“Minerali Clandestini” nei nostri smartphone. Una mostra racconta l’orrore di un commercio insanguinato



Inaugurata ieri sera al Centro Cardinal Ferrari di viale Cesare Battisti a Como la mostra MINERALI CLANDESTINI: L’ALTRA FACCIA DEI NOSTRI SMARTPHONE che resterà aperta fino al 25 ottobre e il 21 e 22 ottobre sarà anche in piazza Grimoldi. La mostra punta a far riflettere sulla provenienza dei minerali contenuti nei nostri apparecchi tecnologici. Attraverso la mostra si vuole raccontare il viaggio clandestino di alcuni minerali (oro, coltan, stagno, tungsteno e cobalto), che partendo dall’ Africa arrivano nei nostri smartphone tablet e computer, passando per strade insanguinate e corrotte: gruppi armati che controllano le miniere, diritti dei lavoratori negati, impiego di manodopera minorile, commercianti locali corrotti, trafficanti dei paesi vicini che rivendono i minerali ad aziende estere come di provenienza locale e multinazionali asiatiche che assemblano i prodotti finiti non rispettando l’ambiente e i diritti del lavoratori. In tutto questo sono implicate anche imprese europee che lavorano nel campo della tecnologia elettronica.

L’ inaugurazione è stata una serata‐testimonianza con Donata Frigerio, referente dell’associazione “Chiama l’Africa”, creatrice della mostra. Presente anche Christian Weza, attivista congolese.
Che legame hanno migrazioni, guerre e minerali preziosi
Sempre più spesso quando comperiamo prodotti alimentari andiamo a controllarne la filiera di produzione, per conoscere la provenienza delle materie prime e i processi di lavorazione. Cosa sappiamo, invece, dei minerali utilizzati per la costruzione dei nostri apparecchi tecnologici: smartphone, tablet, computer o televisori? Sappiamo realmente cosa si nasconde in quei prodotti?
«Nei nostri smartphones, nei computer, persino nelle batterie delle auto elettriche – spiega Donata Frigerio – sono presenti minerali insanguinati, di provenienza soprattutto africana, frutto di sfruttamento di manodopera, uomini, donne e bambini, sottopagati se non schiavizzati. I minerali sono estratti e esportati illegalmente da gruppi armati che li rivendono in cambio di armi,utili a mantenere il clima di terrore sul territorio minerario che occupano senza diritto. L’estrazione dei minerali avviene in condizioni di assoluta mancanza di sicurezza e spesso di disastro ambientale e grave rischio per la salute pubblica. La rivendita è clandestina. Dopo un passaggio di trasformazione del minerale in componenti metallici, specialmente nel sud‐est asiatico, i prodotti semilavorati arrivano, questa volta legalmente, perché ripuliti, in Europa e America del Nord. Per cercare di porre un freno a questo tipo di sfruttamento l’Unione europea si è dotata recentemente di una legislazione per regolamentare l’importazione di oro, stagno, tantalio (coltan) e tungsteno estratti in zone di conflitto. Ma serve anche una presa di coscienza da parte dei cittadini stessi per sostenere il processo di legalizzazione in questa filiera produttiva. Come cittadini europei possiamo fare molto ancora a livello legislativo ma anche a livello personale, nelle nostre scelte di vita. Non si tratta di non utilizzare uno strumento ormai patrimonio di tutti ma di esigere il rispetto dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori ad ogni latitudine, per essere rispettati anche come consumatori».

L’Africa è forse oggi il continente più ricco di minerali preziosi: possiede il 30% delle riserve mondiali da cui si ricavano oro, argento, rame, cobalto, uranio, coltan, stagno, tungsteno, fosfati e manganese. Il legame tra risorse naturali e conflitti è presente in circa il 20% dei conflitti nel mondo. In Africa sono in atto 33 conflitti legati alle risorse.

La mostra è visitabile nei giorni feriali presso il Centro pastorale cardinal Ferrari viale Cesare Battisti, 8 dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.30.
Sabato 21 e domenica 22 ottobre l’esposizione – formata da una serie di pannelli calpestabili – si sposterà in piazza Grimoldi, nel cuore della città.
A promuovere l’esposizione a Como sono: AIFO Como, ASCI Don Guanella onlus, Caritas Diocesana di Como, Centro Missionario Guanelliano, Centro Missionario Diocesano, Coordinamento Comasco per la Pace, Fondazione card. Ferrari, Medici con l’Africa Como onlus, Cooperativa Garabombo.
IL COINVOLGIMENTO DELLE SCUOLE
Sono già oltre venti le classi – per lo più di scuole superiori – che si sono prenotate per una visita guidata alla mostra. Per informazioni telefono 031.296787 ‐ 3339299792 e‐mail: ascicomo.segreteria@guanelliani.it