L’Asl diventa Ats dell’Insubria, ecco i nuovi vertici: “Nessun disagio per i comaschi”

4 gennaio 2016 | 14:55
Share0
L’Asl diventa Ats dell’Insubria, ecco i nuovi vertici: “Nessun disagio per i comaschi”

Nessun cambiamento per quel che riguarda i servizi ai comaschi, ma un nuovo assetto organizzativo scattato il primo giorno dell’anno e che verrà definito nel corso delle prossime settimane. Questo quanto è emerso questa mattina in occasione della presentazione ufficiale dei vertici della Ats dell’Insubria. Si tratta dell’ente che ha preso il posto della Asl e che unisce Varese e Como (escluso il Medio-Alto Lario che invece sarà gestito da Sondrio).

“Servizi garantiti per i cittadini” ha confermato Paola Lattuada, direttore generale della Ats, che ha anche ribadito come secondo la nuova Sanità lombarda l’ente ha compiti di “programmazione e gestione”. Sarà invece la nuova azienda socio sanitaria territoriale, la Asst, a preoccuparsi di erogare i servizi sanitari. “E’ un sistema che vuole superare la frammentazione e che segna un passo epocale – ha aggiunto Lattuada – certo ci sono ancora degli aggiustamenti da fare, ma tutto in vista di un’ulteriore semplificazione”.

Il direttore generale ha presentato la squadra di professionisti che la affiancheranno: il direttore sanitario Anna Maria Maestroni, il direttore socio-sanitario Lucas Maria Gutierrez e il direttore amministrativo Luca Manganaro.

Obiettivo del nuovo ente quello di essere sempre più vicino al cittadino, sfruttando una maggiore integrazione tra l’aspetto sanitario e quello socio-sanitario, in particolare per quanto riguarda la presa in carico e l’assistenza ai malati e alla famiglie.

Per quanto riguarda il personale sono 380 i dipendenti della ex Asl di Como passati alla Ats dell’Insubria (70 sono passati alla Asst della Valtellina e 170 alla Asst Lariana). I 380 dipendenti comaschi vanno ad aggiungersi a quelli della ex Asl di Varese per un totale di 830 dipendenti.

Lattuada infine ha assicurato: “Non ci saranno problemi per i comaschi e ci sarà un trattamento equo tra Como e Varese”.