
Taglio dei vitalizi – La Lombardia verso il taglio dei vitalizi. Il Consiglio regionale lombardo, che già nel 2011 aveva abolito i vitalizi a partire dall’attuale legislatura, ha messo questa decisione nero su bianco in un progetto di legge presentato in queste ore nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Pirelli, alla quale hanno partecipato i componenti del Tavolo di lavoro sulla riduzione dei costi della politica, coordinato dal Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo e composto dai capigruppo di tutte le forze politiche o loro delegati. Il testo, frutto di un’intesa unanime e sottoscritto da tutti i gruppi, è dunque pronto per essere portato all’attenzione della Commissione con l’obiettivo di approvare la legge entro la fine di settembre.
“Una sforbiciata ai vitalizi equa e sostenibile -è il commento del Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo- che si regge su due capisaldi: innalzamento dell’età per chi ha maturato nel passato il vitalizio e che con questo progetto di legge viene equiparato a qualsiasi altro lavoratore della pubblica amministrazione e interventi di taglio che vanno a incidere maggiormente sugli importi più alti. Per evitare che i risparmi vengano incamerati dalle casse statali, come disposto da una legge nazionale, le riduzioni verranno destinate a un ‘fondo di solidarietà per affrontare necessità del nostro territorio”.
Il provvedimento prevede l’innalzamento dell’età anagrafica per il conseguimento del diritto all’assegno vitalizio, che passa dagli attuali 60 anni a 66 anni e comunque sarà collegata all’aspettativa di vita secondo quanto stabilito per i lavoratori del pubblico impiego. Si prevede inoltre una riduzione dell’importo lordo degli assegni vitalizi in godimento, dal quale sarà trattenuto un contributo di solidarietà applicato con criteri di progressività. Il taglio interessa i soggetti con un reddito complessivo irpef superiore a 18 mila euro. E vale anche per chi non ha ancora conseguito i requisiti di età previsti per l’erogazione dell’assegno e per quei consiglieri che, nonostante il possesso dei requisiti, non hanno ancora percepito l’assegno. Interessati anche i vitalizi di reversibilità di soggetti con un reddito annuo irpef complessivo superiore a 24 mila euro.
LE REAZIONI DEI PARTITI
Queste le dichiarazioni dei consiglieri a Palazzo Pirelli in occasione della conferenza stampa sul taglio dei vitalizi. “Siamo soddisfatti per il lavoro di questi mesi – ha detto il capogruppo del Partito Democratico Enrico Brambilla – l’intesa raggiunta è stata positiva e altrettanto positivo è l’essere riusciti a stendere e condividere il testo del progetto di legge prima della pausa estiva. Da qui al voto finale in Aula il provvedimento potrà essere ancora oggetto di modifiche e migliorie, e in particolare cercheremo di avanzare una proposta che leghi il taglio all’ammontare dei contributi versati da ognuno”.
“Sul tema dei costi della politica eravamo già la regione più virtuosa d’Italia, ora abbiamo fatto ancora di più. Con questo disegno di legge mandiamo un messaggio chiaro al Governo nazionale – ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini – Se il modello lombardo fosse applicato anche per i costi standard davvero potremmo cambiare l’immagine di questo Paese”. “Questa è una vittoria per il Movimento Cinque Stelle – ha evidenziato Stefano Buffagni – Questo progetto di legge nasce dalla campagna “Zero privilegi” voluta dai cittadini. Non siamo pienamente soddisfatti perché avremmo voluto una rimodulazione complessiva dei vitalizi, ma è comunque un primo passo. Se i cittadini sono arrivati ad odiare la politica è perché la politica non ha saputo dare risposte”. “Con questo testo – ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato – abbiamo messo definitivamente la parola fine sui vitalizi e riteniamo chiusa la questione: siamo contrari ad altre ipotesi di intervento. Siamo la prima Regione in Italia ad avere adottato provvedimenti di questo tipo; è bene che si sappia e che lo si dica in modo chiaro”.
“La Lega è soddisfatta di questa proposta che potrà essere ulteriormente migliorata in Aula – ha ribadito il capogruppo Massimiliano Romeo – Siamo consapevoli che il rischio di ricorsi è inevitabile, ma proprio per questo ci siamo presi il tempo necessario per definire un impianto normativo il più possibile blindato, ispirato fondamentalmente a due criteri: quello della temporalità e quello della ragionevolezza. La Lombardia è un modello di sobrietà, in altre Regioni come la Sicilia invece accade il contrario: lì, ad esempio, dirigenti e politici si sono appena aumentati di nuovo lo stipendio”. Romeo ha quindi portato il saluto del capogruppo dei Pensionati, Elisabetta Fatuzzo, impossibilitata a essere presente, ma che ha voluto confermare la propria condivisione al progetto di legge. “I costi della democrazia esistono ed esistono i diritti acquisiti – ha evidenziato Stefano Bruno Galli, capogruppo della lista Maroni Presidente – Non siamo qui a dare giudizi etici: è giusto fare sacrifici perché il Paese sta soffrendo, per questo stiamo parlando di contributi di solidarietà”.
“Mi preme sottolineare il metodo che abbiamo adottato,ognuno ha rinunciato a qualcosa delle proprie posizioni iniziali pur di raggiungere una sintesi condivisa – ha sottolineato Roberto Bruni (Patto Civico) – Siamo arrivati ad una soluzione ragionevole e capace di resistere ai ricorsi. Ora cercheremo di arrivare ad una maggior personalizzazione dell’intervento per riportare l’equilibrio tra il ver sato e il percepito”. Ribadendo la soddisfazione e la condivisione del suo gruppo, il presidente di Ncd in Regione Lombardia Luca Del Gobbo ha infine voluto lanciare un messaggio al presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Caro Matteo, se vuoi davvero riformare il Paese e renderlo migliore, devi guardare al ‘modello Lombardia’: c’è bisogno di ‘lombardizzare’ l’Italia e non di ‘italianizzare’ la Lombardia”. – (agiellenews.it)