La solitudine di una donna: La chiave dell’ascensore al Teatro Sociale

Dall’atto unico della scrittrice ungherese Agota Kristof “La chiave dell’ascensone” una nuova produzione trova spazio nell’intenso cartellone di febbraio del Teatro Sociale. Domani, mercoledì 4, nella Sala Bianca del teatro comasco gli attori Ivana Franceschini, Arianna Pollini e Stefano Andreoli metteranno in scena un testo di sicuro impatto emotivo. Una donna in sedia a rotelle è segregata in una stanza e la finestra è per lei l’unico simbolo di libertà e di osservazione del mondo esterno. Il marito, suo aguzzino, possiede l’unica chiave dell’ascensore e lei, non ha nemmeno un nome, per il quieto vivere coniugale si farà togliere occhi, gambe e orecchie, diventando una reclusa dipendente dal carnefice. Nell’interpretazione proposta dalle due attrici si punta a sottolineare come la donna debba e possa essere, non tanto la vittima quanto l’artefice della propria condizione e trovare la forza di reagire e di autodeterminarsi assumendo un ruolo attivo e positivo nella propria esistenza. Meno speranzoso il testo originale nel quale la Kristof sembra parlare di se stessa, della sua condizione di costrizione, una condizione di ostaggio il cui unico atto liberatorio è proprio la scrittura. La fuga dall’Ungheria, occupata dai russi, verso la Svizzera, sarà un’esperienza di forte spessore con risvolti negativi per l’esistenza dell’autrice,che proprio al marito attribuirà la responsabilità di questa scelta. Ma come sempre nei testi di Agota Kristof le verità sono più di una, ne “La chiave dell’ascensore” c’è anche la metafora di ciò che la Kristof visse con il suo secondo marito, un famoso fotografo, che non perdonò mai per averla fatta diventare, senza che lei ponesse resistenza, una domestica.
Frasi brevi, una sintassi cruda, dialoghi ridotti all’essenziale, assenza di aggettivi: il fascino di questo testo teatrale sta proprio nell’economia di mezzi e nella sua intensità. Ardua prova per gli interpreti, ma anche per la regia che è di Paolo Antonio Simioni e di Stefano Andreoli.
Sala Bianca – Teatro Sociale di Como
4 febbraio, 20.30 – costo del biglietto 15 euro più diritti di prevendita
LA CHIAVE DELL’ASCENSORE
di Ágota Kristóf
con Ivana Franceschini, Arianna Pollini, Stefano Andreoli
regia Paolo Antonio Simioni e Stefano Andreoli
scenografia Anna Bonomelli
costumi Augusta Selva
coaching Alessia Pellegrino
registrazioni e missaggio Rymaxstudio di Max Cenetiempo
Co-produzione Artificio-centro culturale diffuso, Teatro Città Murata, Compagnia Teatrale Vira, GuestArt,.
Con il Patrocinio Accademia d’Ungheria in Roma, Accademia del cinema e della televisione di Cinecittà
Note
La regia de “La chiave dell’ascensore”, realizzata dalla coppia di registi Simioni-Andreoli, è concepita come una catena di variazioni per tre attori, tese a sviscerare i contenuti del testo di Agota Kristóf su vari livelli di lettura. In un impianto scenico diviso in quadri visivi e sonori, i tre interpreti affrontano l’evoluzione dei personaggi in una progressione frammentaria, più prossima a delle variazioni poetiche e musicali, che a una tradizionale evoluzione drammaturgica. Due donne, l’una complementare all’altra, forse l’una immagine più intima e psichica dell’altra, combattono per dare valore alla propria vita con metodi opposti, ma tese all’unico fine di liberarsi da un potere che ha negato loro la libertà. Nella dimensione allegorica della Kristóf tale potere ha un volto maschile, desideroso di mantenere viva una struttura patriarcale violenta, ma ormai incapace di rendere fertile la controparte femminile. Un potere destinato a sbriciolarsi facilmente di fronte al risveglio della coscienza della propria vittima. Dietro uno dei due personaggi femminili si nasconde l’autrice stessa, con la propria esperienza umana dolorosa e complessa, caratterizzata da una sensibilità non priva di venature gnostiche, che permettono di aprire l’allegoria a un orizzonte più ampio di quello della lotta tra sessi, un orizzonte in cui ognuno di noi può intuire la funzione liberatoria della propria parte femminile.