Como

Don Giusto alla mostra MIGRANTS

don giusto migrants

Come gente sbandata, senza riferimenti, il Vangelo direbbe “come pecore senza pastore”: è l’immagine dei tanti migranti accalcati alla Stazione San Giovanni di Como dal luglio 2016 che mi porto nel cuore. La stessa immagine su scala minore si ripropone in questi giorni.

Inizia così la riflessione di don Giusto Della Valle guardando le fotografie di Mattia Vacca e Carlo Pozzono esposte sino a domenica 21 maggio per la mostra MIGRANTS allo Spazio Natta di via Natta a Como. La mostra è gestita dai migranti richiedenti asilo ed è aperta da martedì a venerdì 14-19, sabato e domenica 10 – 19

Mercoledì 17 alle 20.45 il  parroco di Rebbio sarà nuovamente nello spezio espositico per un incontro nel quale racconterà la sua esperienza con i migranti dialogando con il giornalista Alessandro Galimberti de Il Sole 24ore.

Nel 2016, la città nostra città ha acquisito un posto di rilievo nella mappa delle rotte dei migranti verso l’Europa, accanto
a luoghi già tristemente famosi come Idomeni, Lesbo, Ventimiglia o Lampedusa. Le immagini delle indegne condizioni
di vita a cui erano costretti i migranti respinti alla frontiera e precariamente accampati davanti alla stazione di Como
S. Giovanni sono rimbalzate su tutti i principali canali di informazione e hanno destato le coscienze sui problemi delle
donne e degli uomini richiedenti asilo.

Como è città di frontiera non solo per i frontalieri italiani ma anche per migliaia di Migranti che tentano, attraverso la Svizzera, di arrivare in Germania, e non riuscendoci vengono respinti a Ponte Chiasso – continia don Giusto – Una città di frontiera necessita di mentalità, di servizi e di strutture che la rendano tale.

La mostra MIGRANTS è nata con lo scopo di riproporre le immagini della scorsa estate con il campo improvvisato nei giardini della stazione di San Giovanni per ridestare l’attenzione di una città che i due fotografi ritengono sopita sul problema dei migranti, quando non addirittura ostile ad essi. Per questo motivo, a fianco delle fotografie in bianco e nero di Mattia Vacca e a quelle a colori di Carlo Pozzoni sono esposti alcuni oggetti appartenuti a questi uomini, donne, e bambini nei loro giorni di vita precaria a Como. Dopo quell’estate il campo è stato smantellato e molti migranti hanno trovato accoglienza temporanea anche alla Parrocchia di Rebbio.

La Parrocchia di Rebbio  – ricorda don Giusto – e i tanti cittadini comaschi e ticinesi che a Rebbio hanno trovato un laboratorio aperto all’accoglienza stanno contribuendo insieme a tanti altri cittadini e realtà associate a costruire un pezzetto di città aperta e conviviale. Tanti volontari con competenze diverse curano la prima accoglienza in strada, l’ascolto, lo scambio, l’accompagnamento giuridico-legale, il vitto e l’alloggio, l’orientamento a corsi di formazione e l’avviamento al lavoro. L’aiuto economico e i rifornimenti alimentari ci arrivano in egual misura dal Canton Ticino e da Como. Questo lavorio di accoglienza è dovere di giustizia, non è un “di più”, non è misericordia: è giustizia! È un diritto dell’uomo ad ogni latitudine essere accolto in un paese in cui è forestiero e accogliere chi viene straniero nel suo paese.

L’accoglienza alla parrocchia di don Giusto hanno creato non pochi malumori tra i residenti a Rebbio, tanto che l’assemblea parrocchiale ha deciso di limitare la permanenza notturna alle sole donne e bambini. Ma il don continua a spronare cittadini ed istituzioni all’accoglienza. Domani don Giusto Della Valle nell’incontro alla mostra MIGRANTS lo farà di sicuro

Forza vecchia Como, apri il tuo cuore, le tue porte in modo intelligente agli uomini e donne che vengono da altri paesi. Educa, forma e lasciati formare ed educare da questa umanità che nel deserto, nelle prigioni libiche e in mare è passata attraverso tre rischi mortali.

 

 

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