Omicidio in centro: due pistole e tre colpi per uccidere Brambilla

3 febbraio 2010 | 13:15
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Omicidio in centro: due pistole e tre colpi per uccidere Brambilla

Due persone in stato di fermo, nessun'altro indagato. Due armi diverse, tre colpi esplosi verso Giacomo Brambilla. Sono i numeri fondamentali che la questura di Como, il questore Mazza e il dirigente della squadra mobile Giuseppe Schettino, hanno dato proprio questa mattina per chiudere formalmente la vicenda del drammatico omicidio in centro a Como. In carcere è finito Alberto Arrighi, l'armiere molto noto in città, 39 anni, sposato e padre di due figlie. In carcere anche il suocero Emanuele La rosa, 68anni, fondatore della pizzeria "Conca d'Oro" di Senna Comasco. In un forno della stessa, trovata la testa orrendamente decapitata della vittima. Il movente è quello economico, l'hanno confermato ancora oggi i dirigenti della polizia. Anche se ora bisogna ricostruire, come ha detto il dirigente della mobile Giuseppe Schettino, i rapporti pregressi che c'erano tra i due. Alla "Conca d'Oro", oltre alla testa all'interno del forno – un particolare davvero da film horror – sono stati trovati anche soldi (100mila euro in contanti ) probabilmente portati lì al momento del drammatico rinvenimento della testa da parte dello stesso Arrighi. Un sospetto che però gli inquirenti non hanno voluto confermare. Soldi che forse la vittima aveva adosso al momento dell'incontro all'interno dell'armeria. Il questore Mazza ha confermato che la decapitazione sarebbe avvenuta proprio nel retro del negozio a Como in via Garibaldi dove è avvenuto questo drammatico delitto che continua a sconvolgere tutta Como, lasciando allibiti e attoniti gli amici che conoscevano bene i protagonisti.

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