Il Museo della fine della Guerra di Dongo cresce del 10%. E ora via al teatro fatto dai ragazzi
Grazie al successo delle visite guidate multilingue al museo e al paese di Dongo. Parte ora un progetto didattico con le scuole del territorio con la cooperativa Attivamente per far raccontare le sue storie
Dopo l’aggiornamento tecnologico e la traduzione in 4 lingue del percorso multimediale il progetto di rilancio del Museo della fine della Guerra di Dongo finanziato da Fondazione Cariplo, dal comune e dalla comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio si avvia alla sua ultima azione dando seguito alle visite guidate di questa estate. Da giugno a settembre di quest’anno, infatti, grazie all’organizzazione della Pro Loco di Dongo a cui il Comune di Dongo ha affidato la realizzazione, sono state organizzate 23 visite guidate aperte anche agli stranieri con guide turistiche che hanno accompagnato per la prima volta i visitatori nella loro lingua d’origine.

Un “pacchetto” di visite guidate a piedi o in barca che partendo dal museo della Fine della Guerra hanno condotto i turisti alla scoperta dei tesori di Dongo a piedi tra le vie del borgo in visita a Palazzo Manzi e il Santuario Madonna Delle Lacrime con la Biblioteca Storica Francescana oppure a bordo di una barca lungo le sponde dell’Alto Lago di Como costeggiando Dongo, Musso, Pianello del Lario, Cremia, l’Abbazia di Piona, Colico, Gera Lario, Domaso e Gravedona ed Uniti. Le esperienze si sono concluse con un aperitivo con prodotti tipici locali.
Per le visite guidate museo e borgo il numero di prenotazioni da accettare era 15 (massimo 18), mentre per le visite guidate museo e tour in barca il numero massimo era di 11. “Tutte le visite, promosse dagli Infopoint dell’alto lago, si sono chiuse sold out con ben 346 partecipanti”, spiega Silvia Apinti della Pro Loco di Dongo. Le nazionalità dei partecipanti sono state: 1 Australia, 12 Belgio, 12 Paesi Bassi, 8 Svizzera, 18 Germania e 295 Italia.
I quattro tour in barca sono stati quelli più apprezzati e le prenotazioni si sono chiuse quasi subito. In lista d’attesa sono rimaste 25 persone. È stato proposto un questionario di gradimento che ha raccolto 44 risposte. Tutti gli intervistati hanno giudicato la visita buona o eccellente e il 90% ha dato il medesimo giudizio alla visita al museo. L’obiettivo è stato dunque raggiunto: il museo è stato riscoperto anche dalla comunità locale e ha superato il test sul percorso di visita rinnovato e multilingue avvicinando anche il pubblico straniero che ha rappresentato il 15% dei partecipanti alle visite. Da sottolineare anche la folta presenza di residenti che hanno così potuto apprezzare una esperienza culturale unica del suo genere. Ma alla fine le visite hanno anche amplificato la conoscenza del museo e fatto registrare in due anni un aumento di visitatori del 10%, compresi quelli stranieri. Un obiettivo fissato nel progetto e raggiunto pienamente come dimostrano i dati della tabella che segue:

IL MUSEO A SCUOLA DIVENTA UN RACCONTO TEATRALE RECITATO DAGLI STUDENTI
E’ l’ultima azione del progetto di rilancio nata proprio con l’obiettivo di rafforzare il legame tra il Museo della Fine della Guerra e la comunità locale, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni. L’intento è trasformare il Museo in un luogo vivo di apprendimento e partecipazione, dove la storia della Resistenza non sia solo ricordata, ma raccontata attraverso esperienze dirette e creative. Per raggiungere questo risultato, il progetto adotta una metodologia laboratoriale e inclusiva, basata sul teatro didattico e sulla co-creazione di materiali culturali. Nelle scuole, gli studenti delle classi seconde terze e anche qualche alunno di prima che si sente particolarmente portato della secondaria di I grado parteciperanno a laboratori teatrali guidati da professionisti, culminando in uno spettacolo collettivo che interpreta in chiave originale le storie e i valori custoditi dal Museo. Parallelamente, la comunità potrà assistere a spettacoli, pensati per stimolare memoria condivisa e dialogo intergenerazionale.

A condurre i corsi teatrali realizzate grazie al “cofanetto educativo” gli esperti della cooperativa Attivamente di Como chiamati dalla comunità Montana Lario Ceresio. A coordinare le attività didattiche in prima linea il dirigente scolastico Samuele Tieghi che è anche direttore dello stesso Museo. “Si tratta di una attività innovativa e unica – spiega Tieghi – che consentirà ai nostri ragazzi di sperimentare un nuovo modo di imparare la storia vivendola in prima persona attraverso l’immedesimazione dei personaggi delle storie raccontate al museo. Grazie al personale scolastico per la disponibilità dimostrata visto che le attività si terranno in orario pomeridiano”. Il progetto è pensato per poter riattivare i laboratori anche nei prossimi anni: oltre agli spettacoli, verrà realizzato infatti un cofanetto educativo, un insieme di materiali didattici in formato cartaceo e digitale. Questo cofanetto rappresenta un vero e proprio lascito progettuale, pensato per essere utilizzato dal Museo, dalle scuole e dalla comunità garantendo continuità nel tempo. “Il Museo acquisisce strumenti stabili e replicabili – conclude Thieghi – per proseguire l’educazione alla memoria, le scuole potranno integrare il percorso nei programmi didattici futuri e i partecipanti vivranno un’esperienza trasformativa che rafforzi l’identità collettiva e la memoria storica del territorio. Questo progetto diventa così un punto di partenza per nuove iniziative, in grado di mantenere viva la memoria del passato attraverso il dialogo con il presente”. In accordo con l’istituto, saranno attivati 4 laboratori teatrali, ciascuno della durata di 10 incontri da 2 ore, a cadenza settimanale. Ogni laboratorio sarà rivolto a 25 studenti.
Le scuole secondaria coinvolte sono quelle di Dongo, Gera Lario, Gravedona e Musso. Ci saranno due spettacoli conclusivi a dicembre al Teatro Magnolia di Dongo. Il cofanetto didattico sarà tradotto anche in lingua francese grazie ad un contributo di AICRE, così da poterlo “esportare” anche nella cittadina gemella di Arromanches les Bains, villaggio della Normandia. Il gemellaggio con Dongo e il suo museo è nato sulla base di un’affinità storica tra i 2 paesi: Dongo, con l’arresto di Mussolini, ha vissuto fisicamente la fine del fascismo e della guerra e ha creato il museo della fine della guerra; Arromanches, con la creazione del porto Churchill, ha reso possibile l’invasione dell’Europa dopo il celebre sbarco del 6 giugno 1944 e ha creato il Museo dello Sbarco. «Siamo contenti che la Cooperativa AttivaMente sia parte integrante di questo progetto: il nostro coinvolgimento nasce dal desiderio di diffondere i contenuti e i valori del Museo della Fine della Guerra anche al di fuori dei suoi spazi, a partire dagli studenti delle scuole del territorio, così da rendere l’esperienza ancora più significativa e accessibile per tutti – commenta Jacopo Boschini, Direttore Artistico.

“Da sempre – conclude il presidente della Comunità Montana e sindaco di Dongo, Mauro Robba – siamo pienamente consapevoli dell’importanza di questo museo, non come cimelio storico, ma luogo vivo per educare alla Pace e punto di interesse culturale da offrire a chi arriva da noi per vivere un turismo non di massa. Far diventare i nostri ragazzi i narratori principali delle storie del museo è il modo migliore per garantirgli un futuro”.

