Prestiti a tassi da usura, tre fermati: fine dell’incubo per le vittime comasche
I carabinieri sospettano ramificazioni con la ndrangheta. Le vittime sull’orlo della disperazione. Uno degli arrestati dava istruzioni al cognato in carcere durante i colloqui:”Quello mi deve i soldi, prendili tu…”
Tre arresti per avere reso la vita alle loro vittime un inferno: dopo i prestiti, la restituzione a tassi esorbitanti richiesta a suon di intimidazioni e minacce. A finire in carcere, fermati dai carabinieri dell’Antimafia di Milano, Fortunato Bartone, residente a Mariano Comense e tuttora in carcere a Vigevano, considerato vicino alla famiglia Galati, continuava a gestire la sua attività di usuraio in Brianza, ai danni di due imprenditori locali a cui aveva prestato circa 10 mila euro ciascuno all’inizio del 2014, e da cui pretendeva la restituzione con un interesse mensile del 10%.
Con lui, già in cela, è finito nei guai il giovane cognato Marcello Stagno, 27enne incensurato, marianese anche lui, a cui dava precise istruzioni durante i colloqui in carcere, spiegandogli le modalità con cui “trattare” i due imprenditori, quando insistere e quando invece lasciare loro un po’ di respiro, come dosare le minacce e così via.
I carabinieri li hanno arrestati dopo avere intercettato le conversazioni all’interno del carcere: Bartone non si preoccupava nemmeno di parlare in codice, ma spiegava chiaramente al cognato i termini della questione: «Quello mi deve dei soldi, vai a riscuoterli tu». Le indagini erano partite nell’ottobre del 2015, in seguito a dichiarazioni di un collaboratore di giustizia (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa).
Ed è stato eseguito anche un terzo arresto: si tratta di Rocco Gatto, cinquantenne, pure lui residente a Mariano, gestore di fatto di una pompa di benzina a Carate Brianza, anche lui vicino ai Galati e pregiudicato secondo i militari. Gatto agiva anch’egli da usuraio nei confronti di uno dei due imprenditori, ma “in autonomia” rispetto a Bartone e Stagno. Inoltre gli investigatori hanno verificato che Gatto usava la pompa di benzina anche per spacciare cocaina: Gatto risponde dunque di usura e detenzione di stupefacenti per spaccio. Bartone e Stagno rispondono invece di usura aggravata dall’utilizzo dei proventi per finanziare una cosca della ‘ndrangheta.
Sono state anche perquisite le abitazioni dei tre arrestati, a Mariano Comense. A casa di Bartone sono stati trovati circa quattromila euro, mentre a casa di Gatto ne sono stati trovati seimila (nascosti all’interno di una copia di una ordinanza di custodia a carico di un parente). A casa di Stagno, infine, un’agenda in cui questi teneva la contabilità dell’usura.
Le vittime sono piccoli imprenditori o artigiani della zona del canturino e del monzese: uno è titolare di un distributore di benzina, un altro di una azienda che si occupa della lavorazione del ferro. Terza vittima un piccolo imprenditore della zona di Carugo.