Pellicole di qualità: la vita quasi felice di persone normali

Si sposta nell'Europa dell'Est lo sguardo dei Lunedì del Cinema. La rassegna, in programma questa sera alle 21 al Cinestar di Camerlata propone il film Una cosa chiamata felicità.
Nel sobborgo industriale di una città a nord della Repubblica Ceca vivono Monika, Dasha e Tonik. Inseparabili dall’infanzia, la loro amicizia sembra incrinarsi sotto i colpi della vita: Monika attende un biglietto aereo per l’America e di riunirsi al fidanzato emigrato, Dasha desidera legittimare la sua liaison clandestina, Tonik, che ama in segreto Monika, sogna di ristrutturare una vecchia cascina e di formare una famiglia. La vita sceglierà per loro altrimenti.
La felicità del titolo è ben lontana dal realizzarsi in questo intenso e sincero film di Bohdan Slama, regista ceco al suo secondo lungometraggio. Ancora una volta il suo cinema racconta, come in Wild bees, di giovani amori impossibili: un personaggio che ne ama un altro, che a sua volta è innamorato di un terzo. Sullo sfondo un quartiere popolare attraversato da cavi della tensione e da viadotti in cemento, costruito intorno alle fabbriche che congedano gli anziani e divorano i giovani. A quel destino resistono i tre protagonisti provando a ipotizzarne uno più felice e il più possibile vicino al sogno. A sostenerli, nella diversa natura della ricerca, è la solidarietà, la volontà di non perdere mai di vista l'altro, sacrificandolo sull'altare dell'individualismo. Questa volontà è il valore aggiunto di un film che si avvia da un canto popolare, quello della prima inquadratura, che introduce il tono dell’opera. Un'opera corale dentro la quale si muovono due generazioni, quelle alcolizzate e date per vinte dei padri e quelle sobrie e determinate dei figli, immerse in un luogo mai definito o rivelato dalla macchina da presa. Una città senza nome a cui aderirà il sogno borghese di Dasha, da cui fuggirà quello bucolico di Tonik e a cui tornerà quello americano (tramontato) di Monika.