La celebrazione

La Como che fa rete e che diventa Città Creativa Unesco:”Adesso avanti con il lavoro da fare”

La soddisfazione di sindaco ed altre autorità per il riconoscimento raggiunto: serata di festa al Sociale. Molte le personalità invitate, le parole di Aldo Grasso.

La celebrazione del traguardo – storico – raggiunto assieme. Con un lavoro di squadra ben preparato e portato avanti. Lo hanno detto, a turno, gli amministratori del comune di Como (tra cui il sindaco Landriscina) e gli altri protagonisti (con il presidente del Comitato organizzatore Stefano Vitali a ribadire il concetto). E’ stato il giorno della festa al teatro Sociale di Como: con Fondazione Volta, Comune, Camera di Commercio e tutti coloro che hanno dato una mano solida e concreta al riconoscimento di Como Città Creativa Unesco a portare saluti e auspici per il futuro. Perchè – come ha sottolineato il sindaco – “adesso si deve anche correre a fare. E noi siamo pronti a farlo…“.

 

Tante le autorità invitate (anche da altre città italiane e dalla Regione) a questa celebrazione della bellezza e bravura lariana. Tra di loro (video sotto) anche Aldo Grasso, giornalista e critico televisivo, ma anche editorialista del “Corriere della Sera”. Ecco lui si è presentato sul palco del teatro cittadino con in mano una patata ed una pila. Ascoltate il perchè…..

 

Como Città Creativa UNESCO mette al centro la Cultura del Fare e il lavoro dell’artigiano, pertanto
il campo creativo selezionato dalla Città è proprio quello che si riferisce alle città che rappresentano
luoghi presidio per il campo dell’Artigianato e all’Arte Popolare (Crafts & Folk Art).
Il primo passo compiuto dal processo di Candidatura è stato convalidare un tratto della identità della
città di Como, un tratto meno conosciuto dell’immagine mediatica (turistica di Como), ma il cui
valore intrinseco è avvallato dagli addetti ai lavori, da tutti i creativi che vedono il territorio come un
eccezionale laboratorio, un’officina per l’Homo Faber. L’artigianato tessile, pertanto rappresenta le
competenze culturali e creative che hanno il potere di innervare tutti i settori produttivi dell’economia
locale.
In un contesto globale dominato dagli anti-valori dalla fast-fashion, la Cultura del Fare e le competenze
degli artigiani sono il punto di partenza per una “rivoluzione slow” (per usare un termine già
riconosciuto), che in Italia potrà e dovrà compiersi in difesa del comparto produttivo tessile e dell’autenticità
dei suoi prodotti.

como città creativa unesco serata di celebrazione al Sociale di como

Oggi, è necessario guardare alla filiera tessile come ad un’infrastruttura immateriale, un patrimonio
di conoscenze indispensabili per la ripartenza. La crisi covid-19 ha evidenziato la relazione che intercorre
tra resilienza, anti-fragilità e innovazione: l’obiettivo, più urgente e attuale, è favorire la crescita
di comunità creativa capace di reagire, innovando.
Per Como, l’iscrizione nella Rete Città Creativa UNESCO è un tassello fondamentale per il futuro
del distretto, della città e per l’allineamento agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Con
le progettazioni proposte da Como è stato, messo in evidenza che la connotazione identitaria riconosciuta
ai prodotti made in Italy rimanda, ancora oggi, alla Cultura del Fare, il prodotto italiano è “fatto
con cura, prodotto in modo esemplare”.
Perché Como
Como è la città capofila della Textile Valley italiana, un distretto territoriale storicamente vocato alla
tradizione tessile che include le due province Como e Lecco. Il settore tessile è una delle espressioni
più rilevanti della Cultura del Fare e del made in Italy. La filiera tessile del distretto ha una tradizione
molto radicata ed è concepita come un immenso patrimonio di esperienza, di competenze tecniche e
artistiche tramandate da generazioni e migliorate nel tempo grazie ad una forte spinta all’innovazione,
garantita da centri formativi d’eccellenza e promossa dall’impegno e dalla creatività degli artigiani e
delle imprese tessili.
La filiera si occupa principalmente di tessuti operati, di complessa fabbricazione, tessuti che necessitano
una competenza non improvvisabile; ha un ruolo fondamentale l’arte della seta, anche in riferimento
al modello di produzione tradizionale, la gelsibachicoltura.
Il distretto tessile Como vanta 1.376 aziende (1.424 nel 2019) e 15.515 occupati. Nelle graduatorie
per incidenza del valore del settore culturale, stando a Unioncamere e Fondazione Symbola, il distretto
occupa una posizione di rilievo per l’ambito del design e della stampa (riferito specificatamente
alla fashion industry e all’arredamento).
Moda Sostenibile – Como Città Creativa UNESCO dell’Artigianato (tessile) significa anche
Città della Moda Sostenibile

