inventivo e pirotecnico di Liszt. Come Chopin, Tchaikovskij aveva una profonda conoscenza dei canti della sua terra d’origine, che gli permetteva di creare temi stilisticamente affini al folclore: Dumka, pur non citando musica autenticamente popolare, merita appieno di essere sottotitolata “scena rustica russa”. Seguirà la Petite suite di Debussy per pianoforte a quattro mani, scritta tra il 1888 e il 1889. In questa composizione si affaccia la simbologia dell’acqua, cara a Debussy, e si anticipa a tratti l’elemento estetico dell’arabesco, che si avvicina agli elementi floreali dei pittori preraffaelliti. L’omaggio a Debussy si completerà con l’esecuzione del Trio per violino, violoncello e pianoforte,lavoro giovanile scoperto solo nel 1986. Ultimato nell’estate del 1880, il Trio era destinato al piccolo complesso che Nadežda von Meck, mecenate di Debussy e di Tchaikovskij (come si è visto nelle prime due giornate del festival) aveva costituito presso Villa Oppenheim a Firenze. Tradizionale nella struttura e di ispirazione romantica, questo giovanile lavoro di Debussy è caratterizzato da una notevole vitalità dialogica e ricorda Schumann e Massenet. La seconda parte della serata sarà interamente occupata dal corposo Gran Sestetto di Glinka. Considerato il padre della musica russa, nelle sue opere cameristiche Glinka risente maggiormente dell’influenza occidentalizzante, più che della tradizione musicale del suo paese. Scritto durante un soggiorno milanese nel 1832, il Gran Sestetto fu portato a termine con insolita celerità e la sua prima esecuzione avvenne in una cerchia ristretta di amici italiani del compositore. Anche questa pagina dunque, come il Trio di Debussy, appare legata nella sua genesi al nostro Paese.

Il concerto riunisce una schiera di giovani talenti di diversa provenienza e formazione, in residence presso la Cappella Musicale Regina Elisabetta del Belgio. Molti di loro sono impegnati in diversi appuntamenti del festival, rappresentando quindi una presenza fissa in Tremezzina nel corso di LacMus.  Alla tastiera del pianoforte si alterneranno la bulgara Victoria Vassilenko, vincitrice del Concorso “Enescu” di Bucarest nel 2016, il russo Sergei Redkin, medaglia di bronzo al “Tchaikovskij” di Mosca nel 2015, il francese Nathanaël Gouin, formatosi tra il Conservatorio di Parigi e la Juilliard School di New York e l’armena Nareh Arghamanyan, lanciata nel 2008 dalla vittoria al Concorso di Montreal. Quasi tutta femminile la formazione degli archi, con le violiniste Júlia Pusker, ungherese, e Alexandra Cooreman, per metà belga e per metà polacca, entrambe allieve di Dumay a Bruxelles; la violista francese Hélene Desaint e le violoncelliste Astrig Siranossian e Christine J. Lee – francese la prima e coreana la seconda. Presenza italiana, anzi comasca, il contrabbassista Gabriele Carpani, prima parte dell’Orchestra Nazionale RAI di Torino.

In caso di pioggia il concerto si terrà presso l’Auditorium dell’Istituto Comprensivo Statale della Tremezzina.

LacMus è organizzato dalla libera associazione culturale “Ars Aeterna”, con il sostegno di Regione Lombardia e Comune di Tremezzina.

Modalità d’ingresso

Concerto al Santuario del Soccorso: ingresso libero

Matinée in biblioteca a Lenno: ingresso libero.

Concerto in Piazza Campidoglio a Lenno ore 21: biglietto intero € 35 – ridotto € 25 (residenti in Tremezzina e studenti under 26)

I biglietti sono acquistabili online sul sito www.lacmusfestival.com o direttamente la sera stessa.