“Il bugiardo” divertente commedia con Geppy Gleijeses . Al Teatro Sociale un classico di Goldoni

Il 20 e 21 aprile alle ore 20.30 va in scena al Teatro Sociale di Como l’ultimo appuntamento della stagione con la prosa classica. Ne IL BUGIARDO di Carlo Goldoni Alfredo Arias, uno fra i più importanti registi internazionali, dirige Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli, Andrea Giordana, Lorenzo Gleijeses e Mauro Gioia.
Il Bugiardo è una delle opere più note di Goldoni, rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1750 ed ispirata allaVerdad Sospechosa di Juan Ruiz De Alarcòn. Gleijeses interpreterà il ruolo di Lelio Bisognosi, il protagonista della vicenda, bugiardo e brillante uomo di mondo che, con il suo carattere fantasioso e la sua mente “quasi geniale”, cercherà di trarre profitto da ogni situazione che si troverà ad affrontare. Questa commedia fa parte del periodo che connota l’innovativa riforma della scrittura teatrale a cui diede via Goldoni che, se pur attratto dai meccanismi della commedia dell’arte, è molto critico nei confronti della ripetitività e della volgarità in cui era caduta la comicità.
Carlo Goldoni cerca di trasmettere un insegnamento che è rintracciabile nella vita di tutti i giorni, fa capire come in realtà le bugie sono solo uno strumento che in ogni caso, si ritorce contro i bugiardi. Ma riesce a farlo tramite una commedia che sembra tutto fuorché un romanzo di formazione, riesce grazie all’ausilio del dialetto veneziano, attribuito alle maschere, a far ridere lo spettatore e a renderlo in effetti quasi partecipe all’interno della storia; i dialoghi rapidi e semplici non danno tempo di pensare ma riescono con molta semplicità a far intendere il messaggio di base della storia. Vuole far capire come in realtà l’uomo si trova continuamente di fronte ad un bivio e per il proprio orgoglio sceglie sempre la via meno giusta, anche dicendo bugie e poi ancora bugie.
Geppy Gleijeses affronta con la sua indiscussa classe il personaggio di Lelio affiancato da Marianella Bargilli nella parte di Rosaura e da Andrea Giordana che sarà un divertente Pantalone abbastanza inusuale ma sicuramente efficace nel disegno registico di Alfredo Arias, argentino naturalizzato francese, autore di spettacoli effervescenti animati da un’ironia ora tenera ora folle, che ben si presta all’allestimento di questo testo. L’impianto veneziano del lavoro sarà delicato, grazie alla mano della scenografa Chloe Obolenski, già collaboratrice di Peter Brook, di chiara fama internazionale lavora fra Olanda, Francia, Germania, Italia, Austria e Gran Bretagna.
Teatro Sociale di Como
mercoledì, 20 aprile – ore 20.30 e giovedì, 21 aprile – ore 20.30
IL BUGIARDO
di Carlo Goldoni adattamento di Alfredo Arias e Geppy Gleijeses
con
Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli e Andrea Giordana
e con
Lorenzo Gleijeses Mauro Gioia, Luchino Giordana, Valeria Contadino e Gennaro Di Biase
RegiaAlfredo Arias
Scene e costumiChloe Obolenski
Produzione Gitiesse Artisti riuniti
Info
Biglietti da 13€ a 27€ + prev. presso la biglietteria del teatro oppure www.teatrosocialecomo.it
Martedì e giovedì ore 10.00 – 14.00; Mercoledì e venerdì ore 16.00 – 20.00.
Sabato ore 10.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00
Tel. +39. 031.270170 – info@teatrosocialecomo.it
ANTEPRIMA
In occasione dello spettacolo, il Centro culturale Paolo VI e il Teatro Sociale di Como propongono al pubblico un incontro ad ingresso liberto dal titolo Goldoni: maschere o persone?, con il prof. Piero Poncetta, docente di letteratura italiana presso l’Istituto Orsoline di San Carlo di Como. Verrà approfondita la figura di Carlo Goldoni nel contesto della cultura illuministica del Settecento italiano. In particolare si metterà in evidenza come l’autore veneziano, al pari di Giuseppe Parini per la poesia lirica e satirica, abbia “rivisto” il genere letterario della commedia: non sarà più semplice opera di evasione, ma vero e proprio strumento di lucida analisi delle dinamiche presenti nella società del tempo.
20 aprile, ore 18.30
Carlo Goldoni: maschere o persone?
NOTE DI REGIA DI ALFREDO ARIAS
La nostra prima reazione sarebbe quella di punire colui che mente, ed è vero che il testo di Goldoni finisce con il pentimento e la condanna del personaggio di Lelio, colui che durante tutto lo spettacolo non ha fatto che trasformare le situazioni scontate con delle « meravigliose invenzioni ».
Penso che questo giudizio moralistico non è che una facciata di convenienza e che, dietro questa, c’è la gioia di celebrare coloro che osano proporre una visione romanzesca della vita, anche al prezzo di qualche sofferenza; ma meglio una vita gioiosamente sregolata dalla menzogna che l’insopportabile monotonia del quotidiano.
Questa rappresentazione de Il Bugiardo ci propone di celebrare in Lelio un favoloso scrittore inventore, non di un opera letteraria, ma di una commedia umana.