Le antiche tombe tornano a parlarci

Sulle tracce dei Massi Avelli, un incontro a Torno

massi avelli

Chi passeggia sui monti del Triangolo Lariano si sarà imbattuto, qualche volta, in grossi massi alla sommità dei quali è stata scavata (da chi e quando?) una profonda conca, proprio da questa particolarità (labellum  in latino significa “piccolo bacino”), il nome di massi avelli. La definizione venne data nel 1872 dal canonico Vincenzo Barelli che per primo descrisse questi reperti, mentre il primo studio sistematico venne pubblicato da Alberto Magni sulla Rivista archeologica della provincia ed antica diocesi di Como. Si tratta di sepolcri a inumazione, avelli appunto, ricavati da grossi massi erratici che il ghiacciaio in scioglimento nel Quaternario ha lasciato sui rilievi, ma anche in mezzo alla pianura. Il territorio comasco è ricco di tali monumenti, considerati unici in ambito italico, attualmente sono 32 i massi avelli classificati perloppiù concentrati nel Triangolo Lariano e in Brianza.

I massi avelli rappresentano ancora un mistero archeologico, sia per quanto riguarda la loro datazione, sia per la loro collocazione culturale e, nonostante siano da anni allo studio di esperti, sono poco valorizzati dal punto di vista turistico. Non da Torno che i “suoi” massi avelli li ha ben segnalati e pubblicizzati in più occasioni. Sabato 21 maggio (ore 18), il Comune di Torno ha organizzato un incontro che permetterà di approfondire il tema dei massi avelli, svelandone aspetti inediti, attraverso la condivisione dei risultati della Ricerca condotta dalla relatrice Laura Porta.

Laura per circa tre anni, per motivi di ricerca e curiosità personale, li ha mappati e censiti basandosi sulla documentazione reperita alla Biblioteca del Museo Archeologico di Como Paolo Giovio e curata dalla Società Archeologica Comense, rendendosi conto che potrebbero essere oggetto di un interessantissimo Itinerario di Valorizzazione Territoriale tra Alta Brianza e Triangolo Lariano.

I massi avelli sono un unicum del nostro territorio scarsamente conosciuto e dal grande potenziale,  ma – a differenza dei “semplici” massi erratici che vengono protetti e tutelati come monumenti naturali da Regione Lombardia (vedi ad esempio la Pietra Lentina, la Pietra Luna, il Sass Negher, il Sasso del Guidino …), i massi avelli in molti casi stanno rischiando di essere distrutti perché inglobati nei processi di crescente urbanizzazione. Laura Porta sta ora sensibilizzando, da vera paladina, gli Enti preposti per indirizzare al meglio l’azione di protezione e valorizzazione di questo patrimonio unico.

 

Sabato 21 maggio 2022 – ore 18:00

Palazzo del Municipio, Via Plinio 4 – Torno

 

Sulle tracce dei Massi Avelli

Un unicum del nostro territorio da preservare e valorizzare

Relatrice: Laura Porta, ricercatrice e consulente di marketing strategico

L’Ingresso è libero fino a esaurimento posti.

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