como città creativa unesco serata di celebrazione al Sociale di como
como città creativa unesco serata di celebrazione al Sociale di como

Con la Designazione UNESCO Como ha accettato sostanzialmente la sfida di potersi posizionare
come Città della Moda Sostenibile a livello internazionale.
Grazie ad una condivisa manifestazione d’interesse si é giunti alla collaborazione di tutte le realtà
istituzionali, imprenditoriali, scientifiche del territorio che vogliono fare di Como la Città della Moda
Sostenibile individuando alcuni ambiti su cui ci si dovrà concentrare in modo prioritario nei prossimi
3 anni: implementare strategie anti-spreco (in particolare verso la tutela della risorsa acqua); migliorare
la tracciabilità dei tessuti valorizzando le peculiarità del made in Italy; promuovere il paesaggio
(industriale) tessile dando il via a un’economia circolare che prevede la reintroduzione di una componente
verde (per esempio si prevede di favorire la reintroduzione delle piante di gelso per la produzione
della seta); creare un nuovo appeal che possa avvicinare le nuove generazioni alla filiera
tessile promuovendo un maggior coinvolgimento femminile e favorendo la nascita di innovazioni
riferite a modelli di sviluppo green.
La progettazione proposta valorizza inoltre i concetti di efficienza e resilienza, in previsione di affiancarci
alle linee guida del programma Next Generation EU, per una società e un’economia digitale,
sostenibile ed eque.
C’è inoltre una grande attenzione ai temi della sostenibilità ambientale, messi a dura prova dal fenomeno
della “fast fashion”, e della sostenibilità sociale, in relazione all’Uguaglianza di Genere, tema
che risulta fondamentale, considerando l’elevato numero di donne impiegate nel settore.
Cosa significa Città Creativa
Le città creative sono luoghi in cui individui, comunità, imprese e istituzioni hanno la possibilità di
inventare e realizzare nuovi modi di operare. La creatività è il fattore chiave per la crescita futura e il
pieno sviluppo del potenziale di innovazione. Stando alla definizione del fisico Henri Poincarè, la
creatività è una modalità di agire che permette di unire elementi esistenti con connessioni nuove, che
siano utili.

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Nel corso degli anni, il discorso sulla creatività ha preso sempre maggiore risalto, tanto che sono state
introdotte nuove definizioni e sono stati svolti numerosi dibattiti.
Si è parlato anche di “classe creativa” con l’economista americano Richard Florida che definisce il
processo creativo come la principale fonte del vantaggio competitivo. Secondo Florida, le città dovrebbero
funzionare come “magneti del talento”, perché in un processo creativo gli elementi preesistenti
si riorganizzano in nuove combinazioni producendo un risultato nuovo e utile.

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Il Network delle Città Creative UNESCO è stata creato nel 2004 per promuovere la cooperazione
tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo
urbano sostenibile. Il Network si divide in sette cluster individuati da UNESCO: Musica, Letteratura,
Artigianato e Arte Popolare, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema.
Le 295 città, nei paesi di tutto il mondo, che attualmente fanno parte della rete collaborano per un
obiettivo comune: fare della creatività e dell’industria culturale il centro dei loro piani di sviluppo a
livello locale e collaborare attivamente a livello internazionale.
In Italia ci sono adesso 13 città creative: Como, Biella, Carrara e Fabriano per l’artigianato, Alba,
Bergamo e Parma per la gastronomia, Bologna e Pesaro per la musica, Roma per il cinema, Torino
per il design, Milano per la letteratura e Modena per Media Arts.

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