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A Palazzo Pirelli la presentazione del libro “Cucinare al fresco”, un progetto nato nelle carceri di Como

cucinare al fresco

Un “quaderno dei sapori”, in cui semplici ingredienti e ricette nate nelle celle dei penitenziari italiani si mescolano a storie, emozioni, ricordi di chi è in cerca di riabilitazione e reinserimento nella società. Questo il senso del progetto “Cucinare al fresco” che, uscito dalla fase di ideazione e sperimentazione nella Casa circondariale del Bassone di Como, approda ora in tutte le librerie.
La prima raccolta di ricette preparate dietro le sbarre è stata presentata ieri a Palazzo Pirelli alla presenza del Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, della coordinatrice del progetto Arianna Augustoni, del direttore del carcere comasco Fabrizio Rinaldi, di Giorgio Leggieri direttore del carcere di Bollate  e della Presidente della Commissione speciale sulla situazione carceraria Antonella Forattini.

Si tratta di un’iniziativa molto bella e molto valida, che offre stimoli intelligenti a chi sta scontando pene all’interno delle carceri– ha sottolineato il Presidente Fermi -. Un modello di collaborazione tra agenti, persone ristrette e agenti di Polizia penitenziaria che può essere replicato in altri istituti e che offre opportunità concerete di formazione professionale per il post detenzione”.

 

L’iniziativa comasca è stata replicata in dodici istituti a livello nazionale. All’attivo sono più di dieci i ricettari già pubblicati, oltre 600 ricette aggiornate ogni giorno, disponibili anche sui canali social e sulle piattaforme di e-commerce.

Il lavoro è partito da gruppi di lavoro che hanno messo al centro di ogni lezione le persone ristrette, i loro vissuti e le loro aspirazioni di cambiamento e di speranza – ha spiegato la coordinatrice del progetto Arianna Augustoni -. Ho lasciato a loro il compito di organizzare il progetto in base alle singole esigenze, ma sempre con un solo obiettivo: raccontare le proprie esperienze in cucina attraverso un linguaggio corretto e preciso. Dal racconto alla scrittura il passo è stato breve, in quanto le tante nozioni sono state organizzate per dare vita a una pubblicazione che raccontasse queste esperienze anche all’esterno”.

Plauso all’iniziativa è stato espresso anche dalla Presidente Forattini e dal capogruppo del Partito Democratico Fabio Pizzul, che hanno sottolineato come “progetti come questo, che danno un obiettivo e una prospettiva per il fine pena, debbano essere sostenuti e incentivati

Abbiamo ricominciato a vivere, ad assaporare la libertà – ha raccontato Luigi, uno dei componenti della redazione di Cucinare al fresco  –. Non è semplicemente un ricettario, ma una speranza, un percorso per comprendere meglio un cammino di riabilitazione. È una testata giornalistica ideata e scritta da persone che hanno perso la libertà, ma che non si sono perse d’animo e hanno deciso di rimettersi in gioco attraverso il cibo, spiegando i metodi utilizzati nelle stanze di reclusione per cucinare con le risorse a loro disposizione”.

Un percorso che vuole creare momenti di normalità durante la detenzione e offrire nuove chance di vita e nuovi percorsi riabilitativi.

 

Nella foto, da sinistra: Luigi, il consigliere Pizzul, Augustoni, il Presidente Fermi, Leggieri, Forattini e Rinaldi

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