Ercolano e Pompei: visioni di una scoperta – Il fascino dei due siti archeologici in mostra al M.A.X. di Chiasso fino al 6 maggio




In occasione dei 280 anni dalla scoperta di Ercolano e dei 270 anni da quella di Pompei, il M.a.x. Museo di Chiasso ospita dal 25 febbraio al 6 maggio 2018 l’esposizione Ercolano e Pompei: visioni di una scoperta. Tre secoli, dal ‘700 ai primi del ‘900, mettono in luce come il ritrovamento di due tra i siti archeologici più importanti al mondo, sia stato comunicato, studiato, documentato, attraverso lettere, taccuini acquerellati, incisioni, litografie, disegni, rilievi e le prime fotografie e cartoline. A questi strumenti vengono affiancati in mostra una ventina di preziosi reperti archeologici: dall’ anello di Carlo III di Borbone esposto per la prima volta, il bracciale serpentiforme della Casa del Fauno, marmi, piccole teste in bronzo a lacerti di affreschi.
La mostra è curata da PIETRO GIOVANNI GUZZO, già soprintendente dei beni archeologici di Napoli e Pompei, MARIA ROSARIA ESPOSITO, responsabile della Biblioteca del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e NICOLETTA OSSANNA CAVADINI, direttrice del m.a.x. museo di Chiasso e in collaborazione con il MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MiBACT-Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Lugano. I materiali, alcuni inediti ed esposti per la prima volta, provengono da oltre 20 musei, archivi, biblioteche e privati da Svizzera, Italia, Francia e USA.
L’esposizione testimonia come J.J. Winckelmann e lo svizzero Karl Weber, Giovanni Battista e Francesco Piranesi, François Mazois e William Gell, al ticinese Pietro Bianchi, numerosi disegnatori, incisori e cultori dell’antico fino ai fratelli Alinari, Giorgio Sommer e Robert Rive con la fotografia, contribuirono alla divulgazione della conoscenza delle due città dissepolte.
Il percorso espositivo inizia dalla metà del ‘700, quando studiosi e appassionati dell’antico incominciano a descrivere i ritrovamenti, inizialmente sporadici e casuali, attraverso lelettere, come J.J.Winckelmann. Il viaggio del Grand Tour annovera ormai come tappa obbligata Napoli, Pompei ed Ercolano.

Molti artisti, architetti e cultori d’arte di tutta Europa sono incuriositi dalle notizie e dalla divulgazione delle prime incisioni promosse dal sovrano illuminato Carlo III di Borbone con soggetto Le Antichità di Ercolano esposte. Si inserisce la produzione delle splendide acqueforti di Giovanni Battista e Francesco Piranesi; saranno loro a ritrarre per la prima volta la lapide appena scoperta che darà il nome alla città dissepolta di Pompei. I colti viaggiatori del Grand Tour iniziano così a disegnare dal vivo e a prendere appunti, come il nobiluomo William Gell, che lascia un taccuino inedito denso di annotazioni, esposto in mostra per la prima volta.
A partire dalla metà del ‘700 è il Corpo del Genio civile a occuparsi degli scavi; l’ingegnere svizzero Karl Weber darà un forte impulso alle scoperte archeologiche,portando alla luce la famosa Villa dei Papiri di Ercolano, documentata dalla stesura della relativa planimetria.
La sovrana Maria Carolina, sorella di Napoleone, con grande passione finanzia François Mazois per realizzare un’opera omnia che rappresenti, con i suoi disegni incisi basati su rilievi, la summa della conoscenza scientifica del momento, intitolataLes ruines de Pompéi.
La divulgazione delle scoperte e degli scavi archeologici si arricchisce di piante topografiche con litografie acquerellate e acquerelli che ritraggono scene quotidiane di scavi, come quelli di Luigi Capaldo e Giacinto Gigante.
Nel periodo della Restaurazione, la Real Casa Borbonica affida la direzione degli scavi al ticinese Pietro Bianchi. Tutto viene documentato da disegni molto precisi, realizzati in scala e acquerellati.
Nello spirito nascente dell’ 800 romantico, il tema della ricostruzione delle case di Pompei si fa più attuale. Michele Arditi e la Società ercolanense promuovono un dibattito che coinvolge anche le varie Accademie europee; sempre più giovani si recano quindi a Ercolano e Pompei con borse di studio per rilevare e disegnare l’antico.

Fa capolino la fotografia: le aree archeologiche vengono ritratte da Giorgio Sommer, Robert Rive e i fratelli Alinari che realizzano le prime immagini di Pompei ed Ercolano. Le prime cartoline in litografia o cromolitografia, che diventano un usuale mezzo di comunicazione per veicolare le immagini dei luoghi visitati; le due città dissepolte costituiscono, infatti, tappe obbligate del nascente fenomeno del turismo.

INAUGURAZIONE: sabato 24 febbraio 2018, ore 16.30
25 febbraio – 6 maggio 2018
interverranno
–Min. Plen. MARCELLO FONDI, console generale d’Italia a Lugano
–DAVIDE DOSI, capo Dicastero Educazione e Attività culturali, Chiasso
–PAOLO GIULIERINI, direttore del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli
– i curatori:PIETRO GIOVANNI GUZZO,MARIA ROSARIA ESPOSITO,NICOLETTA OSSANNA CAVADINI
Dopo l’inaugurazione e un aperitivo, alle ore 18.30 seguirà la conferenza pubblica:
Pietro Giovanni Guzzo
Le scoperte di Pompei: diverse visioni
in collaborazione con il Circolo “Cultura, insieme” di Chiasso
presso il Foyer del Cinema Teatro di Chiasso, ingresso gratuito
Marilena Giaimis