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Taccuino letterario del 28 gennaio 2022

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Parolario&Co. è una rubrica settimanale di consigli di lettura realizzata in collaborazione tra Associazione Culturale Parolario, giornale La Provincia di Como e Ciaocomo radio con il patrocinio del Consiglio di Regione Lombardia. Si ringrazia Confindustria Como, Fondazione Volta e BCC Cantù

Il 27 gennaio del 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono nei pressi della città polacca di Auschwitz, scoprendo l’enorme campo di concentramento e sterminio utilizzato nel corso del genocidio nazista: quel giorno, verso mezzogiorno, le prime truppe sovietiche del generale Viktor Kurockin varcarono quei maledetti cancelli e trovarono circa 7.000 prigionieri che erano stati lasciati nel campo. Molti erano bambini e una cinquantina di loro aveva meno di otto anni. Erano sopravvissuti perché erano stati usati come cavie per la ricerca medica.

Il 27 gennaio del 1945, finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo: è stato calcolato che ad Auschwitz morirono più persone che in qualsiasi altro campo di concentramento nazista. Sui numeri non ci sono certezze, ma secondo i dati dell’US Holocaust Memorial Museum, le SS tedesche uccisero almeno 960mila ebrei, 74 mila polacchi, 21mila rom, 15mila prigionieri di guerra sovietici e 10 mila persone di altre nazionalità.

Il primo novembre 2005, durante la sua 42esima riunione plenaria, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite riconobbe ufficialmente, nel 27 gennaio, il Giorno della Memoria, in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto, del nazismo e del fascismo.

Anche Parolario & Co. vuole celebrare questa giornata così importante con una carrellata di letture per grandi e piccini dedicate al tema della Memoria, perché essa si conservi viva in tutte le generazioni presenti e in quelle che verranno.

Partiamo senza dubbio da un libro di cui vi abbiamo già parlato, “Il fucile dietro la schiena” di Mario e Paolo Schiani, edito da Dominioni Editore, che racconta la vicenda, ricostruita attraverso le lettere lasciate ai propri figli, del sottotenente luinese Natale Schiani, deportato nei campi di concentramento dei nazisti nel 1943, per arrivare alla storia di Lidia Maksymowicz, narrata ne “La bambina che non sapeva odiare”, edito da Solferino, entrata all’età di tre anni, assieme a sua madre, nell’inferno di Auschwitz-Birkenau, sopravvivendo per tredici mesi nella baracca dei bambini, una tra le tante piccole «cavie» degli esperimenti del dottor Josef Mengele. Quando ne esce, nel gennaio del 1945, dopo la liberazione, stringe la mano di una donna che non è sua madre: una polacca, senza figli, che decide di adottare una delle «orfanelle» rimaste sole in un campo disseminato di cadaveri. Lidia cresce con lei. Ma non dimentica la sua vera madre. Non smette di credere che sia viva, non smette di cercarla. E in una storia che sa di miracolo la ritroverà.

Scritto all’indomani della morte di Primo Levi, “Lettera alla madre” di Edith Bruck, edito da La Nave di Teseo, è un “dialogo in forma di soliloquio” in cui, accanto al racconto del trauma vissuto in prima persona nei campi di concentramento dell’Europa Centrale, la propria diaspora famigliare e il dramma storico della Shoah, l’autrice affronta, attraverso una prospettiva intima, la contrapposizione tra fede religiosa e laicità e propone una profonda riflessione su cosa significhi per un superstite dell’Olocausto avere la responsabilità di esserne testimone. “Chi ha tradito Anne Frank. Indagine su un caso mai risolto”, scritto da Rosemary Sullivan e pubblicato da HarperCollins, racconta il lavoro di un team di investigatori, guidati dall’ex agente dell’FBI Vincent Pankoke, impegnati a spiegare due grandi misteri legati ad Anne Frank e la sua famiglia: come fecero otto persone a vivere nascoste per tutto quel tempo senza essere scoperte e chi o che cosa portò la polizia alla loro porta, il giorno in cui vennero arrestati dai nazisti e condotti in un campo di concentramento. Vagliando un’enorme quantità di documenti, alcuni mai esaminati prima, intervistando i discendenti di molte persone che conoscevano i Frank e avvalendosi delle più moderne tecniche di indagine sviluppate dall’FBI, la Squadra Casi Irrisolti ha ricostruito i mesi che hanno portato all’arresto degli inquilini della casa segreta, giungendo infine a una scioccante conclusione.

Per i bambini e le bambine dai 9 anni in su, consigliamo la lettura dell’edizione a colori, pubblicata da Piemme di “Scolpitelo nel vostro cuore” di Liliana Segre, illustrato da Pia Valentinis e curato da Daniela Palumbo, che raccoglie le memorie della senatrice a vita, dalla guerra vissuta come una profuga, alla clandestinità, dalla sua condizione di rifugiata a quella di schiava lavoratrice, indicando quel futuro che solo i ragazzi in ascolto potranno, senza indifferenza e senza odio, disegnare, inventare, affermare.

Dagli undici anni in su, “La fisarmonica verde” di Andrea Satta, edito da Mondadori, narra la storia di un uomo normale, non un eroe, e delle sue scelte coraggiose. Il racconto di un padre al figlio, durante il quale si scioglieranno i ricordi che legano tre generazioni. Sullo sfondo ci sono la Sardegna degli anni Trenta, storie d’amore e di vendetta, e la Roma del dopoguerra, in cui la vita rifiorisce; in primo piano la Seconda guerra mondiale nel suo momento peggiore. Un vero viaggio nella memoria, perché senza di essa non ci può essere futuro.

Per i più grandicelli e le più grandicelle, dai 14 anni in su, suggeriamo “L’aquilone di Noah” di Rafael Salmerón, edito da Uovonero, tradotto da Daria Podestà, revisionato da Sante Bandirali e ambientato nel 1939, all’indomani dell’invasione della Polonia da parte dei tedeschi.

A cura di Alessia Roversi

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