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Energia gratuita dai grandi impianti idroelettrici: la Lombardia definisce i criteri di distribuzione ai territori

2 luglio 2025 | 14:00
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Energia gratuita dai grandi impianti idroelettrici: la Lombardia definisce i criteri di distribuzione ai territori

Destinate risorse per RSA, scuole, biblioteche, sport, illuminazione pubblica e ambiente. Obbligo di rendicontazione per i Comuni beneficiari

La Giunta regionale della Lombardia ha approvato le modalità con cui verrà distribuita, sotto forma di risorse economiche, l’energia elettrica gratuita spettante ai territori interessati dalla presenza di grandi derivazioni idroelettriche. La decisione è stata presa su proposta dell’assessore regionale a Enti locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica, Massimo Sertori.

La misura si inserisce nel quadro della Legge regionale 23 del 2019, che recepisce quanto previsto dalla legge nazionale n. 12 del 2019, stabilendo che i gestori delle grandi derivazioni idroelettriche forniscano ogni anno gratuitamente alla Regione una quota di energia elettrica pari a 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media concessa.

L’energia gratuita viene monetizzata, ossia trasformata in un corrispettivo economico che verrà ripartito tra i Comuni interessati, i quali provvederanno poi a destinarlo a diversi servizi pubblici. La Giunta ha confermato il criterio di ripartizione già utilizzato nel 2020, che assegna a tutti i territori coinvolti una quota uniforme pari al 70% della fornitura gratuita spettante.

Le risorse derivanti dalla monetizzazione dell’energia gratuita per il 2024 potranno essere utilizzate per finanziare numerosi servizi pubblici e strutture, tra cui:

  • Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) pubbliche o private accreditate, limitatamente ai posti letto riconosciuti e contrattualizzati con il Servizio Sanitario Nazionale;

  • scuole e mense scolastiche;

  • impianti sportivi e infrastrutture sportive di proprietà pubblica;

  • edifici pubblici;

  • biblioteche pubbliche;

  • illuminazione pubblica;

  • strutture di accoglienza assistenziali convenzionate;

  • strutture sanitarie pubbliche;

  • servizi ambientali di interesse generale, come il ciclo dei rifiuti, l’approvvigionamento idrico e la depurazione, sia per investimenti sia per il funzionamento legato al servizio pubblico.

È inoltre previsto che i Comuni che riceveranno contributi superiori a 20.000 euro debbano destinare almeno il 5% di tali somme alle RSA presenti sul loro territorio, sempre limitatamente ai posti letto accreditati e contrattualizzati con il Servizio Sanitario Nazionale.

La delibera approvata stabilisce anche l’obbligo per le amministrazioni comunali di presentare, entro il 30 giugno dell’anno successivo, una rendicontazione dettagliata sull’impiego delle risorse ricevute, a garanzia della trasparenza e del corretto utilizzo dei fondi.