Ambiente

Università dell’Insubria, CNR e Comunità Montane insieme per tutelare e valorizzare la biodiversità castanicola dei territori Lariani

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La ricchezza floristica della Lombardia è vasta, ne è un esempio il patrimonio castanicolo che circonda il lago di Como, lungo i cosiddetti territori Lariani: una grande distesa di castagni che ha costituito per secoli un’importante risorsa produttiva per le comunità locali. La biodiversità qui è una ricchezza e la sua tutela, insieme a quella dell’ambiente e degli ecosistemi, in una recente modifica all’articolo 9 della Costituzione, è stata riconosciuta fra i principi fondamentali della nostra Repubblica, anche nell’interesse delle future generazioni.

Un patrimonio, dunque, da tutelare, preservare e valorizzare: vanno in questa direzione due progetti sul castagno proposti – a partire da due bandi lanciati da Regione Lombardia – da un team costituito da membri del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, dell’Istituto per la Bioeconomia del CNR di Follonica, da diverse Comunità Montane lombarde, insieme ad altri partner pubblici e privati.

L’impegno prende il via nel 2021 con un primo progetto, attualmente in corso, denominato AVABICAREL – Analisi e valorizzazione della biodiversità del castagno nella Regione Lariana – che mira ad analizzare e studiare il patrimonio genetico di una decina di popolazioni rilevanti a livello varietale, sia per il loro pregio che per la loro diffusione. Lo studio di una popolazione di una medesima varietà richiede almeno quaranta esemplari scelti tra i più rappresentativi per quella varietà: ciò significa ben quattrocento piante che devono essere identificate e campionate con una mole di dati da analizzare veramente importante.

Un lavoro complesso che, al momento, vede l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese – rappresentata dal Professor Giorgio Binelli – portare avanti l’indagine genetica delle varietà di castagno individuate e, contestualmente, l’Istituto CNR, rappresentato dal Dottor Claudio Cantini, realizzarne un’analisi morfologica.

Sostenuto da un finanziamento di Regione Lombardia, AVABICAREL, studiando la biodiversità, sia da un punto di vista genetico sia morfologico, di queste dieci popolazioni di Castagno del Lario, prevede, alla fine, un forte trasferimento di innovazione agli imprenditori del territorio.

 

Un lavoro impegnativo ma non conclusivo.

È, infatti, stato proposto un secondo progetto intitolato RIBICALM – Ricerca della biodiversità del castagno tra Lago e Montagna.

Ponendosi come logico complemento del progetto AVABICAREL, questa seconda iniziativa si propone di ampliare la caratterizzazione delle varietà del Lario e della Valtellina, in modo da fornire alle Comunità Montane che aderiscono al progetto una migliore conoscenza delle risorse territoriali e una completa tracciabilità di filiera a partire dal materiale vegetale per arrivare ai prodotti finali, come castagne e farine, unici e fortemente legati al territorio.

Nello specifico i risultati di questi studi consentiranno di:

  • censire e documentare in modo completo e scientificamente corretto tutte le varietà ancora presenti sul territorio;
  • individuare varietà in grado di rispondere meglio ai cambiamenti ambientali;
  • selezionare piante certificate con frutti di pregevoli caratteristiche da diffondere tramite la filiera vivaistica da utilizzare per eventuali nuovi impianti;
  • recuperare redditività per gli agricoltori favorendo l’innalzamento della qualità e la nascita di una microfiliera castanicola locale;
  • fornire le basi per una completa tracciabilità di filiera.

In sintesi, prodotti sicuri, fortemente legati al territorio, tracciati, rivolti ad un consumatore attento ai valori ambientali, storici, nutraceutici e edonistici dei propri consumi.

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Queste iniziative sono di estrema importanza per l’ecosistema regionale, soprattutto alla luce della crisi climatica in corso” – commenta il Prof. Giorgio Binelli, Responsabile di progetto e Professore del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria, Capofila dei due progetti. “I risultati delle analisi genetiche potranno anche consentire di individuare varietà in grado di rispondere meglio ai cambiamenti ambientali, ponendo le basi per una moderna valorizzazione delle selve esistenti”.

Ma non solo. Se, da una parte, iniziative di questo tipo apporteranno benefici all’ambiente ed al paesaggio,  favorendo l’innalzamento della qualità e la tutela delle produzioni locali, attraverso una completa tracciabilità dei prodotti, dall’altra parte ci si attende una maggior diffusione della conoscenza di aspetti territoriali, sociali e commerciali della castanicoltura, aprendo la strada a pratiche più consapevoli di consumo, cura e salvaguardia della specie vegetale: mangiare le nostre castagne per difendere il nostro paesaggio e la nostra storia.

“É in corso una fase innovativa ed essenziale per le selve castanicole” – spiega il Dott. Claudio Cantini – Primo Tecnologo del CNR, partner scientifico dei progetti. “Gli studi fatti in collaborazione con i nostri partner permetteranno di raggiungere un alto livello di salvaguardia della risorsa genetica dei castagni, garantendo benefici per l’ambiente e per l’attività economica locale. Vogliamo andare nuovamente a costituire quella che era una vera e propria filiera che, per secoli, ha funzionato. Forti di questi obiettivi e sicuri dei benefici, auspichiamo che anche questo secondo progetto possa essere sostenuto da Regione Lombardia, che ringraziamo per il sostegno già dimostrato con AVABICAREL.”

“Sentiamo che sia nostro dovere supportare iniziative che tutelino il territorio che abbiamo l’onore di rappresentare e di vivere, ricco di bellezze paesaggistiche, di biodiversità e di storia. Siamo orgogliosi di contribuire attivamente a questi progetti che vedono la cooperazione di note realtà, a livello locale e nazionale.” – conclude l’Ing. Mauro Gerosa, Presidente dell’Associazione Castanicoltori Lario Orientale A.P.S.

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