“Resto qui”, un romanzo d’acqua e di resistenza. Marco Balzano alla Ubik

Dall’acqua ha avuto origine la vita sul nostro pianeta e senza di essa cesserebbe di esistere. Il nostro corpo è composto per due terzi da acqua, come la Terra perciò acqua è sinonimo di vita e come la vita è preziosa. Domani è la Giornata Mondiale dell’Acqua istituita dalle Nazioni Unite nel 1993. L’edizione di quest’anno è dedicata all’importanza di ridurre e riutilizzare le acque reflue, per migliorare la salute umana e ambientale. Milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua. Ricordiamolo.
Acqua fonte di vita, ma anche terribile forza devastatrice capace di modificare il territorio. Pensiamo ad inondazioni e maremoti e a come incidono sulla morfologia. Nella Giornata dell’Acqua alla Ubik di piazza San Fedele a Como vine presentato un libro in cui l’acqua e, se non la protagonista, la causa delle azioni di Trina che quando il paese in cui vive sta per essere cancellato per sempre dall’acqua si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole.
Resto qui, l’ultimo romanzo di Marco Balzano, in libreria con Einaudi ha in copertina un campanile semisommerso, è quanto rimane di Curon Venosta, paese altoatesino che nel 1950 fu sommerso da un lago artificiale creatosi dopo la costruzione di una centrale idroelettrica.
Quando arriva l’inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come il paese di confine in cui è cresciuta, ha saputo opporsi ai fascisti che le impedirono di fare la maestra. Non ebbe paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E anche di fronte all’acqua dice:
«Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare».

L’acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale si trovano i resti del paese di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua materna è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora, per non perdere la propria identità, non resta che provare a raccontare. Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia. Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle, nella speranza che le parole gliela possano restituire. Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte. Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace. E cosí, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all’improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l’altro, la costruzione della diga che inonderà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine. Una storia civile e attualissima, che cattura fin dalla prima pagina. Il nuovo grande romanzo del vincitore del Premio Campiello 2015, già venduto in diversi Paesi prima della pubblicazione.
Marco Balzano, Premio Campiello 2015, “Resto qui”, Einaudi

LIBRERIA UBIK COMO
GIOVEDI’ 22 MARZO ALLE ORE 18
MARCO BALZANO
“RESTO QUI”