Tedua a Como con il suo Mowgli tra selfie e applausi

10 marzo 2018 | 09:40
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Tedua a Como con il suo Mowgli tra selfie e applausi

Alla fine Tedua, il ragazzo della jungla dell’hip hop, si presenta a Como non nei succinti panni del suo Mowgli, ma con una sgargiante felpa a righe. Fuori da Frigerio Dischi ad attendere l’ultimo fenomeno dell’hip hop italiano qualche centinaio di giovanissimi smaniosi di farsi firmare il cd uscito da pochi giorni intitolato “Mowgli” come il personaggio del “Libro della Giungla”.

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Mario Molinari, in arte Tedua, è il 24ebbe rapper genovese, ora trasferitosi a Milano, che si è fatto notare come una delle figure di spicco della crew Wild Bandana di cui fanno parte che anche IZI, Vaz Tè, Ill Rave, Bresh e Sangue. Fin da piccolo ha imparato a costruirsi  una corazza e a rimboccarsi le maniche senza piangersi addosso. Cresce nelle viuzze di periferia, tra Genova e Milano, sballottato di qua e di là tra assistenti sociali e famiglie affidatarie. Trova, però, uno sfogo nel pugilato e nel rap. Proprio nella musica riversa le sue esperienze di vita, mescolando la realtà all’immaginario delle serie tv e dei cartoni che più lo appassionano compreso il film della Disney tratto dal libro di Kipling con Baghera, Balooo ecc.

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I ragazzi, si sa,  fanno presto a creare nuovi eroi. Ieri era Sferaebbasta, oggi è Tedua e domani sarà un altro, ma la grinta del ribelle sociale il giovane rapper di Cogoleto lo sbatte nei testi delle canzoni di “Mowgli” … Nei quartieri in cui l’istituzione Lascia gli abitanti alla legge del più forte Non tagliano l’erba nei campi da calcio Ma quella nelle piazze di spaccio

I racconti personali si mescolano alla denuncia sociale. I quartieri abbandonati dalle istituzioni «alla legge del più forte», lo spaccio, il degrado. «Rivendico ciò che non va, dalla mancata riqualificazione delle periferie ai disservizi pubblici. Ovviamente è solo il mio punto di vista». In ogni brano risuona la voce degli ultimi: «Vivere la strada non è per i deboli. Ma in futuro quelli che oggi vengono esclusi dalla comunità perché diversi o perché hanno fatto una scelta precisa, come quella di fare l’artista, si prenderanno quello che gli arroganti non riusciranno mai a prendersi».

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