Bentornato Hemingway! Intervista al bartender Omar Vesentini

8 marzo 2018 | 09:55
Share0
Bentornato Hemingway! Intervista al bartender Omar Vesentini
Bentornato Hemingway! Intervista al bartender Omar Vesentini
Bentornato Hemingway! Intervista al bartender Omar Vesentini

Ormai chi mi legge sa che amo le storie. Mi piace ascoltarle e poi metterle per iscritto.
E questa volta la storia che vi racconto è quella di Hemingway, un cocktail bar sito al numero 16 di via Filippo Juvara, nel centro storico di Como.
Una storia tanto bella che prima ci fa volare indietro fino alla fine degli anni ’80 e poi ci riporta ai giorni nostri…
E in questa storia sono due i protagonisti, il bar Hemingway e Omar Vesentini.

Omar Vesentini, bartender quasi quarantenne, passando una mattina in via Filippo Juvara, ha un’intuizione. Legge il cartello “Affittasi” e…dopo qualche mese, a Gennaio 2018, apre Hemingway Cocktailbar Como proprio tra le mura dello storico bar Hemingway.

Curiosa come non potrei non esserlo, la serata del 14 Febbraio 2018 sono andata a trovare Omar al suo nuovo locale…ed è nata questa bella chiaccherata…
Travelchef hemingway

&nbsp
Ci racconti di questa avventura con Hemingway, storico locale di Como che hai ritirato per aprire il tuo cocktail bar.

La domanda è posta male… non sono stato io a ritirare l’Hemingway Cocktail Bar, ma il bar stesso ad avermi preso con sé!
Un bel giorno di poco tempo fa passeggiavo con la mia compagna per i vicoli di Como e lui ci ha chiamato per portarci con sé.
Sembra un racconto fantastico, ma è andata realmente così, è stato lui a trovare noi!!!
A me già piaceva prima ancora di incontrarlo, il nome, il banco da Cocktail Bar con tanti sgabelli di fronte, una bottigliera capiente ma non austera,  l’atmosfera ovattata di un salotto in centro città, la finestre della veranda che lasciano intravedere le luci dei vicoli di Como. Se qualche anno fa mi aveste chiesto come avrei desiderato un Bar vi avrei risposto così…
Beh lui deve avermi sentito perché come mi ha visto passare ha deciso di fermarmi e mostrarsi a me, e da quel giorno ho deciso di realizzare un Cocktail Bar che ricalchi quei Bar tanto amati dallo scrittore americano, quei bar dove passare delle ore senza accorgersi del tempo che passa, perché la compagnia è sempre gradevole, che questa sia di altre persone, del barman o di un buon bicchiere.

&nbsp
Omar, quale è la tua idea di Mixology?

Proporre le ricette più semplici, nella maniera più semplice possibile, ma con una ricerca e un’attenzione particolare al dettaglio e alla qualità del prodotto che vado a miscelare.
Non mi riferisco solo allo spirito, liquore o distillato che sia, ma anche e soprattutto alla qualità degli estratti di frutta e verdura che poi utilizzerò nel confezionare i miei sciroppi, succhi o aromi per i drink.
Talvolta mi permetto di cambiare gli equilibri di un cocktail per portare una ricetta di anni fa a una bevuta più attuale ma non ho la presunzione di volermi inventare nulla…
Un pò come nella musica anche nel bar le note hanno un numero limitato e nel 2018 credo che qualsiasi combinazione che “suoni bene” sia già stata provata.

Travelchef hemingway

Quali sono i tuoi signature cocktail?

Il menu ne è pieno e quello che sto stilando lo sarà ancora di più.
Jake a Pamplona, Butterfly, Death in the square, Blue Velvet, Misunderstood…. E tanti altri.
In tutti questi drink mi sono divertito a raccontare una vicenda che appartenesse a Hemingway o a un suo romanzo. Non lo racconto con le parole ma con gli ingredienti…
Mi sono divertito a romanzare episodi come le battute di caccia in Africa con farfalle che volavano leggiadre tra il leone accovacciato e il fucile di Ernest; Jake a Pamplona seduto in piazza la mattina dopo San Firmin o  ancora un Hemingway sbronzo e affranto per avere un misero bottino nella propria cesta dopo un pomeriggio in barca in quel di Caorle.

&nbsp
Quale è il futuro della Miscelazione qui in Italia?

Credo che un ritorno al bere miscelato sia sotto gli occhi di tutti… Non si può non notare che ormai qualsiasi bar tiene, dietro al banco, almeno 4 etichette di Vermut e 10 etichette di Gin per soddisfare le esigenze della clientela.
A parer mio nel futuro ci sarà una sempre più netta diversificazione del bere. Come già successo nella ristorazione anche i bar si diversificheranno in “gourmet” con tanta ricerca e un certo tipo di servizio e in “fast food” con un ambiente più disimpegnato e più portato ai grandi volumi.
Ma in entrambi i casi il tutto sarà sottolineato da una grande professionalità degli addetti ai lavori molto più istruiti e competenti rispetto al passato.

(foto di ARTISTI NATI PHOTOGRAPHY)