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Quale atomizzatore scegliere per iniziare a svapare? Consigli per il primo acquisto in autonomia

sigaretta elettronica

Smettere di fumare con la sigaretta elettronica si può, ma è necessario procurarsi l’atomizzatore adatto allo scopo: ecco quale preferire

Che il fumo di tabacco causi gravi danni al nostro organismo è oramai risaputo, per cui abbandonare le cosiddette “bionde” è un vero e proprio atto di amore per sé stessi e per chi ci sta accanto.

Ad oggi, il modo migliore per riuscirci è sostituire questa cattiva abitudine con la sigaretta elettronica, strumento che consente di mantenere il piacere del gesto e dire addio a tutte le sostanze nocive della sigaretta tradizionale.

Sono tantissime le aziende produttrici che offrono hardware entry level di qualità, prima fra tutte Vaporesso. Tuttavia, alcune persone potrebbero sentirsi smarrite al primo approccio con la vetrina di un e cigarette shop, poiché il mercato offre prodotti nuovi ogni giorno e barcamenarsi da soli non è affatto semplice.

Perciò se si sta partendo da zero ma si vuole agire in autonomia, è bene leggere qualche dritta prima di effettuare i propri acquisti.

A tal proposito oggi parliamo dell’atomizzatore, componente chiave della sigaretta elettronica e responsabile della resa aromatica degli e-liquid.

Vediamo da più vicino di che si tratta.

Che cos’è un atomizzatore, a cosa serve e come funziona

Quando si parla di atomizzatore per sigaretta elettronica ci si riferisce a quell’oggetto (generalmente di forma cilindrica) che svetta sopra il corpo batteria del dispositivo. Si tratta della fabbrica vera e propria del vapore, poiché al suo interno avviene la trasformazione dei liquidi in aerosol.

La qualità della svapata, la regolazione del tiro e la resa aromatica sono frutto delle sue geometrie e dei materiali di cui è costituito. In tal senso l’atom svolge un ruolo di prim’ordine nella esperienza vape, soprattutto per chi viene dal mondo del fumo.

Ecco quali sono le componenti principali:

  1. Base
  2. Vetrino
  3. Top cap
  4. Drip tip

I materiali costruttivi sono per l’85% metallici, poiché devono supportare temperature elevate e garantire una buona solidità allo strumento.

La base è formata da un connettore elettrico sottostante (pin), una ghiera di regolazione dell’aria per modulare il contrasto del tiro e da un alloggio per la resistenza riscaldante, di cui parliamo tra poco.

Il vetrino consente di unire la base al top cap, il “tappo” di chiusura dell’atom, e di andare a formare così il serbatoio per il liquido (tank). Il drip tip è la terminazione più alta del dispositivo, una sorta di “mini-boccaglio” che consente di inalare il vapore prodotto.

In ultimo, la resistenza elettrica (coil), che non fa parte della struttura fissa dell’atom in sé ma è un accessorio imprescindibile per il suo funzionamento (un po’ come il motore sta all’automobile). Si tratta di un cilindretto metallico che ospita una bobina di filo resistivo, avvolta da cotone organico.

Grazie al connettore (pin) presente sotto la base, la corrente fluisce dalla box mod (corpo batteria), fino alla coil, che si arroventa e fa evaporare il liquido a contatto, convogliato alle sue spire dal cotone.

Ma quali sono gli step da fare per mettere in moto tutto il meccanismo?

Montaggio, set up e caricamento del serbatoio: come usare l’atom in 5 passi

L’atomizzatore arriva già assemblato all’interno della sua confezione, ma per poterlo utilizzare con padronanza è cosa buona e giusta smontarlo. In questo modo si potrà lavare per bene ogni singola componente (esclusa la coil, che non va assolutamente bagnata) con uno spazzolino da denti dedicato alla causa e un pizzico di sapone per piatti, al fine di rimuovere ogni traccia di oli di lavorazione residui.

Fatto ciò, risciacquare abbondantemente, lasciar scolare ed asciugare minuziosamente con un pezzo di scottex. Questa prima manutenzione consentirà sia di prender confidenza con le singole componenti del dispositivo che di evitare eventuali sapori sgradevoli nella svapata.

Fatto ciò, ecco come usare l’atom in 5 semplici passi:

  1. Prendere la coil, bagnare il cotone con qualche goccia di e-liquid per “inizializzarla” ed agevolarne la funzione assorbente;
  2. Avvitare la resistenza nell’apposita sede, chiudere i fori dell’aria (ruotando la ghiera di regolazione) e montare il vetrino;
  3. Effettuare il refill di liquido: per alcuni modelli è necessario farlo dal basso, mentre alti consentono la ricarica dall’alto, per cui assicurarsi della modalità corretta consultando le istruzioni del device;
  4. Finire di rimontare ogni singola parte dell’atom e chiudere con top cap e drip tip, dopo di che capolvolgerlo, aprire i fori aria fino al livello desiderato e rimettere dritto il tutto;
  5. Avvitare l’atomizzatore su una box mod compatibile (devono avere entrambi il medesimo attacco, 510 o 810), accenderla ed impostare un wattaggio che rientri nel range indicato sulla coil installata, e si è pronti per svapare!

Arrivati a questo punto basterà cliccare il tasto Fire (in genere quello più grande) ed inalare contemporaneamente il vapore dal drip tip.

Ma funziona così per ogni modello?

Quasi, però gli atomizzatori non sono tutti uguali.

Tipi di atomizzatori: quali sono e come scegliere quello giusto per iniziare

Abbiamo fin qui parlato di atomizzatori in generale ma in realtà ne esistono varie tipologie, ognuna con le sue peculiarità. Ecco quali sono quelle principali:

  • Non rigenerabili: dispositivi di semplice utilizzo che funzionano con resistenze pre-fatte, dette head coil o “testine” (sono quelli a cui ci siamo riferiti finora).
  • Rigenerabili: atomizzatori in cui la coil deve essere costruita artigianalmente dal vaper con filo resistivo e cotone (adatti agli utenti più navigati).

La prima scrematura per chi vuole iniziare a svapare avviene proprio qui, poiché come primo atom è imprescindibile scegliere un non rigenerabile. Ciò permetterà di prender confidenza con il suo funzionamento e godere di una maggior sicurezza durante il suo utilizzo.

Superato questo step, ci si trova di fronte ad una ulteriore scelta:

  • MTL (mouth to lung): dispositivi per svapo di guancia, ovvero con un contrasto di tiro più marcato e simile alla sigaretta tradizionale, che consentono di fare piccole boccate di vapore;
  • DL (direct lung): atom per svapo polmonare, più grandi e ariosi dei precedenti, utili per inalare grandi quantità di vapore direttamente nei polmoni (del tutto simile alla respirazione che si fa al mare con maschera e boccaglio).

Per chi comincia a svapare è suggeribile partire con un atomizzatore MTL, come ad esempio il GTX 18 di Vaporesso, che grazie alla sua somiglianza con il tiro di sigaretta classica, la miglior resa aromatica con i liquidi tabaccosi e le dimensioni contenute, risulta senza dubbio più adatto per un neofita.

Inoltre, grazie all’ampia regolazione dell’aria, consente di fare qualche prova anche con un tiro molto aperto. In questo modo ci si può fare un’idea di cosa significa svapo DL e pianificare meglio il prossimo acquisto.

Detto ciò, non resta che fare la propria esperienza e divertirsi.

Buona svapate a tutti!

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