La situazione

Seconda settimana sui banchi di scuola: la situazione al liceo Paolo Giovio di Como

Il preside D'Antonio:"Inizio complicato, ora inizia ad andare meglio. Abbiamo navigato a vista. Sarebbe stato meglio incontrare prima Ats, si poteva forse fare meglio....."

Un rientro con non poche difficoltà quello dei presidi degli istituti scolastici della provincia di Como. Un caso fra tanti quello del liceo scientifico Paolo Giovio di via Pasquale Paoli a Como. Qui lunedì 10 gennaio la campanella è suonata in un’atmosfera quasi surreale, tra incertezze e preoccupazione.

«Il rientro è stato difficile – ha dichiarato Nicola D’Antonio, dirigente scolastico del liceo scientifico Paolo Giovio – Sono state oltre un centinaio le mail di segnalazione di positività giunte alla mia attenzione tra il 7 e il 9 gennaio. Lunedì scorso, alla ripresa delle attività didattiche, iniziavamo la settimana con circa il 10% degli studenti in Dad. Mi sono detto “se il buongiorno si vede dal mattino, verremo distrutti dalle segnalazioni”».

 

Dad solo per pochi studenti……

«Questa settimana è incominciata meglio, considerando il numero degli studenti, le lezioni si stanno svolgendo al 90% regolarmente, e questo ci permette di avere una maggiore tranquillità. La situazione attuale vede una classe che può essere frequentata solo da vaccinati e 2 classi con più di 2 casi in Dad. In linea generale abbiamo 1 caso sporadico per ogni classe su 68 totali. Iniziano ad arrivare le attestazioni di negatività e i positivi della scorsa settimana rientrano in presenza».

Maggiori indicazioni per i genitori…..

«La più grande difficoltà è stata fare chiarezza alla fonte delle informazioni date dai genitori. Dal 13 gennaio abbiamo diffuso una circolare spiegando la procedura da rispettare per le segnalazioni dei casi positivi o dei presunti contatti. Questa è necessaria per agevolarci nell’attuazione delle regole previste con il Decreto del 7 gennaio 2022».

Ieri l’incontro con Ats Insubria con le scuole. Come è andato ?

«Questa riunione ci ha permesso di comprendere alcune delle indicazioni date. Rispetto al periodo precedente, le norme sono state semplificate, spero si proceda sempre più in questa direzione. Ora, secondo quanto detto da Ats Insubria: “se l’alunno non è vaccinato viene posto in quarantena per massimo 10 giorni, mentre se vaccinato con due dosi (entro 120 giorni) 5 giorni, con 3 dosi scatta l’autosorveglianza per 5 giorni durante la quale lo studente viene a scuola con la mascherina Ffp2 e controlla se ha sintomi o meno”.

Il contributo degli studenti e dei genitori è fondamentale in questo periodo…..

«A oggi circa il 70% dei ragazzi è vaccinato e diversi genitori ci stanno inviando la certificazione della terza vaccinazione, anche se non richiesto. Mi colpisce l’impegno di genitori e ragazzi per mantenere la scuola in presenza. Per quanto riguarda il personale docente, è completamente vaccinato. Abbiamo avuto solo 3 sospensioni dal servizio». Tornando a lunedì 10 gennaio: «un paio di casi positivi tra gli insegnanti. Questi hanno ricevuto la dose booster e in questo modo sono rimasti in quarantena solo per i 5 giorni indicati. Non siamo quindi in allarme, anche grazie all’obbligo vaccinale che ha ridotto l’impatto delle assenze. Attualmente sono 5 le persone assenti (su 180 professori), ma per motivi non riconducibili al Coronavirus. Sono stati giorni difficili  – aggiunge – per i ragazzi, i genitori, i docenti, il personale Ata e anche per noi dirigenti. Soprattutto la prima settimana, quando non sapevamo come comportarci e navigavamo a vista. Mi immagino la fatica dei colleghi degli istituti comprensivi con bambini da tenere a casa e i genitori che devono andare al lavoro. Un solo rammarico, se l’incontro con l’Ats Insubria avvenuto il 17 gennaio fosse avvenuto qualche giorno prima, le difficoltà sarebbero state inferiori e superate grazie alla buona volontà di tutti. Oggi sono più tranquillo, preoccupato, ma la situazione è sotto controllo».

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