Salute e alimentazione

In Italia quasi 3 milioni di persone soffrono di disturbi alimentari

La pandemia non ha fatto ammalare solo di Covid-19: nel 2020 sono aumentate del 40% le persone affette da disturbi della condotta alimentare.

Disturbi alimentari

In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla – dedicata all’informazione e sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare – il 15 marzo scorzo, il Consorzio interuniversitario Cineca ha presentato i dati più recenti relativi a una survey conclusasi a febbraio 2021, basata sull’incrocio di diversi flussi informativi. Questi dati mostrano un preoccupante aumento di tutte le patologie connesse ai disturbi alimentari nei primi 6 mesi di pandemia da Covid-19 di quasi il 40% rispetto ai primi 6 mesi del 2019: i numeri rilevati nel primo semestre 2020 sono stati rilevati nei diversi flussi informativi 230.458 nuovi casi contro i 163.547 del primo semestre 2019.

Questi nuovi casi si aggiungono a un totale di quasi 3 milioni di persone ammalate. I dati si rivelano sempre più critici se si considera che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, anoressia e bulimia sono la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni. I dati della survey, infatti, rivelano un ulteriore abbassamento dell’età in cui si contrae la malattia: il 30% della popolazione si ammala prima dei 14 anni e il 7% prima dei 12, senza considerare che sono stati segnalati anche degli esordi precoci tra bambini di 8-9 anni.

Considerando che sono aumentati anche i casi di persone adulte, che contraggono la malattia per la prima volta tra i 40 e i 50 anni, possiamo generalizzare pensando i disturbi alimentari come nuove forme di depressione che possono colpire tutti, indistintamente dal livello sociale e culturale. Tutti, anche se è stata verificata una netta preponderanza di ammalati nella popolazione femminile: nella fascia di età più colpita, tra i 12 e 17 anni, i maschi sono il 10% ma anche questo dato è in aumento, probabilmente a causa dalle conseguenza della pandemia.

Disturbi alimentari

La situazione è ancora più grave di quello che si potrebbe pensare, non solo le persone hanno risentito delle conseguenze della pandemia ammalandosi, ma anche le strutture dedicate all’assistenza e alla cura dei malati di DCA. Anche L’Associazione DCAmolo, struttura di riferimento nel territorio comasco, ne ha risentito moltissimo: le attività con cui ogni anno vengono raccolti fondi per aiutare l’associazioni e i progetti riabilitativi della comunità terapeutica assese sono stati bloccati. Si è arrivati al punto che l’associazione non è più stata in grado di garantire con le proprie risorse tutte le attività terapeutiche ed esperienziali offerte alle ragazze ospiti della struttura.

“Non avremmo mai voluto arrivare a tanto ma purtroppo siamo in serie difficoltà – spiega Gabriele Stampa, presidente dell’associazione e psichiatra del centro – Tutti gli eventi e le varie iniziative sono state bloccate, quindi i nostri fondi si sono ridotti notevolmente. Siamo un centro che lavora con disturbi della condotta alimentare sia sul piano scientifico-clinico tradizionale sia su quello esistenziale, per cui ci occupiamo di tutte le problematiche che le ragazze portano con sé e che riflettono la paura di vivere per varie ragioni”.

Da qui, dunque, l’idea di una speciale raccolta fondi, lanciata su Gofundme, per cercare di portare avanti le attività di aiuto alle ragazze del centro. Sempre il presidente dell’associazione dichiara che “Lo scopo della raccolta è cercare di concludere i programmi già avviati, poi vedremo come avviarne altri. Il ricovero medio delle ospiti dura 1 anno, i progetti sono semestrali o annuali. Quest’anno, oltre al lockdown che ha fatto saltare il 40% dei ricoveri, c’è anche il problema economico che stiamo cercando di risolvere come possiamo, chiedendo un aiuto a chiunque voglia contribuire anche con solo 10 euro”.

Elisabetta Ina

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