Le api dell'invisibile

Creatività

“La mia poesia dà voce alle ingiustizie”: la responsabilità dell’arte con Caroline Schlunke

Martina Toppi conduce per il terzo anno la rubrica di creatività giovanile "Le api dell'invisibile"

api dell'invisibile

Caroline Schlunke scrive per necessità, non di esprimere sé stessa, ma di dire qualcosa sul mondo. Tra i tanti motivi che spingono una persona giovane, come lei che è nata in Svizzera nel 1993, c’è anche quello di offrire un punto di vista sul mondo, andando a scavare nella densità della realtà per estrarne quell’invisibile che pure deve essere raccontato. Ecco perché, come racconta in questa puntata de Le api dell’Invisibile, le sue poesie parlano di donne e dei loro diritti, di ambiente e di rispetto per la natura, di migranti e di altre storie sulle ingiustizie del mondo.

Il rapporto di Caroline con le ingiustizie è di lunga data, più di quello con la poesia. Dopo il liceo in economia e diritto, seguito da un bachelor e un master in diritto e un periodo di pratica legale ha conseguito l’anno scorso il brevetto di avvocata. Oggi Caroline lavora per l’associazione Procap, a Ginevra, che difende le persone in situazione di handicap. Di sé Caroline racconta: «Durante gli studi ho sempre fatto volontariato in vari ambiti: dalla creazione di monete alternative locali, alla partecipazione al processo di redazione di convenzioni internazionali alle nazioni unite in ambito di disarmo nucleare. Attualmente a livello di volontariato il mio impegno più grande è nel Consiglio di Fondazione di Surgir, realtàc che si occupa di aiutare donne e uomini vittime dei cosiddetti “delitti d’onore”».

Un’esigenza di dar voce alle ingiustizie, la sua, che non si accontenta di essere esplorata nello spazio professionale e del volontariato, ma chiede sempre di più. E infatti in questa puntata del podcast Caroline lascia consigli importanti su come provare a costruire nella propria vita uno spazio su misura per la creatività che, nel suo caso, è fatta di pittura e poesia. Tra lavoro e volontariato (tanto volontariato) che da sempre Caroline pratica, la sua poesia si nutre della vita e delle vite in cui, passeggiando lungo la propria strada, le capita di inciampare.

api dell'invisibile

E durante questa chiacchierata, Caroline lascia agli ascoltatori un consiglio di lettura in cui si è imbattuta esplorando la poesia francofona: la raccolta di poesie “En Marge” di Silvia Baron Supervielle. Je peux pas / partir / je peux aller / plus au fond / où nul n’arrive / où seule la distance / m’étreint / et me retire. (Non posso / partire / posso andare più a fondo / dove nulla arriva / dove solo la distanza / mi abbraccia / e mi respinge).

Per sentire invece le poesie di Caroline basta ascoltare questa puntata intrecciata di poesia che parla di chi non ha voce, scavando nell’invisibile della realtà, per trasformarlo in profumo di verità. Eccone un piccolo assaggio:

Tutti immigrati

Si sta come appesi a un filo

Tra la speranza e l’oblio

E le tue parole sono lama

Che affonda la trama

Automa

“Non può entrare Signorina”

Capolinea

Mercanzia respinta

Una targa reca:

“I costi per l’anima

Non contano per l’Economia”. (Caroline Schlunke)

 

A cura di Martina Toppi

podcast api dell'invisibile

Questa è una rubrica dedicata a tutti coloro che scrivono, in particolare poesie. Se  volete venire a raccontarmi il vostro progetto, la vostra scrittura e le vostre parole, scrivete a martinatoppi43@gmail.com: “Le api dell’invisibile” vi aspettano!

«…il nostro compito è quello di compenetrarci così profondamente, così dolorosamente e appassionatamente con questa terra provvisoria e precaria, che la sua essenza rinasca invisibilmente in noi. Noi siamo le api dell’invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d’oro dell’Invisibile.»  R. M. Rilke

 

 

 

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