La crisi

Henkel Lomazzo, l’azienda conferma l’intenzione di chiudere. Oggi summit con l’ambasciatore a Roma

Nessuna possibile apertura dopo il faccia a faccia di ieri a Milano. Forte apprensione per il futuro occupazionale.

“Regione Lombardia si è messa a disposizione con tutti gli strumenti affinchè ci potesse essere una variazione da parte della Henkel sia in merito alla decisione di chiudere il sito produttivo di Lomazzo sia dal punto di vista delle tempistiche. Purtroppo l’azienda ha confermato la sua volontà già espressa in questa giorni. Da parte di Regione c’è grande preoccupazione per la situazione di tutti i lavoratori e delle loro famiglie, per questo gli assessorati coinvolti hanno dato disponibilità nel caso in cui l’azienda cambi la decisione e, laddove questo non dovesse realizzarsi, per accompagnare un potenziale investitore al fine di ricollocare tutti gli attuali lavoratori e dare continuità al sito produttivo di Lomazzo”. Questa la nota di Regione Lombardia, ieri al termine della riunione con i rappresentanti di Henkel a cui hanno partecipato l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Guido Guidesi e il sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia Fabrizio Turba. Presenti all’incontro la struttura degli assessorati Sviluppo economico e Formazione Lavoro, i rappresentanti di Finlombarda e la struttura attrattivitá di Regione.

 

Ed oggi, a Roma, altro summit per questa delicata vicenda che vede coinvolti 150 dipendenti e le loro famiglie. Il Presidente della bicamerale Schengen, Europol e immigrazione Eugenio Zoffli e il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, deputati comaschi della Lega, incontrano l’ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia, Viktor Elbling, per sottoporgli la situazione venutasi a creare in seguito alla decisione della multinazionale tedesca Henkel di chiudere lo stabilimento di Lomazzo. Attesa una comunicazione ufficiale nelle prossime ore. Anche Zoffili e Molteni cercheranno di insistere con l’ambasciatire tedesco sulla grave crisi occupazionale della zona e le pesanti – possibili – ripercussioni sociali in caso di chiusura dello stabilimento di Lomazzo.

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